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Per Sempre ? Tanto Tempo
Morenz Patricia
Romanzo d'amore. Jocelyn Davis torna a New York Dopo una terribile tragedia familiare, dopo essere andata via cinque anni prima senza salutare il suo migliore amico dinfanzia, Jake Johnson. Ora deve iniziare la scuola superiore senza amici, con lanima a pezzi, la sua famiglia distrutta e con i suoi sogni incerti di diventare una scrittrice famosa. Senza speranze, si aggrappa a Jake, che le offre di nuovo la propria amicizia. Ma lei non immaginava che si sarebbe innamorata del suo migliore amico e cosa ancor pi? sorprendente, lui si ? innamorato di lei. Tuttavia, Jake ha i suoi sogni ed il futuro minaccia di distruggere la bellezza del presente. Il suo amore potr? attraversare lincertezza del domani? La tenerezza del primo amore, limportanza dellamicizia, il perdono ed i sogni, si intrecciano in questa storia commovente.



PER SEMPRE
?
TANTO TEMPO
Per Sempre 1

PATRICIA MORENZ

Traduzione italiana Valeria Bragante
Titolo originale: Para siempre es mucho tiempo
Para siempre, 1
2020, Patricia Morenz
1
Edizione italiana, 2020

Tutti i diritti riservati.

Illustrazione: Camila Tsuki Arvalo

Tutti i nomi, i personaggi, i luoghi e gli avvenimenti di questo romanzo sono prodotti dellimmaginazione dellautrice, o sono utilizzati per mera finzione.
Qualunque somiglianza con persone vive o decedute ? pura coincidenza.
INDICE
Pagina del titolo (#ulink_e219e708-7ee6-5054-aca2-985f055b3760)
Diritto d'autore (#ulink_5a75a7b6-3802-5bba-9dc4-f4ecd8bbb6c8)
Dedizione (#ulink_b5c9ebef-593d-504d-be3f-0d6357a7c343)
Prologo (#ulink_b5c9ebef-593d-504d-be3f-0d6357a7c343)
Capitolo 1 (#ulink_caa07501-dcad-56fe-bb51-19dfa7443191)
Capitolo 2 (#ulink_be2ed6b9-c6fd-5803-ae23-64f94a6153f9)
Capitolo 3 (#ulink_6f51c356-51b4-5b39-84c0-daa5d9043367)
Capitolo 4 (#ulink_765ac150-2b2e-5e15-8199-4f84768d8802)
Capitolo 5 (#ulink_193eebd4-3ed5-5e63-b25d-825083474cd0)
Capitolo 6 (#ulink_4b86f32a-a50e-5f14-a0a7-96670eaafbf0)
Capitolo 7 (#ulink_25495015-ccd7-5d36-a0d6-aea4e69a214b)
Capitolo 8 (#ulink_bf17c552-65ba-5447-a219-eac8eb14ba00)
Capitolo 9 (#ulink_6cc39fef-ee12-54a0-9afc-32638f086edf)
Capitolo 10 (#ulink_d2511a7c-6482-593c-a2c5-3f8923dba969)
Capitolo 11 (#litres_trial_promo)
Capitolo 12 (#litres_trial_promo)
Capitolo 13 (#litres_trial_promo)
Capitolo 14 (#litres_trial_promo)
Capitolo 15 (#litres_trial_promo)
Capitolo 16 (#litres_trial_promo)
Capitolo 17 (#litres_trial_promo)
Capitolo 18 (#litres_trial_promo)
Capitolo 19 (#litres_trial_promo)
Capitolo 20 (#litres_trial_promo)
Capitolo 21 (#litres_trial_promo)
Capitolo 22 (#litres_trial_promo)
Capitolo 23 (#litres_trial_promo)
Capitolo 24 (#litres_trial_promo)
Capitolo 25 (#litres_trial_promo)
Capitolo 26 (#litres_trial_promo)
Capitolo 27 (#litres_trial_promo)
Capitolo 28 (#litres_trial_promo)
Capitolo 29 (#litres_trial_promo)
Capitolo 30 (#litres_trial_promo)
Capitolo 31 (#litres_trial_promo)
Capitolo 32 (#litres_trial_promo)
Capitolo 33 (#litres_trial_promo)
Capitolo 34 (#litres_trial_promo)
Epilogo (#litres_trial_promo)
Prossimo libro (#litres_trial_promo)
Ringraziamenti (#litres_trial_promo)
Informazioni sull'autrice (#litres_trial_promo)
Contatti (#litres_trial_promo)
A quei primi amori che non si dimenticano mai,
i pi? sinceri.
PROLOGO

I biscotti che fa tua madre sono i migliori assicur? Jake assaporando quelli che gli avevo portato.
Lo so Mia mamma ? la cuoca migliore e poi precisai, anche la tua mamma cucina molto bene.
Certo, ma questo indic? il biscotto con scaglie di cioccolato che teneva nellaltra mano, questo ? a un altro livello.
Restammo in silenzio mentre masticavamo, il pomeriggio era perfetto sulla casa sull'albero che cera nella sua propriet?. Suo padre voleva abbatterla quando si trasferirono qui, anche prima che noi nascessimo, ma ci ripens? vedendo che a Scott fratello maggiore di Jake piaceva molto; lui era sempre stato il suo figlio prediletto, lo notai negli anni, dato che la casa rimase intatta. Adesso, tuttavia, Scott aveva molti amici ed era troppo cool per passare il suo tempo qui, quindi era diventata il nostro rifugio.
Come vanno le cose con i tuoi genitori? chiese Jake, rompendo il silenzio.
Bene risposi facendo spallucce Bene per quanto possibile e i tuoi genitori?
Bene disse ripetendo il gesto con le spalle Bene per quanto possibile.
Lo facevamo spesso. Ripetevamo le nostre domande e risposte, ci guardavamo sorridendo. Entrambi sapevamo ci? che nascondevano queste parole e riuscivamo a capirci anche senza dire niente.
Erano mesi che a casa le cose non andavano bene e lo avevo raccontato a Jake; lui era il mio migliore amico. Anche se avevamo solo quasi dieci anni, tutta la mia vita ruotava intorno a lui, non ricordo nemmeno quando lo conobbi, perch lo conoscevo da sempre. Eravamo vicini di casa, compagni di scuola e migliori amici, ed io non avevo fratelli, cos? che lui era diventato quasi mio fratello.
Le nostre madri erano vicine di casa e amiche, poich qualche volta le avevo sentite scambiarsi ricette di cucina. Ma la mamma di Jake, al contrario della mia, era pi? riservata anche troppo in molte occasioni specialmente quando suo marito, il Sig. Johnson, era presente. Infatti, tutti erano pi? riservati intorno a lui; era un tipo duro, insegnava allUniversit? di New York.
Jake mi raccontava sempre le cose per le quali i suoi genitori discutevano ogni giorno o le cose che gli diceva suo padre, paragonandolo a suo fratello, ma ci appoggiavamo luno allaltro e ci tenevamo a galla a vicenda. Uno aveva sempre laltro e questo rendeva tutto migliore.
Ora del silenzio? chiesi divertita.
Non era mai un silenzio imbarazzante. Ci piaceva stenderci sul freddo pavimento di legno e semplicemente ascoltare il nulla, sostenerci a vicenda senza dire una parola.
Sentii il suo respiro agitato, stavolta qualcosa era cambiato.
No afferm? deciso. Voglio dirti qualcosa
Vidi il dubbio nei suoi occhi, anche se non ne conoscevo il motivo.
Sai che puoi dirmi qualunque cosa assicurai, con il presentimento di qualcosa di serio.
Io non riusciva a continuare la frase e i suoi occhi vagavano tra il mio sguardo e il pavimento.
Dillo e basta lo incoraggiai, avvicinandomi e mettendomi proprio di fronte a lui.
Io non posso dirlo a parole sussurr?.
Altri dubbi si accumulavano nei suoi occhi a ogni secondo che passava, ma prima che potessi intervenire di nuovo, annull? i pochi centimetri che ci separavano e stamp? le sue labbra sulle mie. Entrambi chiudemmo brevemente gli occhi e poi ci tirammo indietro subito. I miei occhi erano spalancati sicuramente con uno sguardo da cosa-diavolo-?-successo, mentre vedevo Jake deglutire con difficolt?, ma sosteneva il mio sguardo aspettando la mia reazione.
Ti ? piaciuto? borbott?, incerto.
Mi era piaciuto? Di cosa diavolo stava parlando? Non sapevo nemmeno che cosa era appena successo. Nella mia testa si era scatenata una tempesta di pensieri, ma non riuscivo a smettere di guardarlo.
Jocelyn! grid? la mamma di Jake da sotto lalbero, facendoci trasalire e interrompere il contatto visivo, Jocelyn, tesoro, tua madre ha chiamato, ha detto di andare immediatamente a casa.
La Sig.ra Johnson era molto seria e il mio stomaco si chiuse ancora di pi?. Mamma non faceva mai cos?, io tornavo sempre allorario stabilito, ma non avrei verificato nulla se prima non arrivavo a casa.
Iniziai a scendere senza dire una parola, seguita a prudente distanza dal mio amico.
A domani, Sig.ra Johnson dissi timidamente. Ciao, Jake pronunciai appena, uscii rapidamente da un lato della casa.
Appena raggiunto il marciapiede, iniziai a correre con le mie scarpe da ginnastica nere, non sapevo se perch ero preoccupata di arrivare a casa e verificare cosa mamma voleva da me, o perch stavo scappando, da cosa? Non ne avevo idea. Sapevo solo che il mio migliore amico mi aveva baciata ed io non riuscivo ancora a rendermi conto di cosa significava.
Jake era il mio migliore amico. Era? Non so perch non dissi: .
Non sapevo se era giusto. Cavolo, no, non era giusto. Eravamo appena due bambini, o no? Anche se il suo bacio non aveva malizia, al contrario era stato cos? dolce ed anche impacciato, una goffaggine dolce.
Non sapevo come lo avrei affrontato a partire da quel momento, ma non dovetti nemmeno farlo, perch quella sera stessa lasciai la citt?.
CAPITOLO 1

CINQUE ANNI DOPO
Appena metto un piede fuori di casa, mi viene voglia di tornare sui miei passi, mettermi a letto, nascondere la testa sotto le coperte e pregare che il tempo torni indietro. S?, questo andrebbe bene.
Posso quasi vedere Jake passare da casa mia per andare insieme alla fermata dellautobus della scuola. Quasi ma non oggi. Mi chiedo se sa gi? che sono tornata, se conosce le ragioni per le quali me ne sono andata e cosa pi? importante perch sono tornata.
Scendo i cinque gradini, arrivo sul marciapiede e osservo entrambi i lati della via, ma non c? alcun segno di lui. Forse ? meglio, non saprei cosa dirgli, come spiegare il mio silenzio durante tutti questi anni.
Inizio a camminare di nuovo guardando il terreno e mi rendo conto che indosso delle scarpe molto simili a quelle che avevo il giorno che me ne sono andata cinque anni fa. Quante cose sono cambiate da allora.
Alzo gli occhi al cielo sperando di trovare la consolazione che tanto mi manca. A New York ? un giorno piacevole, con cieli sereni e persone di buon umore; per lo meno a me sembra sia cos?, dato che contrastano con la mia presenza ombrosa. Non ? sempre stato cos?, il mio colore preferito era il giallo. Mi ricordava i giorni di sole. Per questa ragione lo usavo molto in inverno.
Oggi non so cosa mi aspetta, ma andr? l?. Non pu? essere cos? male, giusto? Iniziare la scuola superiore senza nessun amico. Forse Jake sar? l? e mi odier?. S?, sar? fantastico. Quello che ogni adolescente spera. Forse no.
Mi concentro sul suono delle suole delle mie scarpe che pestano il terreno, sulla mia respirazione intermittente, sulle ombre delle persone che mi passano a fianco, sui piccoli insetti che trovo a ogni angolo. S?, sar? una giornata fantastica. Lo ripeto come un mantra.
Sono cos? concentrata che quando uno stupido suona il clacson della sua auto troppo vicino a me, mi vedo saltare in aria, come un gatto quando viene aperta una scatoletta di umido. Impreco a bassa voce ricordandomi di tutti i suoi antenati e della sua discendenza, ma alla fine guardo davanti a me e tutta laria abbandona i miei polmoni. ? lui.
Jake ? alla fermata dellautobus e guarda davanti a s. Dove sono le mie coperte quando ne ho bisogno? Diminuisco la velocit? dei miei passi senza avere idea di cosa dir? quando arriver? al suo fianco. ? da solo, stringe forte le cinghie del suo zaino sul petto. Poi abbassa lo sguardo e, senza sapere come, finalmente mi trovo alla sua sinistra. Ho di nuovo un anno e sto imparando a parlare, spero che in lui sia rimasto ancora qualcosa del mio migliore amico.
Ingoio la pallina da tennis che attraversa la mia gola e alzo gli occhi. Ora o mai pi?.
Ci Ciao mi esce una voce rotta, appena udibile, ma ? il meglio che riesco a fare e so che mi sente perch solleva lo sguardo e nei suoi occhi vedo qualcosa che non riesco a decifrare. Dolore?
Impiega troppo tempo per rispondere e per un momento credo che non lo far?.
Ciao alla fine mia saluta e torna subito alla sua posizione originaria, come se stesse fissando direttamente il sole.
Meraviglioso, questa era la mia strategia migliore e ora non so pi? cosa dire. ? il momento di improvvisare.
Sei grande
Davvero? Ho appena detto che ? grande? Quasi posso sentirlo rispondere: certo, stupida, te ne sei andata per cinque maledetti anni, certo che sono grande. Il tempo per me non si ? fermato.
Suppongo di s?
Mi guarda di nuovo per un paio di secondi, studiando non solo il mio viso, ma anche il mio corpo, per? non m'imbarazza. Anche tu sei cambiata.
Suppongo di s? ripeto le sue parole come facevamo da bambini sperando di essere spiritosa, ma ottengo solo un sorriso forzato e finto sulle sue labbra.
Non sapevo che fossi tornata parla con un tono di voce piatto.
Sono tornata da una settimana confesso e immediatamente i suoi occhi mi fissano furiosi, ma sa trattenersi molto bene e fare finta di niente.
So quello che gli passa per la mente. Sono tornata da una settimana. Una settimana in cui non lho cercato.
Resterai? chiede con un qualcosa che identifico come speranza, ma non sono sicura.
S?
Ci guardiamo in silenzio per qualche secondo finch lui distoglie lo sguardo verso un punto indefinito dietro di me.
Ecco che arriva lautobus ? lunica cosa che dice e il momento intimo svanisce.
Salgo per prima e torna la paura, non conosco nessuna di queste persone e quasi tutti i posti sono occupati, dato che non siamo molto lontani dalla scuola. Per un momento penso di chiedere a Jake di sedersi con me, ma cambio idea appena sento una voce.
Hey, Jake. Ti ho tenuto un posto dice un ragazzo magro, con la pelle scura, che contrasta con Jake non solo per il colore della pelle, ma anche per il sorriso. Probabilmente ? il suo nuovo migliore amico.
Vedo Jake prendere posto a fianco del ragazzo, mentre io passo alla fila successiva. C? una ragazza con i capelli raccolti in un codino stretto, biondo cenere, un colore difficile da descrivere. Guarda fuori dal finestrino assorta nei suoi pensieri o nella musica emessa dai suoi auricolari. Non sembra una brutta persona, mi ricorda Campanellino sono tentata di cercare Peter Pan -, cos? decido di tentare la fortuna.
Scusa posso sedermi qui?
Si spaventa un po e subito si toglie uno degli auricolari.
S?, certo risponde con cenno di assenso, timorosa e si addossa al finestrino, anche se c? spazio sufficiente per entrambe, capisco subito che ? timida, forse anche pi? di me.
Sono Jocelyn mi presento perch in realt? non ho nientaltro da dire.
Sono Meryl risponde e subito aggiunge S?, a mia mamma piace molto Meryl Streep. Sai, lattrice di Hollywood, solo in caso tu viva sotto un sasso e non sappia chi ? .
In quellistante qualcosa dentro di me si contrae alludire la parola mamma, ma mi limito a sorridere. Non ho motivo di angosciare gli altri con i miei problemi. Inoltre, la ragazza ? cos? nervosa che continua a divagare sulle qualit? di attrice di Meryl Streep.
Riesco a sentire appena le parole di Jake e del suo amico, ma posso ancora osservarlo. I suoi capelli sono pi? scuri del solito, un poco pi? alti sopra che dai lati e con uno stile spettinato che sono sicura non ? stato creato di proposito. Indossa una maglietta grigia con una giacca scura come i suoi jeans neri e le scarpe sportive. S?, alcune cose non cambiano mai.
Anche tu sei nuova? chiede Campanellino riportandomi al presente.
Mm qualcosa del genere rispondo incerta, vivevo qui qualche anno fa, ma me ne sono andata e ora sono tornata per iniziare la scuola superiore.
Ah sembra delusa. Allora devi avere degli amici qui, io sono di Washington. Mi sono appena trasferita.
Io non lo so, spero di averne ancora qualcuno.
In quel momento incontro lo sguardo di Jake. Non so se ha udito le mie parole.
Io qui non conosco nessuno si lamenta Meryl ti da fastidio se siamo vicine di posto in autobus? Ho paura di alcune ragazzine sedute dietro.
Certo che no, va bene rispondo mentre il suo viso s'illumina. Pensa che sia io a farle un favore quando ? lei che lo fa a me.
Possiamo andare insieme anche a vedere le nostre classi propone entusiasta e subito precisa incerta Ovviamente, se tu vuoi.
Grandioso le sorrido. Potrei forse dirle di no? ? cos? dolce.
Continuo a osservare Jake e il suo amico, cerco di ascoltare la loro conversazione, ma parlano cos? a bassa voce che ci rinuncio, finch allimprovviso vedo che alza la mano e da un colpo sulla nuca al suo amico, per scherzo, credo.
Ahia! Okay! Sto solo scherzando si lamenta il ragazzo, non riesco a sentire la sua risposta.
Dopo un poco mi guarda di nuovo e accorgendosi che anchio lo guardo entrambi abbassiamo gli occhi. ? cos? triste vedere ci? che resta della nostra amicizia.
Ahhh! grida, sussurra Meryl accorgendosi che abbiamo due ore di lezione insieme ed ? una fortuna che la prima lezione di oggi sia una di queste.
Dai cerchiamo questa classe la incito per farla camminare.
Possiamo sederci vicine se vuoi mi dice di nuovo incerta, questa ragazza ha seri problemi d'inferiorit?.
La osservo per un momento. Non si rende conto che ? una ragazza piacevole se non inizia a dubitare di se stessa?
S?, benissimo dico con un cenno di assenso.
Camminiamo tra la folla, dopo aver individuato i nostri armadietti, entriamo nella classe per la nostra prima ora di lezione. Ho perso di vista Jake appena scesi dallautobus, ma lo intravedo di nuovo dalla porta dellaula. Noto un posto vuoto accanto a lui e per un attimo penso di occuparlo, ma poi Meryl m'indica un paio di posti dallaltra parte, in realt? ? quasi la stessa cosa perch avr? Jake alla mia sinistra e la mia nuova amica a destra.
Guarda, il ragazzo dellautobus che non smetteva di guardarti lei sussurra al mio orecchio e le mie pulsazioni accelerano.
Jake mi stava osservando? Lo avevo notato appena, un paio di volte. Non rispondo nulla perch in quel momento entra la professoressa. Adesso sono io che non smetto di osservare di sottecchi il suo profilo, il modo in cui tiene in mano la matita e come la fa rimbalzare contro il quaderno.
Jake ? mio amico e lo voglio di nuovo, ma non so come far tornare indietro il tempo e il suo silenzio mi sta uccidendo. Allora mi viene in mente unidea, forse non posso tornare al momento in cui la nostra amicizia ? finita, ma almeno posso provare a riprendere la nostra ultima conversazione. Spero che funzioni.
Strappo un foglio di carta senza fare tanto rumore e scrivo la risposta che gli devo da cinque anni, mentre ricordo il sapore dei biscotti con scaglie di cioccolato sfornati da mia madre. Piego il foglio e appena la prof ci da le spalle per scrivere qualcosa alla lavagna, mi armo di coraggio e mi sporgo per toccargli il braccio senza smettere di guardare davanti a me, anche cos? sento la sua sorpresa (e quella di Meryl che non smette di fissarmi, incuriosita).
Trattengo il respiro mentre lo vedo aprire il foglio e laria torna nei miei polmoni quando noto il barlume di un sorriso che s'impegna a trattenere, con la coda dellocchio vedo che mi osserva un attimo prima di piegare di nuovo il foglio, continuando a scrivere.
Non so perch lho fatto, appena lho visto leggere quello che avevo scritto mi sono pentita del mio impeto di sincerit?, ero disperata per vedere se il mio amico se ne era andato per sempre, oppure no, in ogni caso non avevo scritto nessuna bugia e lui meritava una risposta, anche dopo tanti anni dalla domanda.
Lui mi aveva chiesto se mi era piaciuto il bacio che mi aveva dato nella casa sullalbero. Mi ci erano voluti anni per accettarlo, ma oggi ho soltanto una risposta ed ? quella che gli do adesso: s?, mi ? piaciuto.
CAPITOLO 2

La mensa della scuola ? molto rumorosa. Ho tentato il pi? possibile di ritardare il mio ingresso in quel recinto infernale. Mi sono accordata con Meryl per incontrarci qui e non sapevo se lei era gi? arrivata. Do unocchiata in giro e non la vedo da nessuna parte, ma dei capelli scuri attirano la mia attenzione. Jake, ? di spalle e noto che lo sguardo del suo amico si rivolge verso di me con curiosit?, stanno pranzando su un tavolo in disparte, da soli. Mi viene lidea di andare l? senza essere invitata, ma non credo sia corretto, quindi cerco un tavolo vuoto allestremit? opposta e aspetto la mia amica.
? stata una mattinata orribile di presentazioni, ho tentato di schivare le domande personali e sono stanchissima, non vorrei fare pena a nessuno. Ho visto alcune facce familiari, ma nessuno mi ha rivolto la parola in tutta la mattinata.
Vedo Jake voltarsi e guardarmi solo una volta, so che lotta con lidea di avvicinarsi a me o fare finta che non ci sono, ma qualcun altro prende la decisione al posto suo.
Ciao, mi dispiace per il ritardo, eccomi qui dice Campanellino com'? andato il resto della tua mattinata?.
Niente di buono mi esprimo, senza molta emozione.
S?, un ragazzo ha continuato a darmi dei soprannomi per tutta la lezione, mi ha chiamato persino Campanellino. Ci credi? non posso evitare di sorridere per queste parole.
Mi dispiace, ma davvero le assomigli. Ma non farci caso, i ragazzi sono degli idioti.
Lo so sospira profondamente. Ma tu, coshai con quel ragazzo? Ho visto che gli hai dato un biglietto. Ti piace? chiede con emozione trattenuta nella voce.
No !!! esclamo troppo in fretta.Lui una volta era mio amico. Il mio migliore amico, in realt?.
E cosa ? successo?
Me ne sono andata e non ho pi? saputo nulla di lui.
E perch adesso non riprendete la vostra amicizia?
Non lo so mi stringo nelle spalle.
Il resto della giornata ? una noia mortale, abbiamo unassemblea di benvenuto per i nuovi studenti che viene posticipata, davvero non so come potr? sopravvivere alla scuola superiore. Sono sicura di essere diventata la nemica della ragazza pi? popolare della scuola quando mi sono scontrata accidentalmente in corridoio con il suo stupido ragazzo, anche lui mi guarda come se avessi dei vermi in faccia. Ragazzi stupidi.
Sono contenta quando termino le ultime ore, ma poi mi ricordo che vedr? Jake continuare la propria vita e il suo nuovo amico sullautobus e il mio stato danimo finisce tre metri sottoterra.
Meryl cerca di essere amichevole e simpatica nonostante la sua timidezza, ma in realt? non voglio fare amicizia, voglio solo che finisca questa maledetta giornata. Lautobus si ferma alla mia fermata e vedo Jake alzarsi in piedi mentre io faccio lo stesso. Si avvicina un silenzio imbarazzante, ho questo presentimento.
Iniziamo a camminare senza dire una parola; non avevo mai pensato che il rumore dei passi potesse essere cos? sconfortante.
E allora com'? andata la tua vita? chiede timoroso.
Un disastro ammetto con sincerit?, lui sembra sorpreso.
Continuiamo in silenzio per qualche altro metro.
Mi puoi raccontare, se vuoi m'incoraggia e lo guardo confusa.
Perch vorresti saperlo?
Perch siamo amici risponde in un sussurro.
Lo siamo?
Spero di s?.
E tu? cambio argomento Come va la tua vita?
Poteva andare meglio mi osserva con attenzione.
Mi puoi raccontare, se vuoi ripeto le sue parole e questa volta sorridiamo entrambi.
Sar? per un altro giorno, stiamo gi? arrivando a casa tua.
S?, ci vediamo domani.
Ciao.
Per la prima volta in tutta la giornata ho la speranza che forse non tutto ? perduto.
Elena ? stesa sul divano quando entro in casa, credo che stia guardando qualche serie televisiva, ? troppo concentrata. Non voglio disturbarla, cos? salgo tranquillamente nella mia stanza. Va bene, sto mentendo. S?, voglio disturbarla ed ? proprio quello che faccio. Lei ? la mia matrigna, ma in realt? non ho alcun rispetto n per lei n per nessun'altra donna che sta con mio padre, che non sia mia madre. Si ? sposata con mio padre appena un anno fa e si crede la padrona e la signora della casa.
Ma tu davvero non hai un lavoro? Eh? pi? che una domanda ? un'affermazione. Lei subito mi lancia occhiate di fuoco, ma si ricompone.
Ne avevo uno, ma ho deciso di lasciarlo per un periodo, per occuparmi di tuo padre, della casa e ora anche di te.
Di me?! esclamo offesa. Non ho bisogno di nessuno che si occupi di me e tantomeno di te o di qualunque donnina che mio padre decida di mettere qui in casa.
Jocelyn, non parlare cos?, tutti vogliamo appoggiarti in questo momento cos? duro che stai attraversando.
Lunica maniera in cui puoi aiutarmi ? non incrociando la mia strada dico con tutto il disprezzo che sento e corro verso la mia stanza.
Mamma quanto mi manchi. Non dovevi andartene, c? tanta spazzatura nel mondo che forse questo non era un posto per te, ma ancora non smette di fare male. Mi addormento piangendo, quando vengo svegliata da alcuni colpi alla porta.
Jocelyn mi chiama mio padre, pi? stanco che arrabbiato scendi a cena, ti stiamo aspettando.
Adesso arrivo ? lunica cosa che riesco a dire.
Mi cambio la maglietta, respiro profondamente preparandomi per una predica di mio padre per aver gridato contro la sua nuova mogliettina. Mi avvicino alla tavola gi? pronta e mi siedo mentre Elena tira fuori qualcosa dal forno.
Sai commenta pap? ti ho dato del tempo perch ti abituassi di nuovo alla casa, ma credo che dora in poi potresti iniziare ad aiutare. Inoltre, cos? ti distrai un po.
Come? Aiutare in cosa? lo sfido.
Perfetto, ora devo guadagnarmi vitto e alloggio. Non che io sia pigra, ma questa non la sento pi? casa mia.
Aiutare Elena a cucinare la cena o preparare la tavola, ogni tanto lavare i piatti o qualcosa del genere.
Cosa?! Aiutare Elena? Sei pazzo! entrambi si guardano imbarazzati. Lei non ha pronunciato una parola finora, ma sicuramente gli ha raccontato la nostra piccola discussione di poco fa.
Lascia perdere, Charles. Credo abbia bisogno di pi? tempo si rivolge a mio padre.
Non ho bisogno del tuo aiuto le ribatto.
Jocelyn, non essere scortese. Elena vuole solo aiutare, entrambi vogliamo aiutarti.
Sapete una cosa? va bene, dar? una mano. Per non essere in debito con uno di voi due gli faccio notare.
Possiamo cenare in pace, per favore? protesta pap?, sconfitto, mentre Elena fa un cenno di assenso e inizia a servirci.
Mi fa schifo dover mangiare ogni sera qualcosa preparato da questa donna. Sono sicura che il suo cibo piacerebbe a chi non la conosce, ma io riesco appena a digerirlo. E ora vogliono che io la aiuti a prepararlo. Aiutavo sempre mia madre in cucina, era il nostro momento da condividere insieme, se anche la nonna partecipava, la cucina si trasformava in un parco giochi. Niente di pi? lontano da quello che sarebbe questa piccola esperienza con questa donna.
La osservo di sottecchi prendere con la forchetta un po di lasagne, le sue mani magre e le unghie color uva, come il vino rosso che beve mio padre ed ? allora che questo piccolo dettaglio che prima non avevo notato si dimostra minaccioso. Lei non ha bevuto una goccia di alcol, n mio padre glielo ha offerto da quando sono qui. Va bene, forse sono paranoica, ma ho visto un paio di foto dove entrambi tengono in mano un bicchiere di vino brindando a chiss? cosa. Smetto di pensare sciocchezze e mi concentro sul finire la mia cena. C? un silenzio di tomba interrotto solo dalle posate che sbattono contro i piatti.
Jocelyn, vogliamo parlare con te di una cosa importante inizia pap? sappiamo che questo non ? facile per te.
Allora prende la mano di Elena e il mio stomaco si rivolta.
No, non lo ? ammetto sprezzante.
Lo sappiamo, figlia mia, e per questo non do importanza a tutti questi tuoi comportamenti negativi, ma voglio chiederti per favore di non sfogare la tua rabbia con Elena. S?, gli ha raccontato tutto. La fulmino con lo sguardo e lei abbassa gli occhi.
Lei deve stare tranquilla, voglio che cerchiamo tutti di essere una famiglia sento i miei occhi riempirsi di lacrime, soprattutto adesso.
Tutto il mio corpo si paralizza aspettando le sue prossime parole. Non so come, ma lo so prima che lo dica.
Elena ? incinta, avrai un fratello o una sorella, Lyn.
Sento i muri chiudersi intorno a me e inghiottirmi, sbuffo cos? forte che mi viene la nausea.
Stai parlando seriamente?! mi alzo dalla sedia facendola cadere a terra. Non ti ? bastato sposarti con lei? Ora la metti incinta e speri che io accetti tutto questo e giochi alla famiglia felice. No! grido impazzita.
Non sto dicendo questo esclama pap? alzando anche lui un po la voce, voglio solo che tu dia unopportunit? ad Elena e che troviamo il modo per andare avanti tutti insieme.
Questa non ? la mia vita, pap? sussurro atterrita. Non ? la vita che voglio!!! Non voglio alzarmi e vedere ogni giorno la puttana che hai sposato che porta in grembo tuo figlio!
Scusati subito con Elena pap? sembra sul punto di picchiarmi, ma io non desisto.
Non ci penso proprio! Non penso di scusarmi a dire la verit?! corro nella mia stanza e chiudo la porta con tutte le mie forze.
Posso sentire i passi di mio padre che salgono le scale e quelli di Elena dietro di lui.
Jocelyn! Apri questa maledetta porta! urla fuori di s, mentre io affondo il viso nel cuscino per soffocare i miei singhiozzi.
Lasciala stare, Charles. Lascia che si calmi lei dice a pap? tentando di tranquillizzarlo ed ? quello che mi d? pi? fastidio, il ruolo di mediatrice che vuole adottare, so che ? falso, deve esserlo.
Va bene ma domattina mi aspetto queste scuse sentenzia mio padre prima di allontanarsi dalla porta.
Aspetta e spera, penso.
Perch c? cos? poco ossigeno in questa maledetta stanza? Mi sto asfissiando. Sento la necessit? di uscire, ma non so dove andare, non ho nessuno a cui rivolgermi. Penso di scappare e andare a trovare Jake, ma ancora non ? il momento giusto. Poi ricordo le parole di mia zia.
Chiamami se hai bisogno di me, non importa lora, ma la verit? e che non riesco a parlare e la farei solo preoccupare.
Decido di affrontare da sola tutto questo, cos? tiro fuori il mio quaderno giallo dallo zaino e mi metto a scrivere, non so nemmeno cosa, so solo che le parole che non riesco a esprimere a voce alta si riversano dalle mie dita sulla carta, come le lacrime dai miei occhi.
Con gli auricolari a volume massimo mi addormento ascoltando Unsteady degli X Ambassadors. Quanto mi manchi mamma.
***
Sento un movimento nel corridoio anche prima di poter aprire gli occhi. Sicuramente mio padre si sta preparando per andare al lavoro, con Elena che gli ronza intorno come unape nel suo alveare, limmagine mi fa venire i brividi.
So che devo alzarmi, ma non trovo alcuna motivazione per farlo.
Davvero so che non posso rimandare ancora questo momento, devo scendere al piano di sotto e affrontare la mia nuova vita. Quando faccio la mia comparsa in cucina, entrambi stanno facendo colazione in silenzio. Non dico una parola e mi siedo a tavola, aspettando che qualcuno parli.
E quindi ? grugnisce pap? Stiamo aspettando.
Cosa? faccio finta di non capire.
Le tue scuse. Suppongo che tu abbia riflettuto durante la notte, quindi non uscirai da qui finch non le avremo ascoltate.
Solo lidea di passare tutta la giornata rinchiusa con questa imitazione di matrigna, mi provoca lemicrania, non devo sentirlo davvero per dirlo, giusto? Se cos? posso uscire da questo mondo parallelo dove tutto fa schifo lo far?, che importa. Mi schiarisco la gola prima di scagliare le parole che bruceranno appena pronunciate.
Io mi dispiace.
Di cosa ti dispiace? vuole sapere mio padre, mentre Elena gli afferra il braccio come volendo chiudere la questione.
Mi dispiace per ieri sera chiarisco senza guardare nessuno dei due e senza molta convinzione nella voce. Mio padre mi osserva per un attimo.
Va bene per ora accetteremo le scuse, anche se so che in realt? non ti dispiace inizia ad alzarsi in piedi sbrigati, non voglio che arrivi tardi, buona giornata, ci vediamo a cena.
Termino di fare colazione e ho appena il tempo per qualche respiro profondo e prendere il mio zaino, voglio davvero uscire da qui. Non saluto nemmeno Elena quando le passo accanto e corro in strada, ma mi fermo di colpo quando vedo Jake vicino casa mia. Mi sta aspettando?
Riesco quasi a sentire un sorriso che si affaccia sulle mie labbra, ma prima devo essere sicura che non ? un sogno. I nostri occhi s'incrociano e lo vedo raddrizzare la postura. Si ravvia i capelli con un gesto nervoso della mano. Mi avvicino lentamente, non smette di osservarmi. Mi pento di non essermi truccata per nascondere le occhiaie e la mia faccia insonne. Avrei dovuto rubare il correttore a Elena, che sicuramente ne usa molto.
Puoi fare con calma un altro giorno, perch credo che oggi siamo un po in ritardo commenta serio, ma nascondendo un sorriso.
Possiamo arrivare in tempo lo sfido.
Ah, s?? Come?
Propongo una corsa, a partire da adesso! parto sparata mentre lui impiega un paio di secondi per capire cosa ho appena fatto.
Da bambini lo facevamo sempre quando eravamo in ritardo o quando semplicemente ci annoiavamo. Mi sento cos? viva di nuovo, ho di nuovo nove anni e la mia unica preoccupazione ? prendere buoni voti a scuola e avere tempo per stare con il mio migliore amico.
Sento le sue lunghe gambe dietro di me, le sue scarpe contro il marciapiede quando mi raggiunge e alla fine mi sorpassa.
Mi dispiace forse un altro giorno ti lascer? vincere ripete le parole che diceva sempre da bambino.
Per niente seccata di avere perso, voglio solo lanciarmi su di lui e abbracciarlo affinch tutto torni a essere come prima. Entrambi sorridiamo mentre riprendiamo fiato, quando vediamo avvicinarsi lautobus giallo. Cerchiamo di respirare normalmente, ma ogni volta che ci guardiamo, sorridiamo come stupidi e in quel momento mi rendo conto di quanto mi ? mancato tutto questo. Non so se lui prova le stesse cose, finch mi lascia salire per prima sul bus e quando gli passo accanto, mi sussurra: mi sei mancata molto.
Se sapessi, quanto tu sei mancato a me penso, e prego che il mio sorriso per lui rifletta meglio ci? che sento in questo momento.
CAPITOLO 3

Vuoi stare un po a casa mia? mi chiede appena scendiamo dallautobus nel viaggio di ritorno.
? lidea migliore che potesse venirgli in mente, ma sicuramente Elena spettegoler? con mio padre. Ma penso, dopotutto non ha detto che sono in castigo, quindi perch no.
Va bene rispondo timidamente. Possiamo fermarci un attimo a casa mia? Lascio gi? solo lo zaino e vedo se tutto ? a posto.
S?, certo.
Posso andarmene senza dire nulla, ma so che mio padre ne farebbe un nuovo scandalo. Arriviamo a casa mia, o meglio, alla mia ex casa, e lo faccio entrare.
Vado con Jake a casa sua, torner? prima di cena grido a Elena e mi sto dirigendo al piano di sopra per mettere gi? il mio zaino quando lei m'interrompe.
Jocelyn, non credo che tuo padre sia daccordo, inoltre lui non so chi ?.
Ah, scusa! mi do un finto colpo in testa Elena, lui ? Jake, un mio compagno di scuola, inoltre ? il nostro vicino. Jake, lei ? Elena. Non preoccuparti per mio padre, lui conosce Jake da quando ? nato.
Non le do altre spiegazioni.
S?, mi sembra di averti visto da qualche parte dice la mia matrigna.
Piacere di conoscerla, signora saluta Jake ed io sbuffo per la parola signora. S?, vivo a due isolati da qui, non si preoccupi per Jocelyn, io la riaccompagner? a casa.
La vedo dubbiosa e quando si rende conto che non pu? vincere, perch in ogni caso me ne andr?, desiste.
Va bene, ma torna prima che arrivi tuo padre, per favore.
Quasi mi scappa un grazie, ma poi ricordo che non ho nulla di cui ringraziarla e semplicemente la ignoro.
Mi affretto a lasciare gi? le mie cose e prendo unaltra giacca dal mio armadio se per caso fa pi? freddo, che ovviamente lo far?, prendo il mio cellulare ed esco.
Adesso possiamo andare mi rivolgo solo a Jake mentre passo a fianco di Elena.
Arrivederci? lei vuole farsi notare, ma la guardo soltanto e proseguo per la mia strada.
A presto sento lui che la saluta.
Percorriamo un paio di metri in silenzio, mentre tento di tornare al buonumore che avevo prima. Davvero non abbiamo avuto un momento da soli, per poter parlare di tutto quello che abbiamo taciuto in questi anni e per questo sento una nervosa anticipazione impossessarsi del mio stomaco.
Non ti avevo mai visto cos? maleducata commenta Jake quasi divertito, ? interessante.
Vuoi vederlo di nuovo? lo sfido.
Se ? con me, no, per favore.
Sta zitto lo provoco.
Passiamo oltre un altro paio di case, mentre io confronto i miei ricordi con la realt? davanti ai miei occhi. Alcune case hanno cambiato colore, altre sono semplicemente diverse. Forse ho idealizzato troppo questo luogo.
Jake cammina con le mani in tasca e lo sguardo a terra, mi ricorda me il primo giorno di scuola.
Tua mamma ? in casa? chiedo solo per essere sicura. Se la mia non c?, in questi anni potrebbe essere successa qualunque cosa.
Deve essere da mia nonna, ma non tarder? ad arrivare.
E tuo padre continua a lavorare alluniversit??
S? e mio fratello ha iniziato luniversit? questanno, alla Columbia, quindi sono a casa da solo.
Questo ? ottimo per Scott. Cosa ha deciso di studiare? E perch la Columbia?
Economia. Solo per sfidare mio padre. Suppongo che gli andr? bene, sai che non ? solo intelligente, ? anche popolare.
S?, mi ricordo E la casa sullalbero? ? ancora in piedi?
In realt? era molto rovinata, ma Scott ed io labbiamo sistemata prima che andasse alluniversit?, la vedrai.
Arriviamo alla casa di mattoni rossi che vedevo nei miei sogni, cos? come la ricordavo. Potevo quasi vederci entrare per quella porta, da bambini e sederci nel piccolo giardino sul retro quando cera il sole o fare pupazzi di neve sul marciapiede quando nevicava. Il tempo poteva quasi tornare indietro. Quasi, ma forse no.
Jake estrae la chiave dalla tasca destra mentre terminiamo di salire i pochi gradini fino al portico davanti.
Benvenuta di nuovo in casa Johnson recita prima di aprire la porta con aria drammatica.
Grazie entro e una sensazione calda s'impadronisce di tutto il mio corpo.
Vuoi qualcosa da bere o da mangiare? chiede mentre io osservo in giro con curiosit?.
No, sto bene cos?, grazie rispondo mentre lo immagino crescere in questi anni tra queste pareti. Posso vedere la casa sullalbero?
Certo annuisce come se fosse ovvio.
Passiamo per la cucina ed eccola l?, a prendersi gioco del passare del tempo. La ricordavo molto pi? grande o forse ? solo il fatto che io sono cresciuta. Ci avviciniamo alla piccola scala appesa che ci porta proprio allingresso.
Prima le signore dice reggendo unestremit? della scala e cedendomi il passo.
Che cavaliere! esclamo in tono giocoso e inizio a salire con le mani che mi sudano, rendendolo pi? difficile.
Raggiungo lingresso e mi sposto allinterno, ricordo perfettamente lultima volta che sono stata qui e no, lultima volta non fu quella del bacio, anche se la ricordo molto bene.

Mamma cosa succede?! chiesi appena entrai in casa, da fuori avevo sentito i miei genitori discutere.
Figlia mia, fai le valigie, ce ne andiamo subito rispose mia madre in fretta mentre mio padre ardeva di una furia silenziosa.
Cosa?!!! esclamai fuori di me Dove? Pap?, che succede? mi rivolsi a mio padre che si passava le mani sulla faccia senza dire niente.
S?, Charles, d? a tua figlia cosa sta succedendo.
Non capivo niente. Guardavo entrambi e nessuno dei due riusciva a darmi una spiegazione chiara per questo disastro.
Jane, per favore Non farlo e iniziarono a ignorarmi, mentre io restavo nellocchio del ciclone preparandomi al peggio.
Non devo farlo?! Sei stato tu a farlo! recrimin? mia madre Jocelyn, finisci di fare le valigie, ho gi? raccolto i tuoi vestiti, porta solo le cose assolutamente necessarie.
Ma mamma! protestai.
Ma niente fai solo quello che ti dico disse in un tono aspro che non avevo mai sentito nella sua voce, cos? obbedii.
Entrai, per quella che pensavo sarebbe stata lultima volta, nella mia camera da letto e mi buttai sul letto tra i singhiozzi, mentre elaboravo lidea di andarmene e abbandonare tutto quello che conoscevo fino a quel momento. E allimprovviso mi venne in mente un nome. Jake.
No, no, no. Non potevo lasciare Jake. Anche se mi aveva appena baciata, lui era ancora il mio migliore amico. Non avrei potuto dirgli addio. Afferrai un foglio di carta pensando di scrivergli qualcosa, ma non sapevo nemmeno dove stavo andando.
Sentii mamma gridare il mio nome dal salotto e presi la borsa che era sopra il mio letto cominciando a riempirla con tutto quello che poteva starci.
Foto, i miei quaderni gialli di appunti, ricordi che non volevo perdere e allimprovviso in un angolo la vidi. La chitarra marca Taylor di mio nonno. Me laveva lasciata quando era mancato, lui era un po bohemienne e aveva sempre provato a insegnarmi, ma le mie dita erano semplicemente fatte per unaltra cosa. E inoltre ero una bambina, lultima cosa che volevo era suonare la chitarra.
Pochi giorni prima quando stavamo ascoltando musica nella casa sullalbero, Jake disse che gli sarebbe piaciuto imparare a suonare qualche strumento ed ebbi lidea di regalargli la chitarra per il suo compleanno, ma ora che non sarei pi? stata qui quel giorno, non sapevo cosa fare.
Pap?? Perch mamma ed io ce ne andiamo? Non ci vuoi pi? qui? chiesi singhiozzando appena arrivai in salotto. Mamma stava aspettando in auto.
Pap? adesso sembrava molto pi? vecchio, pi? stanco del suo giorno peggiore al lavoro, e pap? era medico e poteva operare per ore; aveva gli occhi cos? rossi che temevo sanguinassero. Sollev? la testa e mi osserv? prima di ricomporsi, tentando di trovare le parole che mi facessero meno male. Ma non esistevano.
Si avvicin? e prese il mio viso tra le mani, asciugando le mie lacrime con le dita.
Non dirlo mai pi? figlia mia Lunica cosa che devi sapere ? che ti voglio bene, non importa che io stia o meno con tua madre. Va bene?
No. Non andava bene niente. E ancora non avevo idea di cosa stava succedendo.
Allora Non ami pi? mamma? insistetti.
Jocelyn, quando crescerai capirai tutto. Capirai che a volte ? molto difficile cambiare io, con il noi. Che a volte lamore si d? per scontato e quando pensiamo che sia eterno finiamo per perderlo.
Ma perch non parli con mamma? Anchio posso parlare con lei.
No, tesoro. Tua madre ha gi? preso la sua decisione e dobbiamo rispettarla. Ricorda solo che io per te ci sar? sempre. Sai il mio numero, puoi chiamarmi a qualunque ora. Annuii mentre allesterno mia madre suonava il clacson perch facessi in fretta.
Non voglio andarmene pap? Cosa farai tu da solo? lo abbracciai mentre piangevamo entrambi.
Non preoccuparti per me, star? bene, ora vai con tua madre.
Mi accompagn? fino al portico e dopo un enorme abbraccio mi disse che mi amava. Mamma scese dallauto per aiutarmi con il borsone, tutto il resto era gi? stato caricato in macchina.
Possiamo fermarci un momento a casa di Jake? avevo unidea.
Tesoro, non ? un buon momento per le visite mi rimprover? mentre si asciugava le lacrime con un Kleenex stropicciato.
Solo cinque minuti per favore, voglio salutarlo rimase incerta per un attimo, ma alla fine annu?.
Lauto inizi? a muoversi in retromarcia, mentre io dicevo addio a pap? con la mano e con gli occhi annebbiati dalle lacrime. Lo vidi diventare sempre pi? piccolo in lontananza ed io mi sentivo pi? piccola e anche fragile.
Cinque minuti mi avvert? mamma fermando lauto di fronte alla casa di Jake e mettendo in chiaro che avrebbe spettando l?.
Scesi con la chitarra tra le mani, attraversai la strada con le gambe che mi tremavano e invece di dirigermi alla porta principale costeggiai la casa. Quando arrivai in fondo mi accertai che l? intorno non ci fosse nessuno e salii rapidamente sulla casa sullalbero, lasciai la chitarra in un angolo e fui quasi grata che nessuno di noi avesse un cane. Scesi da l? tentando di non fare rumore e quando arrivai di nuovo al marciapiede mi misi a correre verso lauto di mamma.
E la chitarra? Lhai dimenticata? chiese mamma un po stanca perch pensava che ora sarei dovuta andare a cercarla e avremmo perso altro tempo.
No, lho lasciata a Jake. Lui se ne prender? cura sapevo di sorprenderla quando mi osserv? troppo a lungo.
Sei sicura? Era di tuo nonno.
Sono sicura affermai osservando per lultima volta la facciata di mattoni rossi che non avrei pi? visto, fino a molto tempo dopo.
Non avrei mai potuto dire addio a Jake. Pensavo che se non lo facevo mi avrebbe fatto meno male, ma non fu cos?.
Questo me lo ricordavo proprio pi? grande penso a voce alta mentre entrambi ci sediamo sul pavimento in legno.
La casa ? la stessa, ma noi siamo cresciuti ammette Jake e per come mi guarda so che non si riferisce soltanto alla crescita fisica.
Mi sento le parole in gola, e se non le dico soffocher? e moriranno senza arrivare alla loro destinazione.
Mi dispiace mi esce allimprovviso e ci osserviamo, vedo che lui apre la bocca per rispondere, ma non lo lascio parlare.
Mi dispiace di essere andata via senza salutarti, in verit? non sapevo che me ne sarei andata quella sera, mi dispiace non averti chiamato o scritto per tutto questo tempo, mi dispiace di non essere stata abbastanza coraggiosa da ascoltare la tua voce senza crollare, mi dispiace di non aver lottato per la nostra amicizia e mi dispiace di non essere tornata prima. Mi dispiace, Jake. Mi dispiace per tutto.
Ho appena il tempo di finire quando mi avvolge tra le sue braccia mentre le lacrime traboccano dai miei occhi. Profuma di menta, ma il suo corpo ? cos? caldo e confortante che potrei restare cos? per anni senza accorgermi del passare del tempo.
Questa volta s? mi dispiace davvero, non come quando lho detto questa mattina uscendo di casa.
Non devi scusarti dice alla fine quando le mie lacrime diminuiscono. Nemmeno io avrei potuto dirti addio.
Mi sei mancato ogni giorno ammetto.
Sono sicuro che non cos? tanto quanto tu sei mancata a me prova a scherzare.
So che non ho il diritto di chiedertelo, ma mi piacerebbe che tornassimo a essere amici.
Non abbiamo mai smesso di esserlo mi assicura seriamente senza lasciare spazio al dubbio.
Ci appoggiamo a una delle pareti della casa e metto la testa sulla sua spalla, noto il suo respiro un poaccelerato, sono sicura che anche il suo cuore sta battendo pi? forte. Riesco quasi a sentirlo. Allimprovviso voglio condividere tutto con lui, come prima.
Mia madre ? morta ? la prima volta che dico questa frase a voce alta. ? una tale amarezza.
Lo vedo deglutire con difficolt? senza sapere cosa dire.
? morta in un incidente dauto insieme a mia nonna, pi? di due mesi fa.
So che ? inutile dirlo, ma davvero, mi dispiace.
Lo so grazie. Sai? Dovevo esserci anchio in quellauto. Ma mi sembrava pi? divertente andare alla casa al mare di mia zia che andare al supermercato. Volevo solo finire il mio romanzo.
Non pensarci mi abbraccia pi? forte mentre io circondo il suo busto con le braccia e affondo il viso nello spazio tra il suo collo e la spalla.
Ci penso ogni giorno, io dovevo andarmene con loro, non ho nulla da fare qui.
Solo perch ancora non sai il motivo perch sei qui, non significa che non hai un motivo per vivere. Sono sicuro che tua madre vuole che cerchi di essere felice.
Come posso essere felice, Jake? Pi? di cinque anni fa la mia famiglia ? stata distrutta perch mio padre prefer? spassarsela con un'infermiera piuttosto che arrivare presto a casa per cenare con la sua famiglia. Dovetti trasferirmi a Tampa, in Florida, con mia nonna e mia zia per iniziare la scuola dove non mi conosceva nessuno. Persi il buon rapporto che avevo con mio padre, mi obbligarono ad abbandonare il mio migliore amico e ci siamo persi tanti anni che temo sia troppo tardi per ritrovarci. Mentre in Florida lorizzonte si tingeva del colore pi? bello, il mio mondo veniva distrutto, stavolta per sempre. Mio padre mi obblig? a tornare con lui e la sua nuova moglie, che ho appena saputo essere incinta, e dovetti allontanarmi da mia zia e da mio cugino, che ? la persona per me pi? vicina a mia madre e a mia nonna. Come faccio Jake? Come sar? felice di nuovo? ? una domanda retorica, ovviamente lui non pu? rispondere, ma ci prova.
Non lo so ma posso farti compagnia mentre lo scopriamo.
E in quel preciso momento ho visto un raggio di luce, filtrare tra le nere nubi di tempesta. E so che cos? la sua luce illuminer? il mio cammino. Non merito la sua amicizia, ma mi aggrapper? ad essa come se fosse lunico pezzo di legno dopo un naufragio.
A proposito grazie per la chitarra dice e subito sollevo la testa, me ne ero dimenticata. Non so se ? stato un prestito o un regalo, ma ora non te la posso restituire.
Era un regalo gli sorrido Dovevo dartela per il tuo compleanno. Ti ? servita a qualcosa?
A qualcosa, no. A molto. Aspettami qui.
Va di corsa verso casa sua, suppongo in cerca della chitarra di mio nonno o meglio della sua chitarra.
Ancora non riesco a crederci, sono di nuovo nella casa sullalbero con Jake, a parlare, come prima. Siamo di nuovo amici e per la prima volta dopo settimane mi sento le spalle pi? leggere.
Sentire la chiusura della custodia nera che si apre, ? gi? musica per me. Jake prende la chitarra con molta attenzione e si accomoda con le gambe incrociate e raccolte davanti a me. Osservo assorta mentre le sue dita accarezzano le corde.
Sai suonarla? chiedo senza riuscire a crederci.
Certamente, non ho sprecato questo regalo continuo a guardarlo imbambolata. Qualche suggerimento?
Cosa?
Accetto richieste di canzoni mi chiarisce.
Seriamente? suona un paio di note per farsi valere. Va bene, confido nel tuo gusto musicale, sorprendimi.
Sorride mentre osservo nei suoi occhi come la sua mente si sforza di trovare la canzone giusta per questo momento, e quando suona i primi accordi di Hey Jude dei Beatles voglio buttarmi tra le sue braccia e non separarmi da lui mai pi?. Mamma mi cantava questa canzone quando mi vedeva triste, cambiava Jude con Joce e alla fine riusciva sempre a strapparmi un sorriso. Ascoltare Jake che canta la stessa cosa ? magia che accade proprio qui, davanti ai miei occhi.
Davvero mi sarebbe piaciuto ascoltarlo quando stava imparando a suonarla, lo avrei preso in giro dicendogli che suonava male, ma adesso posso solo osservare e ascoltare come le sue dita danzano sulle corde e la cosa pi? allucinante di tutte ? che Jake sa cantare. Non cantare come chiunque, lui canta davvero molto bene. Oltretutto.
? stato magico ammetto mentre posso giurare che lui diventa rosso.
Grazie sussurra sorridendo e vedo di nuovo le fossette formarsi sulle sue guance. S?, questo ? Jake, il mio migliore amico. ? di nuovo con me e non lo lascer? scappare.
CAPITOLO 4

Sono trascorsi alcuni giorni dalla canzone sullalbero. Ora Jake passa a prendermi tutti i giorni, camminiamo fino alla fermata dellautobus e pranziamo insieme, o meglio, insieme a Bryan, il suo amico, e a Meryl; non posso lasciarla sola. Facciamo lo stesso tragitto per il ritorno e lo stesso il giorno seguente. Ma questa mattina quando sento lauto di pap? partire pi? presto del solito, ho lidea di fare qualcosa di diverso.
Buongiorno, Jocelyn mi saluta Elena appena entro in cucina. Lei sta facendo colazione.
S?, anche a te brontolo. Non le direi mai buongiorno.
Tuo padre ha dovuto andare al lavoro prima del solito, aveva unemergenza, ma possiamo fare colazione insieme.
Grazie per linformazione e no grazie, me ne vado anchio annuncio e inizio a uscire.
Devi fare colazione, inoltre il tuo amico non ? a ancora arrivato.
Non le rispondo, vado ad un pensile e prendo un paio di barrette di cereali. La guardo come per dire: contenta? Ed esco senza dire altro.
Ma ha ragione, ? presto perch Jake sia qui e sorrido mentre mi incammino per fargli una sorpresa. Scarto una delle barrette di cereali e mi godo la mia colazione sotto un cielo splendente, oggi sar? una bella giornata.
Jake chiude la porta di casa e scende le scale in fretta, corre verso il marciapiede e si ferma di colpo vedendomi a un paio di metri di distanza. Vedo incredulit? nei suoi occhi.
Che cosa fai qui? chiede mentre mi affianca. Sorride per tutto il tragitto.
Ti stavo aspettando rispondo facendo finta di niente. Vieni o no? inizio a camminare mentre lui mi segue, facendo segno di no con la testa.
Ehi! mi lamento quando lo vedo prendere un pezzo della mia barretta ai cereali. ? la mia colazione.
Cosa? Perch non hai fatto colazione a casa?
Mio padre non cera e non volevo fare colazione da sola con Elena.
Prendi mi restituisce il pezzo di barretta.
Certo che no, lo hai gi? toccato ? solo uno scherzo, non sono schizzinosa.
? la tua colazione, mangia cerca di infilarmelo in bocca, mentre corro e ridiamo entrambi.
Mentre riprendiamo fiato dopo la corsa e aspettiamo lautobus, finisco di fare colazione. Lui non sembra contento. Posso quasi sentirlo fare il discorso che la colazione ? il pasto pi? importante della giornata, ma si astiene vedendo il mio sguardo di avvertimento.
Perch non le dai una possibilit??
A chi?
A Elena e mi si gela il sangue.
Di cosa cavolo stai parlando? chiedo sulla difensiva, non finir? bene se lui sta dalla sua parte.
Dico lei non ? la donna con la quale tuo padre ha ingannato tua madre, lei ha conosciuto tuo padre molto dopo. Non sembra una cattiva persona, non ha colpa per quello che ? successo con la tua famiglia e so che magari non sarete mai amiche, ma perlomeno potresti fare colazione in pace con lei. No?
NO assicuro decisa. So che ci? che dice Jake ? molto logico, ma semplicemente non posso, non ci riesco. Lei non sar? mai mia madre.
Lo so sospira profondamente come se non sapesse come spiegarmi qualcosa di ovvio, ma fortunatamente arriva lautobus e l? muore questa conversazione inutile.
Fine della conversazione sentenzio prima di salire.
Okay annuisce alzando le mani in segno di resa. Ci ho provato.
Sono in fila aspettando di ritirare il mio pranzo quando alcune ragazze dietro di me iniziano a ridere. Tutti i peli del mio corpo si rizzano anticipando un brutto momento.
Sai? commenta una di loro allaltra, non avere la mamma deve essere orribile.
Per questo puoi capire perch le ragazze orfane si vestono in modo orrendo risponde laltra.
Oh no, Lara. Non c? nessuna scusa per vestirsi male, forse anche sua madre aveva lo stesso cattivo gusto.
In questo momento ho due opzioni. Opzione a) fare finta di non avere udito nulla, che quelle ragazze non stanno parlando di mia madre e di me e che non sono crudeli di proposito. Opzione b) dimenticare completamente la mia natura non violenta e fare stare zitte le loro maledette bocche. Risultato: senza dubbio opzione B.
Non ha nemmeno il tempo di reagire quando mi lancio su Gina e inizio a tirare i suoi capelli perfetti e a colpirla mentre lei grida tentando di liberarsi di me.
Devi chiudere la tua maledetta bocca se non hai niente di buono da dire! le urlo fuori di me.
Gli altri si mettono in cerchio intorno a noi e incitano alla lite. Mi rendo conto che non sento pi? le grida di Lara che tenta di aiutare Gina, forse quella codarda ? fuggita. Prima di riuscire a terminare con Gina sento delle braccia avvolgermi ai fianchi e sollevarmi da terra, mentre io scalcio in aria cercando di riprendere la lite. Gina prova ad alzarsi da terra con la faccia pi? rossa del drappo di un torero e i suoi capelli biondi sempre lucidi come sulla copertina di una maledetta rivista sembrano aver affrontato un branco di gatti furiosi. Sorrido davanti a questa immagine, ma il mio sorriso non dura molto. Sento le braccia di Jake cedere e appoggio i miei piedi a terra.
Che cosa sta succedendo qui? borbotta il preside come una sentenza e allora comprendo cosa ho fatto.
Questa selvaggia si ? buttata su di me! grida Gina indicandomi.
Proprio cos? signor preside, io ne sono testimone la appoggia Lara.
Avete dimenticato di dire perch. Avete cominciato voi faccio notare difendendomi.
Tutte e tre nel mio ufficio, adesso! ordina il preside Gli altri tornino al loro pranzo.
Sento la mano di Jake stringere leggermente la mia, dandomi il suo appoggio. Lo ringrazio con gli occhi prima di allontanarmi lungo il corridoio. Vedo la faccia angosciata di Meryl e quella sorpresa di Bryan. Tutti gli altri sono divertiti per lo spettacolo. Non tutti i giorni una ragazza come me colpisce una ragazza cos? popolare e tanto meno davanti a tutti.
Non posso crederci, Jocelyn! grida pap? appena saliamo in auto. Il preside lo ha chiamato. Non avrei mai pensato di venire qui e trovare mia figlia in punizione per aver picchiato una delle sue compagne.
Non mi pento affermo convinta.
Cosa?! Dovrai scusarti con quella ragazza, qualunque cosa ti abbia detto non merita di essere picchiata, per Dio, a cosa stavi pensando? dice furioso e non riesco pi? a trattenere le lacrime.
In presidenza mi ero rifiutata di scusarmi, per cui ero ufficialmente in punizione. Anche se, ancora una volta, il preside ha avuto piet? di me, la povera ragazza orfana.
Forse quello che ha detto su di me non meritava uno pugno, ma non permetter? mai a nessuno di parlare male di mia madre mio padre si zittisce per un attimo e vedo il suo volto rilassarsi solo un po senza sapere come ribattere alle mie parole.
Andiamo a casa.
Dopo la predica di mio padre durante la cena, faccio una doccia calda e prendo il mio quaderno giallo, scrivo fino a cadere addormentata. Negli anni scrivere ? diventata la mia passione ed ? lunica cosa che mi distrae qualunque sia il momento della realt? che sto vivendo.
Jake: Hai un buon destro , ? un messaggio.
Non avevo pi? avuto sue notizie da quando avevo lasciato la mensa. Cerano delle chiamate perse, ma non avevo richiamato nessuno.
Il mio cellulare vibra di nuovo.
Jake: Mi dispiace molto che tu sia in punizione.
Io: Come lo sai? rispondo.
Jake: Oh, scusa Hai ricevuto un premio? mi prende in giro.
Io: Infatti. Il premio per la peggiore figlia del mondo. S?, sono in punizione fino a data da destinarsi.
Jake: Gli passer?.
Io: Inoltre a scuola sono in punizione per una settimana perch ? la prima volta. Mi sono salvata dalla sospensione perch suppongo che il preside ha avuto compassione di me.
Jake: Se ti fa sentire meglio ho sentito dire che anche i genitori di Gina lhanno punita.
Io: Non mi fa sentire meglio, ma ? bello saperlo.
Jake: Passo da te domani mattina, mi aspetti?
Io: Certo.
Jake: Buona notte, Joce.
Io: Buona notte, Jake.
Il telefono resta in silenzio di nuovo, come la mia stanza. Mi avvolgo nelle coperte e appoggio il quaderno sul comodino, spengo la luce e sorrido ricordando la faccia di Gina quando lho colpita, sono sicura che non le era nemmeno passato per la mente di finire trascinata a terra. So che questo non sarebbe piaciuto a mamma, ma come ho gi? detto non mi pento.
Sei la mia nuova eroina, Jocelyn salta sulla sedia Meryl battendo le mani emozionata.
Nuova? Chi era quella precedente?
In realt? non ne avevo una. Forse Sheena, la principessa guerriera, ma tu sei meglio. Perch sei reale! sorrido, non riesco ad evitarlo, ? adorabile.
Va bene, devi sapere che sono contro la violenza, quello di ieri ? stato solo un incidente isolato e ora devo fare un tema di 100.000 pagine sul perch la violenza non va bene e cose del genere.
100.000 pagine?! sorrido di nuovo davanti ai suoi occhi da cerbiatta.
Per modo di dire, Meryl. Per? sono tante lo stesso.
Tranquilla, lo farai velocemente, brava come sei nei compiti scritti. Poi continua incerta Quelle ragazze ti hanno dato fastidio o qualcosa del genere?
Io avevo raccontato a Jake esattamente cosa era successo e lui mi aveva appoggiato, cos? decisi di raccontarlo anche a Meryl. Con mia sorpresa fu tanto offesa quanto me, e persino si offr?, secondo le sue parole non le mie, di essere il mio Robin nei miei prossimi scontri. Ovviamente non accadr? pi?, ma mi ? sembrato molto dolce da parte sua.
CAPITOLO 5

Il giorno in cui finisce la mia punizione a scuola, torno verso casa mia con Jake. Non so se l? continuer? la punizione e ancora non posso uscire per andare da qualche parte che non sia la scuola, ma voglio conversare con il mio amico.
Bene, credo che ci vedremo domani lui inizia a salutarmi.
Non vuoi fermarti un po?
Non stai pi? chiusa in casa per punizione? vuole sapere.
La punizione ? il divieto di uscire, ma nessuno ha detto che tu non puoi entrare. Sorride davanti alla mia idea.
Va bene, ma se ci sono problemi non dare la colpa a me.
Ma dai! Non lo farei mai.
Apro la porta, senza sapere come affrontare Elena, forse andr? di nuovo da mio padre a spettegolare. Faccio entrare Jake mentre la cerco con lo sguardo.
Jocelyn, mi ero dimenticata che oggi tornavi presto la trovo al computer nello studio di pap?.
S?, sono gi? qui dico aprendo le braccia. Ovviamente, Jake ? con me. Credi che pap? avr? problemi se vado a casa sua? decido di tentare.
Mmm ? incerta Non credo che tu abbia ancora il permesso.
Va bene, lo sapevo inizio ad allontanarmi.
Ma potete restare qui, in salotto o nel patio, io star? ancora un po qui al computer non so come rispondere; sta tentando di essere gentile, ma non mi fido di lei.
S?, pensavo proprio di fare cos? mi allontano.
Jake ? seduto in salotto e si guarda intorno con molto interesse, proprio come ho fatto io quando sono andata a casa sua.
Possiamo restare qui. Vuoi stare in salotto e guardare la TV o andare fuori sul patio a chiacchierare?
Patio risponde sorridente. Ho gi? avvisato a casa che mi fermer? un po qui.
Ovviamente, non ho una casa sullalbero annuncio quando apriamo la porta sul retro.
Bello cos? potrai sempre venire sulla mia queste parole mi fanno sentire qualcosa di strano nello stomaco.
Chiacchieriamo per unora di cose banali e cose che ci siamo persi luno dellaltra in questi cinque anni. Vengo a sapere che Jake ha portato lapparecchio ai denti per tre anni, che scuola ? rimasto un anno intero senza nemmeno un amico finch ? arrivato Bryan quattro anni dopo, che i suoi genitori litigano ancora e che sua nonna materna ? un po cagionevole di salute e sua madre soffre per non poterla aiutare economicamente dato che non lavora pi? da quando si ? sposata con il padre di Jake. Suo padre continua ad essere severo e sua madre sta sempre zitta, ma a parte questo ci? che pi? mi sorprende ? che ? stata lei ad insegnargli a suonare la chitarra. Lei aveva imparato da giovane e cantava in un bar a Manhattan. Inoltre mi racconta che nonostante questo lui non ha mai suonato e cantato per nessuno tranne che per me, e sento il mio cuore sciogliersi un po di pi?.
Sicuramente, mia madre mi preparer? una cena per il mio compleanno la prossima settimana e vorrei sapere se ti piacerebbe venire.
Certo, ci sar?.
Verr? anche Bryan.
Va bene, capisco che dovr? dividerti con lui sorrido. Anche se in realt? per me ? abbastanza triste.
Per giorni ho continuato a pensare cosa regalare a Jake e ancora non lo so. Per una che vuole studiare letteratura creativa, ho davvero poca creativit?. Se avr? fortuna i prossimi giorni mi verr? unidea. Lui mi ha detto chiaramente che non vuole regali, ma voglio dargli qualcosa lo stesso, anche se materiale. Forse continuer? con la tradizione di regalargli qualcosa che ha a che vedere con la musica. Non potrei mai eguagliare la chitarra, ma forse ho unidea.
Pap?, ho bisogno di andare al supermercato prima del fine settimana, far? una torta a Jake per il suo compleanno e mi mancano alcuni ingredienti.
Va bene, Elena ti pu? accompagnare.
Cosa? Credo di poter andare da sola.
Signorina, non hai scelta ribadisce duro.
Perfetto. Una passeggiata con Elena, niente mi emoziona di pi?. Per? per Jake la sopporter?. Solo per questa volta.
Andiamo al reparto frutta e verdura e prendo molte mele verdi (ricordo che sono il suo frutto preferito), mentre Elena prende altra frutta da portare a casa. Dopo aver cercato gli altri ingredienti, mi invento una scusa per liberarmi un momento di Elena.
Mi servono alcune cose per la scuola, vado a prenderle, ci vediamo alla cassa.
Va bene, ma non metterci troppo.
Corro per le corsie e cerco gli articoli di cancelleria, spero di trovare quello che sto cercando o dovr? andare dove ci sono gli articoli musicali. Una ragazza si offre di aiutarmi quando vede che vago l? intorno senza sapere bene dove andare. Per fortuna, con il suo aiuto trovo quello cerco, prendo anche della carta regalo e un altro quaderno per me, per fare finta di niente.
Mi incontro con Elena alla cassa e metto gli oggetti nel carrello, lei li osserva senza nessun commento.
Jake ? interessato alla musica o a qualcosa di simile? chiede mentre torniamo a casa con la sua auto, non rispondo. Non sono stupida, so di cosa si tratta e la carta regalo, so che non ? per te.
S?, ? per lui. Qualche problema?
Sto solo cercando di essere gentile, non ho nessun problema.
Allora non cercare niente, tu ed io non siamo amiche e non lo saremo mai.
Dopo aver scritto un biglietto di auguri, impacchetto il regalo di Jake e lo nascondo nel mio zaino, glielo dar? domani in anticipo, in privato. ? un regalo solo per lui, suo padre non sa che suona la chitarra. Credo sia meglio consegnarglielo senza spettatori.
Buona sera, signora Johnson saluto la mamma di Jake appena entro in casa sua e la vedo.
Mio padre mi ha sospeso la punizione. Urr?!
Oh, Jocelyn! Come sei diventata grande, tesoro si avvicina e mi abbraccia forte. Mi dispiace tanto per tua madre, ? stata una disgrazia, ma tu andrai avanti perch sei uguale a lei.
Io sono contenta di rivederla sento un nodo nello stomaco, cos? cambio argomento.
Anchio tesoro, non ho potuto essere a casa a causa del problema di mia madre, ma ora sta meglio e mi vedrai qui pi? spesso.
Bene. Mi fa piacere.
Ma entrate pure, venite in cucina, sto preparando la cena, Tu rimani, cara?
Mmm, devo tornare a casa presto, ma domani sar? qui presente guardo il mio amico. Sicuramente porter? un dolce.
Oh cara, non preoccuparti.
Lo far? io stessa, per Jake aggiungo timidamente.
Sento che mi sta fissando, ma non mi giro per guardarlo. Dopo aver mangiato i sandwich che ci prepara sua madre, conversiamo un po con lei.
Perch non andate di sopra a parlare delle vostre cose? Vi star? annoiando. ? meglio che andiate in camera di Jake, ? molto freddo per stare fuori e non voglio che ti ammali alla vigilia del tuo compleanno.
S?, va bene dice lui un po incerto. Vuoi andare di sopra? mi chiede.
Dai, andiamo rispondo con tono scherzoso.
La sua stanza non ? come la ricordo, qui non c? nessun giocattolo e le pareti sono state dipinte di blu al posto dellazzurro brillante. Il suo letto ? in ordine, ma la scrivania ? un disastro. Mi osserva mentre mi guardo intorno, nessuno dei due dice nulla, finch i miei occhi si posano su un piccolo pannello di sughero con varie fotografie e voglio piangere e ridere allo stesso tempo.
Le hai conservate confermo a me stessa, pi? che a lui.
Come non avrei potuto? dichiara sedendosi sul letto.
Osservo la foto dove due bambini piccoli si abbracciano al parco, sorridendo come se mai nessuno li potesse separare. Ce ne sono altre con suo fratello, con sua madre e di noi due, allasilo, alla scuola elementare, nella casa sullalbero. Queste foto le scattarono le nostre madri e le abbiamo entrambi. Pensavo che quando me sono andata le avesse dimenticate, ma sono qui e questo mi rende molto felice.
Oh, oddio! trovo qualcosa di inatteso ? vero avevi lapparecchio ai denti! esclamo sorridendo mentre cerca di togliermi la foto dalle mani.
Non prendermi in giro. Cavolo! Non sapevo che saresti salita.
Ma se sei cos? carino faccio la voce da bambina e sorride con le sue fossette.
Va bene, prendimi pure in giro, posso sopportarlo.
Non ti sto prendendo in giro. Davvero mi sarebbe piaciuto essere qui e vederlo con i miei occhi.
Restiamo a fissare il soffitto per un momento stesi sul suo letto, quando mi rendo conto che devo consegnargli il suo regalo.
Va bene mi alzo per prendere lo zaino. So che hai detto che non vuoi regali, cos? questo non ? un regalo, ? un mezzo perch tu possa fare altre cose. Non serve a niente se non lo riempi.
Tiro fuori il regalo e lo porgo a lui, che ? paralizzato, senza sapere cosa dire.
Grazie dice infine, accettandolo. Ci sediamo di nuovo sul suo letto, uno di fronte allaltra.
Inizia ad aprirlo con unattenzione esasperante. ? solo carta regalo, rompila, penso. Finalmente ci riesce e lo osserva confuso.
? un quaderno da musica chiarisco.Con fogli con il pentagramma. In bianco continuo a spiegare dato che non mi risponde.
So cos? sorride stupito. Ma la musica io la suono soltanto, non la scrivo.
Non ancora
Non sono un compositore.
Solo perch non ci hai ancora provato. Ti ho ascoltato e una sensibilit? come la tua non pu? andare sprecata, inoltre sar? terapeutico, vedrai.
Tu sei la scrittrice, non io.
Provaci soltanto, se non ti piace non insisto.
Va bene concede. Ma di cosa devo scrivere?
Non lo so, di quello che vuoi. Se non sai cosa scrivere, potresti scrivere una canzone per me. scherzo.
Per te? sorride incredulo.
S?, scrivimi una canzone. Se ci riesci vuol dire che sei davvero bravo. Pensaci.
Va bene, ci penser?. Ma se io scrivo, tu dovrai cantare.
Perfetto non posso rifiutare, cosa dovrei dirgli? Che non sono una cantante? E allora lui di nuovo potrebbe dire che non ? uno scrittore, cos? accetto.
E questa? chiede estraendo una busta da in mezzo al quaderno.
? qualcosa che ho scritto per te, ma leggila quando sarai da solo.
Daccordo la rimette al suo posto. Grazie, andiamo ti accompagner? a casa.
CAPITOLO 6

Chiama a casa quando hai finito. ? vicino ma non devi girare da sola con il buio mi fa notare Elena, io la ignoro. Davvero mi sta dando dei consigli?
Va bene, arrivederci rispondo perch non voglio proprio che mi rovini la serata.
Scendo dallauto e subito il freddo dellimbrunire mi d? il benvenuto. O forse sono solo i miei nervi. Comunque, sono contenta di aver indossato i pantaloni e non un vestito. Jake mi aveva detto che era una cena informale, solo la sua famiglia e un paio di amici (Bryan ed io), aveva anche invitato Meryl, per cortesia suppongo, perch non erano molto in confidenza, ma lei aveva altri impegni con la sua famiglia.
Mi dirigo verso la porta dingresso osservando lauto di Scott una Mustang del 64 color nero parcheggiata da una parte, il che significa che ? venuto a fare gli auguri a suo fratello. Suono il campanello e subito vedo una figura che si avvicina distorta dal vetro della porta.
Buona sera saluta Scott con aria divertita, e tu chi sei ? La ragazza di Jake?
Aspetta. Cosa?
Mmm io Non mi lascia finire.
Oh, per Dio! Sei Jocelyn. Allora ? vero che sei tornata e non sei solo una fantasia di mio fratello sorride tra s.
Non ho idea di cosa significhino le sue parole, ma preferisco non chiedere.
S?, sono Jocelyn. Ciao Scott.
Ma entra pure, dammi questo, lo metter? in cucina indica il dessert che ho tra le mani. Jake ? di sopra con Bryan, non ho idea di cosa stiano facendo l?, ma puoi andare a vedere. Io ho paura di quello che potrei vedere, cos? preferisco non farlo.
Scott ? sempre lo stesso, spiritoso e divertente; popolare, ma accessibile, per niente stupido. Un mix strano da vedere, ma ? impossibile non divertirsi se stai con lui. Tuttavia posso dire che esteticamente s?, ? cambiato, e molto. Mi sono persa tutta la sua scuola superiore, cos? posso capire perch mi risulta difficile associare la sua figura a quella che ricordo. ? molto alto, senza dubbio pi? di un metro e ottanta, i capelli ben tagliati, di un castano pi? chiaro di quelli di Jake, ha un corpo definito, che qualunque ragazza vorrebbe vedere in spiaggia o suppongo anche in un altro posto. Sorride, e i suoi occhi chiari illuminano questo posto. Senza dubbio ? molto bello, ma cos? diverso da Jake.
Buona sera, signori Johnson saluto appena entro in cucina, dove ci sono loro.
Buona sera, cara risponde la mamma di Jake, un po meno espansiva del giorno prima. Grazie per il dessert, lo metter? in frigo.
Buona sera, Jocelyn. Vedo che davvero sei tornata. Resterai questa volta?
Ci risiamo, penso. Perch tutti mi parlano con questo tono di sottile rimprovero. Non ? stata colpa mia se me ne sono andata cinque anni fa. Se solo potessero evitare di ricordarmelo ogni minuto.
S? signore, Rester? qui per tutta la scuola superiore annuncio.
Mi dispiace molto per tua madre, ma sono contento che sei tornata. Sei una buona influenza per mio figlio, spero che continuerai ad esserlo. Il suo nuovo amico non mi piace granch.
Io ci prover?, signore.
Perch non vai di sopra dai ragazzi, vi avvisiamo quando la cena ? pronta propone la signora Johnson.
Va bene, ? strano, ma credo che il peggio ormai sia passato. Il pap? di Jake mi rendeva nervosa e lo fa ancora. Come se potesse leggere la mia mente o vedere le mie intenzioni.
Quando arrivo davanti alla porta della stanza di Jake, dai rumori, capisco immediatamente cosa stanno facendo. Videogiochi. Non voglio interromperli, ma non voglio nemmeno tornare al piano di sotto.
Jocelyn, non sapevo fossi arrivata lui dice aprendo la porta.
Sono qui sorrido. Ciao, Bryan lo vedo oltre la spalla di Jake.
Ciao, ragazza Bryan mi chiama solo ragazza, come se davvero non sapesse il mio nome. Credo solo che sia geloso dellattenzione che Jake mi sta dando da quando sono arrivata. Per quanto mi riguarda, non far? nulla per evitarlo, cos? che prima o poi gli dovr? passare, o no?
Siamo provando il nuovo videogioco che ho regalato a Jake dichiara Bryan come se non fosse ovvio.
Lo immaginavo mi siedo sul letto.
Puoi sederti e guardare come gli faccio il culo al tuo si ferma per fissarmi amico.
Dopo altre due corse di auto, Bryan salta in piedi.
Va bene, fratello si rivolge a Jake, Lei non ? proprio mi indica il tuo amuleto portafortuna, non ci stai nemmeno provando, amico. Che succede?
So che Jake non ? concentrato nel gioco, perch lho visto un paio di volte osservarmi per troppo tempo. Ma sono stanca dellatteggiamento di Bryan e muoio dalla voglia di dargli una lezione.
Posso provare? chiedo a Bryan. Tu, contro di me. Chiaro, se ne hai il coraggio.
Stai parlando seriamente?! Non avrai nessuna possibilit? e non voglio vedere le tue lacrime quando piangerai per aver perso la gara.
Vuoi scommettere? Se vinco mi chiamerai per nome per almeno una settimana.
E se vinco io? Sparirai dalla mia vista per una settimana? vedo Jake in tensione vicino a me, ma non dice nulla perch io lo anticipo.
? una sfida.
Ci stringiamo le mani e ringrazio quel topo molesto di mio cugino Kevin, che in un pomeriggio di noia mi aveva insegnato come giocare con la sua Xbox, e da allora ogni volta che andavo a casa sua passavamo il tempo a stordirci il cervello fino a non poterne pi?, e lo strascinavo con me a prendere un po di sole.
Che diavolo! grida Byan, quando taglio il traguardo prima di lui. Molto prima, devo aggiungere.
Una sfida ? una sfida.
Non hai detto che sapevi giocare mi accusa.
Non me lo hai chiesto rispondo con tono innocente e vedo Jake trattenere una risata.
Va bene per questa volta hai vinto tu, Jocelyn pronuncia il mio nome cos? lentamente che riesco ad assaporare ancora di pi? la mia vittoria.
Ragazzi, mettete via la roba da bere e venite gi? a cena ? Scott che apre la porta di colpo.
Non stiamo bevendo, Scott.
S?, mi aspetto che continui a dirlo per tutte le superiori, fratellino.
Scendiamo al piano di sotto e trovo un paio di suoi zii e zie che nemmeno mi riconoscono. Ci risiamo, penso. Ci sediamo a tavola e dopo il brindisi del padre di Jake al compleanno di suo figlio minore e unesaltazione del ritorno del primogenito, procediamo a mangiare. Scott ? seduto a fianco di suo padre, poi ci sono Jake, Bryan ed io. Lo osservo, ignorando quel noioso di Bryan e anche lui mi osserva, c? una specie di complicit? tra noi, sono molto contenta che continui dopo tutti questi anni.
Quando sua madre ci serve il dessert che ho portato, un sorbetto alla mela verde, lo vedo gesticolare un grazie verso di me e so che ne ? valsa la pena.
Credo che chiamer? a casa per farmi venire a prendere dico in salotto, dove stiamo tutti parlando dopo la cena.
Ti posso accompagnare io si offre Jake.
Assolutamente no interviene Scott. Ti porter? io Jocelyn, andiamo.
Si alza senza lasciare spazio a dubbi. Alzo le spalle verso Jake e poi saluto tutti.
Lui ci accompagna fino al portico davanti a casa con le mani in tasca. Indosso la mia giacca nera e lo abbraccio forte.
Di nuovo auguri e grazie per avermi invitata.
Grazie a te per essere venuta e per il dessert, era delizioso.
Grazie. Ci vediamo luned??
S?, buona notte.
Mi dirigo alla macchina di Scott, lui mi aspetta con la portiera aperta e un gesto cavalleresco, rende tutto cos? comico che ? impossibile non ridere. Guida piano e si ferma ad un paio di case di distanza dalla mia.
Mmm, credo che forse non ti ricordi che casa mia ? pi? in l? gli faccio notare.
Mi ricordo, non sono cos? vecchio come sembro. non posso fare a meno di ridere di nuovo. S?, certo, Scott vecchio Voglio solo dirti una cosa.
Va bene divento nervosa.
Lui spegne il motore e si volta il pi? possibile per stare di fronte a me, cerco di fare la stessa cosa in attesa delle sue parole.
Ascolta, Lyn. Davvero sono molto contento che tu sia tornata, nonostante le circostanze che ti hanno riportata qui. Ma sono preoccupato per mio fratello fa una pausa troppo prolungata. Per favore non dirgli che te lho detto, ma quando te ne sei andata lui ha sofferto molto, forse penserai che era un bambino affezionato a te, ma forse tu eri e sei molto importante per lui e non so se sopporterebbe di perderti unaltra volta. Non mi piacerebbe vedere la sua faccia da bambino piagnone.
Io non sono andata via di mia volont? ed anchio ho sofferto nel separarmi da lui.
Lo so, ma adesso che entrambi siete un po cresciuti, restate uniti, okay?
Okay.
Ma non tanto, non voglio ancora diventare zio e torna sullargomento.
Scott! Basta. Jake ? il mio migliore amico.
Ricorda solo quello che ti ho detto piccola Jocelyn.
Basta rido di fronte al suo tono sardonico.
Non riesco a smettere di pensare a quello che mia detto Scott nella sua auto. Jake aveva sofferto tanto per me? Ero tanto concentrata sulla mia sofferenza da sminuire quella degli altri. Ma allora, perch non mi ha ancora rinfacciato niente? Dovrebbe essere furioso con me, urlarmi contro, ignorarmi, darmi qualche segnale che ? ancora ferito per la mia partenza e non chiamarmi pi?. Invece mi ha accolta a braccia aperte.
Decisamente non mi merito la sua amicizia, ma da adesso far? di tutto per conservarla. Mi addormento sognando due bambini che vanno in bicicletta e ridono. Bei tempi.
CAPITOLO 7

Jocelyn, la colazione ? pronta linconfondibile voce di Elena che mi sveglia di domenica. C? un modo peggiore per svegliarsi?
Adesso scendo! il mio unico commento.
Ho tanto sonno che lultima cosa che voglio ? fare colazione con la famiglia felice. Ma davvero non ho molta scelta. Prima di andare in bagno controllo il mio cellulare e vedo che ho un messaggio di Jake di questa mattina presto.
Grazie per il quaderno, ma pi? di tutto grazie per le tue parole sul biglietto. ? molto importante per me saperlo, anchio ti voglio molto bene.
Un enorme sorriso si allarga sul mio viso, e non mi importa pi? chi mi sveglia a con chi far? colazione fra poco. Questa ? diventata una bella giornata, con cinque parole di Jake il mio cuore torna a vivere. Penso di rispondere al suo messaggio, ma forse sta ancora dormendo, cos? rinuncio. Ricordo cosa gli ho scritto.
Mi dispiace essermi persa i tuoi compleanni precedenti, ma oggi sono qui per dirti che non ti ho mai dimenticato, che sei molto importante per me e che ti voglio tanto bene. Buon compleanno, Jake!!! Con affetto: Jocelyn.
Come ? andato il compleanno di Jake? chiede pap?.
Ieri sera appena tornata sono andata nella mia stanza e ho detto a tutti e due che stamattina avrei raccontato quello che volevano sapere. Ero stanchissima.
Solo una cena con la sua famiglia e degli amici.
A proposito di compleanni, voglio chiederti cosa vuoi fare per il tuo.
Non ci voglio nemmeno pensare. Sar? il primo compleanno senza la mamma e in questa farsa di famiglia. Lidea non mi entusiasma per niente. Come pu? chiedermi una cosa del genere?
Non voglio niente dico fissando i pezzi di frutta nel mio piatto.
Potresti invitare Jake e chi vuoi. Potremmo organizzare un pranzo o una cena, quello che vuoi tu.
In realt? lunica attrattiva di questa proposta ? stare con Jake, cos? la prendo in considerazione.
Ci penser? rispondo alla fine, senza decidere niente.
Va bene, fammelo sapere entro il fine settimana annuisco soltanto riempiendomi la bocca di pezzi di mela.
Mio padre fa qualche commento su cose di lavoro con Elena; chiacchierano in realt?, non parlano solo superficialmente, non presto attenzione al contenuto, posso solo vedere un uomo diverso da quello che stava con mia madre e non posso evitare di sentirmi arrabbiata con lui. Dovera questuomo quando mia madre ne aveva bisogno? Dovera quando il suo matrimonio cadeva in pezzi e lui non faceva nulla per evitare che i pezzi mi seppellissero in mezzo a loro due? Perch questa donna poteva averlo e mia madre non ha mai potuto farlo? Non ? giusto. Desidero solo non aver mai conosciuto questa donna o voglio soltanto di nuovo mia madre, di nuovo la mia famiglia.
Jocelyn una voce mi sussurrava allorecchio, Tesoro. Buon compleanno
Aprii subito gli occhi vedendo un luce riempire la mia piccola stanza a casa di mia nonna.
Grazie, mamma pronunciai con voce roca.
Alzati cos? facciamo colazione e poi andremo a casa di tua zia, sulla spiaggia.
S?, mamma. Ma non sono pi? una bambina, ora ho quattordici anni.
Lo so e anche quando ne avrai quaranta sarai sempre la mia bambina mi abbracci? quasi soffocandomi.
Trascorsi tutto il giorno sulla spiaggia con Kevin (rimasi anche assente da scuola, Urr?!), che pur essendo un bambino di dieci anni molto indisciplinato, era una buona compagnia. Non mi ero fatta dei veri amici qui a Tampa, solo compagni di scuola; mi sembrava di tradire lamicizia di Jake.
Due settimane prima ero stata cos? tentata di chiamarlo nel giorno del suo compleanno, ma prima di digitare lultimo numero lasciai perdere, non sapevo cosa dire.
Mamma e la nonna fecero tutto quello che mi piaceva, chiam? anche pap? augurandomi buon compleanno (s?, come no, pensai) e per la mia piccola collezione Kevin mi regal? una conchiglia molto strana che aveva trovato pochi giorni prima. Davvero avevo delle cose belle per le quali essere felice, ma negli ultimi anni sentivo sempre che la mia felicit? non poteva essere completa.
Oggi cosa scrivi? chiese mia madre sedendosi sulla sabbia vicino a me e indicando il mio quaderno giallo.
Non lo so lascio solo scivolare le mie dita
A proposito, ho un altro regalo per te.
S?, mamma oggi mi aveva riempita di regali. Mi regal? un fondo per luniversit? (mamma pensava a tutto), un pc portatile, disse che cos? avrei risparmiato carta, ma finivo sempre per tornare ai miei quaderni gialli; inoltre, il giorno prima avevamo preso dassalto alcuni negozi tentando di modernizzare il nostro look. Mi regal? una giornata incredibile, nonostante tutto. Tuttavia sembrava che avesse qualcosaltro per me. Mi porse una piccola scatola quadrata di velluto con un fiocco enorme.
E questa? sorrisi indicando la scatolina.
Aprila e basta rispose come se fosse una cosa normale.
Sollevai il coperchio e sorrisi per quello che vedevo. Era bellissimo. Un anello dargento con un enorme girasole che copriva il mio dito. Era il fiore preferito di mia madre. Lei aveva una collana con un pendente a forma di girasole come quello che io ora avevo davanti.
Avevo pensato ad una collana anche per te spieg?, ma mi ? sembrata migliore lidea di un anello, cos? lo vedrai sempre mentre scrivi. Cio? quasi tutto il tempo sorridemmo entrambe.
Grazie mamma, ? bellissimo. Mi piace tanto! la abbracciai, sullorlo delle lacrime.
Lo infilai al mio dito indice destro, cos? avrei sempre potuto vederlo mentre scrivevo. Mi accorsi che era regolabile, mamma disse che sarei cresciuta ancora molto e che voleva che lo indossassi sempre.
Sai perch il girasole ? il mio fiore preferito?
S?, mamma risposi, me lo hai detto un milione di volte. Cos? tante che ora ? anche il mio fiore preferito sorrise.
Bene, ma data loccasione te lo ripeter?; a parte che il girasole ? giallo e questo colore evoca allegria e giorni luminosi, il girasole, come indica il suo nome, gira cercando il sole, perch il sole gli d? la vita. Sii come il girasole, Lyn. Cerca il tuo sole, percorri la tua strada e vai in cerca di ci? che ti rende felice, che ti riempie la vita di allegria. Cerca il tuo sole ripet.
A quel punto entrambe eravamo in lacrime, non sapevo se mamma parlasse di qualcosa in particolare o cercasse solo di insegnarmi qualcosa, in quel momento potevo solo annuire, avrei capito le sue parole pi? tardi, purtroppo quando lei non cera pi?.
Osservo lanello nella mia mano, lultimo regalo di mia madre. Lei era il mio sole. Ma sento che devo trovare un altro sole a cui aggrapparmi o appassir? prima che arrivi la notte.
Bellanello ? la voce di Jake che mi riporta al presente.
Me lo ha regalato mia madre quando ho compiuto quattordici anni.
Lui annuisce soltanto sedendosi al mio fianco.
Dopo la colazione vado al parco vicino a casa con il mio quaderno, anche se in realt? non ho scritto niente e mi siedo solo ad osservare lanello e a pensare a mia madre.
Scott mi ha detto che ti ha vista da queste parti quando ? passato e che eri da sola. Ho pensato di farti compagnia, se non ti d? fastidio, ovvio.
Sono contenta che tu sia qui ammetto, infilandomi di nuovo lanello al dito.
Ti ho mandato un messaggio ieri sera, o meglio, oggi molto presto.
Lho visto oggi molto tardi. Pensavo dormissi e non volevo disturbare.
Sorride con il suo sorriso con le fossette guardando verso la strada, dove passano le auto estranee a questo posto dove noi ci siamo incontrati, il sole brilla un po di pi?.
Tu non disturbi mai, Joce
Solo lui mi diceva e mi dice cos?, e mia madre a volte. Sorrido anchio.
Come va la canzone? decido di cambiare argomento.
Me lo hai regalato appena ieri sera, dammi un po di tempo.
Va bene, ti dar? il tuo spazio dico mimando le virgolette nellaria con le dita in modo drammatico.
Sorride di nuovo e osservo il mio dito. Il girasole brilla come Jake, illuminando la mia vita.
I giorni passano, a volte lenti quando pap? e Elena mi stanno intorno, o a volte rapidi, quando sto con Jake. Ma sempre avvicinandosi inevitabilmente al mio compleanno. Davvero odio pensarci. Mamma non sar? pi? con me per questo giorno.
CAPITOLO 8

Mamma continua ad essere preoccupata confessa Jake, interrompendo il nostro silenzio particolare.
Se non abbiamo compiti, saliamo sulla casa sullalbero, lui suona qualche accordo qui e l? ed io scrivo con la sua musica come colonna sonora. Ma da un po di tempo sento le sue note agitate e so che qualcosa non va.
Tua madre sta ancora male?
S?, e so che ? preoccupata per laspetto economico. Non so come ha potuto sprecare del denaro per il portatile per il mio compleanno.
Davvero non so cosa dire, c? poco che entrambi possiamo fare o forse no.
Forse potresti aiutarla con un po di soldi?
Soldi da dove? alza le sopracciglia e allontana le dita dalle corde.
Non sapevo se gli sarebbe piaciuta la mia idea, ma non avevo niente da perdere a provarci.
Potresti cantare cantare per la gente.
Assolutamente no! rifiuta quasi immediatamente Io non canto in pubblico, Joce.
Ma potresti. Canti davvero bene e potresti fare un po di soldi con questo dono.
Lui fa di no con la testa guardando la vecchia chitarra che tiene tra le mani.
Io non canto per le persone, canto solo per me si ferma imbarazzato per quello che sta per dire ed ora anche per te.
Dovresti provare, pensaci, hai una voce troppo bella per nasconderla e arrossisco per come mi guarda.
Ci penser?, daccordo concede non molto convinto e reticente ad accettare, ma ho la certezza che alla fine lo far?.
Allimprovviso ho unidea pazza, ma decido di dirgliela in ogni caso.
Aspetta, ho unaltra idea.
Oh, no! si lamenta Jake.
Non dire di no prima di sentirla.
Non so che sguardo mi lancer? ora, ma voglio verificarlo.
E se fai unaudizione per qualcuno di quei programmi per giovani talenti? Hai 15 anni, puoi farlo.
Cosa?! Sei pazza?!
Ehi! mi risento.
Scusami, non sei pazza, solo che quello che stai dicendo ? una pazzia. Non potrei mai farlo.
Allimprovviso sento che mi ha fraintesa, la sua voce riflette una profonda tristezza e non so come rimangiarmi le parole.
? solo unidea, non fare cos?.
Hai visto quei programmi, Joce? annuisco Dovrei cantare per centinaia di persone sul set e milioni che mi guarderanno alla televisione, ma questa non sarebbe la cosa peggiore fa una pausa significativa la parte peggiore sarebbe vedere che, tra tutte quelle persone, la mia famiglia non c?.
Ora capisco tutto. La sua famiglia non lo appoggerebbe mai, perch il signor Johnson non approverebbe mai che uno dei suoi figli partecipasse a qualcosa cos? banale come un programma televisivo che cerca la prossima star musicale, non sa nemmeno che Jake suona la chitarra, ancora meno che canta. Sua madre non andrebbe mai contro il marito, e su fratello ovviamente sarebbe costretto a schierarsi. Tutte quelle persone avevano le loro famiglie tra il pubblico, orgogliose di loro, lui no, perlomeno non la sua famiglia e credo che ci avesse gi? pensato prima che io parlassi.
Io starei l? sussurro appoggiando la testa sulla sua spalla. Io appogger? i tuoi sogni.
Lo so sorride tristemente.
Restiamo l? appoggiati luno allaltra, tenendoci per mano come se fosse il nostro unico salvavita. So che negli ultimi anni per lui non ci sono stata, ma sono anche sicura che a partire da adesso lo appogger? in ogni strada che vorr? prendere.
Jake sussurro di nuovo e alzo la testa per guardarlo negli occhi Io sono la tua fan numero uno a partire da adesso.
Ci contavo dice stavolta sorridendo davvero e cos? so di aver trovato le parole giuste.
Possiamo anche caricare dei video su Youtube, sai come Justin Bieber, potresti essere meglio di lui.
Stai zitta, Joce continua a ridere Semplicemente non sai quando smettere. Ci penser?, va bene? Ma non oggi.
Okay gli faccio locchiolino e torniamo alle nostre occupazioni. Lui suona, io scrivo.

Vado bene a scuola, e questo mi lascia del tempo per scrivere di pi?. Ho gi? scritto vari racconti e sto terminando il mio primo romanzo. Il mio blog va a meraviglia, scrivo recensioni e condivido i miei racconti con chi vuole leggerli. Ho molti amici blogger, ma pochi a scuola. Davvero non mi sono disturbata a cercare di entrare in qualcuno di questi gruppi e dalla mia piccola lite con Gina non mi si avvicina pi? nessuno, o meglio, solo Meryl e Jake. Ah, e Bryan perch non ha altra scelta.
Non sono andata al ballo di benvenuto, Jake ha capito che non mi vanno i balli, n Halloween, non ci ? andato nemmeno lui anche se gli ho detto che avrebbe dovuto, ha risposto che non gli interessavano. Ho saputo da Meryl che Bryan laveva invitata ad andare con lui, ma lei gli ha detto di no, pensando ai genitori, non ? entrata nei dettagli ma ho supposto che siano dei bianchi razzisti. Anche se Bryan ed io non andiamo molto daccordo, questo non ha nulla a che vedere con il colore della sua pelle. Da allora le cose tra loro sono imbarazzanti, dato che Meryl ci ? andata con un altro ragazzo e Bryan ha tratto le proprie conclusioni. Lui alla fine aveva trovato con chi andare, ma tra loro latmosfera era ancora tesa.
Bene inizio. La prossima settimana ? il mio compleanno e vorrei invitarvi. Verr? mia zia e preparer? il pranzo, se poteste venire sarebbe fantastico, ? di sabato.
Mi dispiace, ragazza dice Bryan, mi chiama di nuovo ragazza, ma sar? fuori per una visita di cortesia andr? a casa dei miei nonni.
Oh, Jocelyn! Perch il tuo compleanno deve essere proprio in questi giorni! si lamenta Meryl. Anche i miei genitori ed io saremo in viaggio, ma ti prometto che appena torno faremo qualcosa tra ragazze.
Io ci sar? mi rassicura Jake, ignorando gli altri e guardando solo me.
Lo so, grazie.
E cos? ? stato. Mia zia Kerry arriv? a casa mia con Kevin, non lo vedevo da appena un paio di mesi e lo trovai molto cresciuto. Sapevo che lei non voleva stare in questa casa, ma sapevo anche che mi amava tanto da sopportarlo e anche pap? dovette accettarlo. E quando la ringraziai per essere presente nella mia vita, so che pap? si accorse di non essere stato nominato. Eppure, con tutto il dolore per la mancanza di mia madre, oggi ricordai le sue parole e cercai il sole per quella giornata, il mio sole fu mia zia.
Come stai, Lyn? chiede mia zia mentre mi siedo sul letto dopo aver pulito la cucina.
Bene, zia.
Non te lo sto chiedendo cos?, tanto per chiedere, Jocelyn. In realt? voglio sapere come stai. Mi puoi mentire per telefono, ma voglio che mi guardi negli occhi e mi dici davvero come stai.
Lei sa come ottenere la verit?, non puoi nasconderti davanti ai suoi occhi, lei ti vede attraverso.
Odio questa casa, zia. Davvero, la odio. Odio che unaltra donna, che non ? la mamma si creda la padrona, odio pap? per aver permesso a questa donna di entrare qui, odio che tutti i bei ricordi di mamma in questa casa svaniscano sempre di pi? e temo di non riuscire a ricordare il suo viso tra alcuni anni termino singhiozzando e lei mi abbraccia.
E cosa ti piace, Lyn? Devi concentrarti su ci? che ami, affinch le cose che odi siano pi? sopportabili.
Continuo a singhiozzare mentre penso alle sue parole. Cosa amo?
Amo scrivere continuo a pensare. Amo avere un amico che mi ha perdonato dopo che me ne sono andata senza salutare e che mi ha aspettato come se nulla fosse cambiato, amo svegliarmi la mattina perch so che lui mi aspetta sul marciapiede per andare a scuola, amo scrivere mentre lui suona la chitarra.
Zia Kerry sospira, non so se di sollievo, ma lo interpreto cos?.
Questo ? bello, tesoro. Jake mi ? sempre piaciuto, lui si ? sempre occupato di te e sono contenta che siate tanto uniti di nuovo. Ma fai attenzione, non puntare tutte le tue fiches in ununica partita, potresti restare senza niente.
Cosa vuoi dire? Parli come mamma.
Ricordalo soltanto, va bene? E voglio vedere Jake al tuo compleanno. Buona notte, tesoro.
Buona notte, zia.
CAPITOLO 9

Mi sveglio con il profumo di hotcakes e i miei sensi si mettono in allerta, mi alzo rapidamente ancora in pigiama scendo al piano di sotto e trovo tutti ad aspettarmi.
Buon compleanno, bambina mia la zia si avvicina per essere la prima a farmi gli auguri.
Buon compleanno, cugina pestifera questo ? Kevin, fa del suo meglio per essere gentile.
Buon compleanno, figlia mia questo ? mio padre che mi abbraccia forte, ma io non contraccambio.
Elena ci pensa bene e mi augura solo buon compleanno da lontano, non ? cos? stupida dopotutto.
Stiamo facendo colazione relativamente con calma quando mia zia dice che mi dar? il suo regalo in questo momento e mi porge una scatola rettangolare, di media grandezza. Sono curiosa, strappo la carta regalo ed i miei occhi si spalancano per la sorpresa.
Tu sei la zia migliore di tutte! Non posso credere che mi hai comprato un Kindle mio padre sembra sorpreso, anche se sa che ho sempre un libro in mano.
Di niente, tesoro. Spero che ti piaccia, ma per favore socializza un po entrambe sorridiamo.
Adesso il mio! grida Kevin.
Davvero i suoi regali mi sorprendevano sempre, lo lasciavo incartare quello che voleva darmi, cos? che mi aspettavo qualsiasi cosa. Mi aveva gi? regalato un disegno di noi due sulla spiaggia con scritto Kevin e la cugina pestifera. Lo aveva fatto a sette anni, cos? lo perdonai. Quando apro il regalo di oggi e lo alzo davanti agli occhi, so che Kevin pu? dimostrare il suo affetto in modi particolari, ma ? sempre sincero.
? una maglietta gialla che dice: La migliore cugina del mondo. Davvero quel topino mi arriva al cuore.
Grazie, Kevin. ? stupenda.
Grazie, ? vero. sorride.
E lo dici perch sono la tua unica cugina, non ? cos??
? vero, ma anchio sono il tuo unico cugino, cos? siamo pari e torna alla sua colazione come niente fosse.
Pap? mi regala un nuovo cellulare, davvero pratico, ma niente di personale. E sorprendentemente anche Elena ha qualcosa per me, nel momento in cui lo prendo tra le mani so cos? e mi mortifica che lei mi conosca meglio del mio stesso padre.
? un libro. Ma non un libro qualunque. Una copia di Il Piccolo Principe di Antoine De Saint-Exupry. Il libro che mia madre mi leggeva sempre da bambina e che porto sempre con me, anche se diventa ogni giorno pi? vecchio.
Questo puoi usarlo tutti i giorni e conservare laltro come un tesoro dice con naturalezza mentre io continuo a guardare il libro senza sapere cosa dire. Puoi rovinare questo e fare tesoro dellaltro.
Alzo lo sguardo e mi rifiuto di provare qualunque tipo di simpatia per questa donna. Non so se lo fa per darmi fastidio o per farmi piacere. Ma mi secca dubitarne, non devo avere dubbi, lei non pu? amarmi, come io non posso amarla.
Grazie ? lunica parola che riesco a pronunciare.

Dopo colazione salgo nella mia stanza a cambiarmi e a rendermi pi? presentabile per il pranzo, ma resto a guardare i due volumi di Il Piccolo Principe, uno vecchio e laltro nuovo. Elena ha ragione, voglio conservare a lungo quello di mia madre e non ci riuscir? se continuo a portarlo con me dappertutto e a sfogliarlo varie volte al giorno. ? una buona idea averne una copia che non mi interessa perdere o rovinare. Non so come lo ha saputo e non voglio pensarci, cos? prendo solo il libro di mamma e lo avvolgo nella plastica di quello nuovo finch sapr? dove e come conservarlo. Terr? con me quello di Elena, per ora.
S?, ho pianto un po nella mia stanza, ma mi mancava mia madre. Cos? ho indossato uno dei vestiti che ho portato da Tampa e che non ho mai usato. Era rosso vino, con le spalline, vita stretta e gonna a campana. La casa era riscaldata cos? potevo sfoggiarlo.
Io vado dico appena suona il campanello. So che ? Jake, non ho invitato nessun altro.
Non so perch, ma il mio cuore batte un po pi? forte, ? soltanto Jake, ma non posso farne a meno. E quando apro la porta mi manca il respiro per la sorpresa vedendo un enorme mazzo di girasoli tra le sue mani. I miei occhi si riempiono di lacrime e lui perde il sorriso.
Ehi, volevo solo vederti felice, ma se non ti piacciono li restituir?.
NO! sbotto. Mi piacciono moltissimo. Grazie. Lo abbraccio quasi troppo forte, Prego, accomodati.
Faccio un addobbo per la tavola con i girasoli proprio come faceva mia madre e in qualche modo la sento vicina, con mia nonna, che mi aiuta, accogliendo di nuovo Jake nella mia vita per non soffocare. Lui ? la mia aria.
Mangiamo. ? piacevole vedere mia zia e Jake che si aggiornano a vicenda. Non lo ha visto per anni e Kevin non ricorda.
Ehi Jake, ti piace mia cugina? chiede Kevin a Jake che arrossisce, mentre io resto immobile in mezzo alla sala da pranzo. Gli adulti sono in cucina.
Siamo solo amici chiarisce il mio amico.
Non era questa la mia domanda insiste mio cugino.
Perch non ti stai zitto, cuginetto? dico a quel topolino, e arrossisco anchio.
Ho qualcosaltro da dire Kevin si rivolge a Jake Se fai del male a mia cugina dovr? io fare del male a te.
Lo terr? a mente risponde tentando di nascondere un sorriso, come me.
Mio cugino a volte pu? essere una spina nel fianco, ma in fondo ? un bravo ragazzino e so che a modo suo mi vuole bene.
Pu? essere pestifera, ma ? lunica cugina che ho aggiunge prima di dirigersi in cucina per una seconda fetta di dolce.
Non riusciamo pi? a trattenerci e scoppiamo a ridere. Kevin finisce sempre per rovinare un bel discorso, ma a modo suo ? adorabile, con i suoi riccioli biondi sembra uno di quegli angeli dipinti nelle chiese, ovviamente finch non lo conosci per pi? di cinque minuti.
Dai, credo che far? attenzione scherza Jake.
Dovresti, Kevin ? cintura nera.
Davvero? si sorprende.
No, ma ha una cintura di qualche colore e si sta impegnando per quella nera, quindi fai attenzione.
Chiacchieriamo ancora un po finch chiede il permesso a mio padre di portarmi a prendere un gelato. Kevin vuole intrufolarsi, ma per fortuna mia zia interviene rendendosi conto che vogliamo stare un po da soli.
Prendo il mio cappotto, non so a che ora torneremo e cammino con Jake fino a casa sua; lui mi dice che Scott ci porter? dove vogliamo. Dopo gli auguri dei suoi genitori, saliamo sullauto di Scott e immediatamente mi accorgo della chitarra sul sedile anteriore e sono curiosa.
Bene In questa bella serata sono stato assunto come vostro autista dice Scott cerimonioso, vi porter? ovunque desideriate, la prima destinazione ? stata gi? decisa, quindi mettetevi le cinture perch andiamo l?.
Jake si siede dietro con me e la chitarra dalla parte del passeggero. Scott accende lo stereo e canta senza nessun ritmo, cambiando le parole. Jake mi sembra un po nervoso.
Dove andiamo? chiedo.
Beh ti dar? il tuo vero regalo.
Attraversiamo il Ponte di Brooklyn verso Manhattan e sono doppiamente curiosa.
La chitarra ha qualcosa a che vedere con questo?
Un po di pazienza, principessa mi interrompe Scott.
Quando arriviamo a Central Park, non so come andr? a finire. Cosa ci facciamo qui?
Bene, siamo arrivati conferma Scott. Jake hai unora, non voglio che si faccia troppo tardi per riportare la principessa al suo castello.
Jake annuisce mentre apre la sua portiera e la tiene aperta per lasciarmi scendere, prende la chitarra dal posto davanti, se la appoggia su una spalla e chiude la porta.
Andiamo? mi offre il braccio e io mi appoggio.
Ma dove?
A trovare un posto tranquillo dove posso cantare per te
Mi fermo di colpo, lasciando il suo braccio. Anche lui si ferma e mi guarda.
Dai, andiamo mi incoraggia e continuo a camminare senza dire niente.
Troviamo un posto tranquillo e ci sediamo sopra una coperta che era nascosta dentro la custodia della chitarra. Fa molto freddo, ma non vorrei essere da nessun altra parte.
Io voglio regalarti una canzone, la mia prima canzone originale. La prima di molte, spero comincia ad imbracciare la chitarra mentre io osservo incantata ogni suo movimento.
Davvero hai scritto una canzone per me?
Ehi, non ti emozionare troppo. In realt? ? pessima, ma ? tutto quello che ho per ora.
? bella dico, mentre alza la testa dalle corde.
Non lho ancora cantata sorride.
So che sar? bella perch lhai scritta per me e qui arrossisce di nuovo, ? quasi impercettibile, ma io conosco molto bene la tonalit? della sua pelle e noto il leggero cambiamento.
Bene, vado.
Appena inizia riconosco gli accordi che aveva suonato nella casa sullalbero mentre io scrivevo, cercava di trovare un suono da quando gli avevo chiesto di scrivere qualcosa per me. Questo mi riempie il cuore di un sentimento sconosciuto, ma caldo, come una coperta fatta dalla nonna.
Mentre ascolto la sua voce mi viene la pelle doca. Jake canta con gli occhi chiusi, dandomi la possibilit? di osservare ogni dettaglio, le sue labbra che si muovono, come le sue parole accarezzano laria e arrivano alle mie orecchie.
Non ? una canzone pretenziosa, parla di me che chiedo a lui di scrivermi una canzone e di lui che esprime il sentimento di non volersi separare da me unaltra volta. ? una canzone triste, ma nonostante questo mi sento felice che lui voglia restare al mio fianco come dice la canzone, anche solo come amico.
Lultima nota resta sospesa nellaria, mentre lui apre gli occhi timoroso della mia risposta. Riesco a malapena a trattenere le lacrime, ma appena vedo i suoi occhi non ce la faccio pi? e mi butto tra le sue braccia, piangendo, la chitarra tra noi due.
Mi piace molto mi stacco da lui e lo guardo negli occhi, asciugandomi le lacrime. Lui ? senza parole, ma alla fine sorride.
Allora ne ? valsa la pena afferma, ritrovando la voce.
La canteresti di nuovo?
Di nuovo?
S? ma aspetta cerco nella mia borsetta il cellulare che pap? mi ha appena regalato, fa delle belle foto e mi viene in mente unidea. Non ti da fastidio se ti registro, o s??
Jake sembra in imbarazzo vedendo le mie intenzioni, ma sa che non pu? dirmi di no. Canta di nuovo mentre io tengo in mano il telefono rivolto verso di lui. Le note e la sua voce mi avvolgono ancora e desidero solo che la telecamera possa captare anche le emozioni che fluttuano intorno a noi.

CAPITOLO 10
Avevo ascoltato la mia canzone fino a tardi, la canzone che Jake aveva scritto per me. Dopo che Scott ci riaccompagn? quel giorno, in realt? non parlammo molto, soprattutto ci furono sguardi e sorrisi di complicit?.
Il giorno seguente andai a fare spese con mia zia, dato che tutti i miei vestiti mi servivano poco a New York; la temperatura sarebbe scesa ancora di pi? e non ero attrezzata. Non pensavo di chiedere ad Elena di accompagnarmi. Comprai varie cose, credo che mi entusiasmai troppo, ma sentivo la necessit? di vedermi bella. S?, era cos?, volevo vedermi bella. Ovvio, questo non aveva niente a che fare con nessun ragazzo, fu ci? che risposi a mia zia quando me lo chiese, ma lei mi rivolse un sorriso del tipo s?-certo-come-no, che mi confuse.
La odiai davvero quando dovette andarsene, mi ricordava tanto mia madre, ma dovevo ricordarmi che non lo era e che aveva unaltra vita, purtroppo lontana da me. Rimasi gi? di morale per giorni. Jake tentava di rallegrarmi, cantava per me e a volte riusciva a strapparmi un sorriso. Ricordai che qui cera ancora qualcosa per cui valeva la pena restare: Lui.
Elena era sempre pi? grossa. E non era per cattiveria ma in fondo ero contenta. Forse s?, era per cattiveria. Venni a sapere che il mio nuovo fratello/sorella sarebbe nato in aprile. Avevo ancora alcuni mesi per terminare il mio primo romanzo senza essere disturbata dal pianto di un neonato. Inoltre decisi di dare una mano in casa, non per lei, ma per non sentire mio padre che me lo ricordava e anche perch cos? sentivo che non mi regalavano niente, che in realt? mi guadagnavo vitto e alloggio.
Un giorno torno da scuola, non vado a casa di Jake perch mi tocca fare le pulizie, entro e non vedo nessuno, lascio il mio zaino in salotto e mi dirigo in cucina. Ed ? quando la sento parlare al telefono nel patio. Davvero non sono pettegola, ma mi sembra di sentirla piangere cos? presto maggiore attenzione.
Lho gi? fatto, mamma sembra stia parlando con sua madre. Sai che io la capisco pi? di chiunque altro per quello che ? successo con pap?, eppure non so come avvicinarmi a lei senza farmi odiare.
Un momento, forse parla di me?
S?, mamma, ? una situazione difficile. Charles sta male, lei sta male e anchio. Nessuno pu? vivere tranquillo in una casa cos?.
Per un attimo sono contenta di sapere che anche lei sta male. Non ha il diritto di mostrare la sua felicit? quando tutto in questa casa ? marcio.
Lo so, avr? pazienza. Vorrei solo che le cose migliorassero prima dellarrivo del bambino.
Allimprovviso, non so perch, mi sento in colpa. Ma rifiuto questo sentimento, io non sono colpevole di niente, lintrusa qui ? lei. La ascolto mentre saluta, e corro in salotto a prendere il mio zaino.
Jocelyn, non ti ho sentita arrivare.
Sono appena arrivata, tra un attimo mi metto a fare le pulizie.
Salgo le scale di corsa e mi chiudo dentro la mia stanza. Sono un po confusa. Perch Elena non mi odia come io odio lei? Dopotutto sono arrivata per distruggere la sua piccola bolla di felicit?. Davvero sono ingiusta con lei? No, nemmeno per idea, la via non ? stata giusta con me, io non devo rendere le cose pi? facili per nessuno.
Indosso abiti comodi, gli auricolari e passo laspirapolvere per tutta la casa, pulisco la cucina, anche se ? gi? pulita e poi faccio una lunga doccia calda. Scendo in cucina e Elena sta tagliando alcune verdure per la cena.
Ti aiuto mi offro senza attendere la sua risposta e inizio a tagliare delle carote. Vedo che mi sorride.
Ascolto in replay la canzone di Jake. Lho convertita in mp3 e in tutti i formati possibili. Sono ossessionata, mi addormento ascoltando la sua voce e continuo ad ascoltarla al risveglio, ? come una droga che mi aiuta a continuare la giornata.
Il freddo di dicembre, ci fa stare dentro casa. C? la neve quando guardo fuori dalla mia finestra. Amo la neve, ma odio il freddo. Una volta che inizio a tremare non riesco pi? a smettere. Da tempo ormai la mia pelle abbronzata ? sparita e guardandomi allo specchio sembro un altro membro della famiglia Adams. Un cappellino nasconde i capelli, ma la faccia da morta, non c? trucco che la copra, inoltre non ho trucchi, mi chiedo se dovrei comprarne.

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