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Dillo Tu Te Stesso
Gerardo D'Orrico
Questo diario è il quarto libro scritto da me, una raccolta di venti composizioni che rappresentano il pensiero e le certezze della nostra epoca moderna. Racconti su un passato non molto lontano che potrebbe identificarsi nella realtà odierna, il presente non recensito giornalisticamente, persone che non hanno rappresentazioni comuni pubbliche, troppo impegnate in un certo senso a pensare quel che non hanno mai potuto fare, fino a ciò che gli è stato tolto per non intendere un bene o un male contemporaneo. Racconti anche autobiografici come esperienze personali con gli altri o gli averi, la pace e i dolori, i miracoli, gli amori e le amicizie.
Questo diario è il quarto libro scritto da me, una raccolta di venti composizioni che rappresentano il pensiero e le certezze della nostra epoca moderna. Racconti su un passato non molto lontano che potrebbe identificarsi nella realtà odierna, il presente non recensito giornalisticamente, persone che non hanno rappresentazioni comuni pubbliche, troppo impegnate in un certo senso a pensare quel che non hanno mai potuto fare, fino a ciò che gli è stato tolto per non intendere un bene o un male contemporaneo. Racconti anche autobiografici come esperienze personali con gli altri o gli averi, la pace e i dolori, i miracoli, gli amori e le amicizie.
Dichiarare sé stessi e il mondo come hobby, sport o? Serve auto dichiarare sé stessi e il mondo secondo le proprie esperienze in rapporti umani e materiali, concreti. È un diario scritto in modo semplice, un fenotipo di sentimenti cristiani e presenti, vuole rappresentare una porta verso il futuro, un partito nuovo. Il periodo delle lettere raggiunge d’agosto 2010 a maggio 2013.


Gerardo D`Orrico
ISBN: 9788835412953
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com (http://write.streetlib.com)

Breve biografia
Gerardo D’Orrico nato a Cosenza il sei marzo 1976. Compiuti gli studi di maturità scolastica ho frequentato le università di Arcavacata e di Bologna ma senza conseguire la laurea, ho una buona conoscenza informatica e di alcuni strumenti musicali. La mia gioventù è stata tra la residenza di Luzzi e Cosenza per gli studi o nella città natale di mia mamma Villapiana sul mare. Ho fatto moltissimi viaggi in l’Italia e qualcuno all’estero, dopo il servizio militare ho aiutato mio padre con il suo lavoro e mi sono dedicato alla scrittura in prosa oltre a proseguire la mia passione per l’informatica e la programmazione software, ho creato e gestisco il sito-web Beneinst.it, dove ognuno potrà inserire gratuitamente le proprie pagine di diario in lettere, poesie, disegni, quadri o foto. Vivo a Luzzi dove tra le altre occupazioni e la ricerca per l’arte tecnologica, continuo con la scrittura, la revisione o la pubblicazione dei miei testi, fino a ora ho scritto quattro libri in forma di diari: 1. Il bene e il male, memorie 2. Un soffitto di cenere 3. Siamo già noi tra dieci minuti e 4. Dillo tu te stesso.


Foto GD - 1993

Prefazione
Questo diario è il quarto libro scritto da me, una raccolta di venti composizioni che rappresentano il pensiero e le certezze della nostra epoca moderna. Racconti su un passato non molto lontano che potrebbe identificarsi nella realtà odierna, il presente non recensito giornalisticamente, persone che non hanno rappresentazioni comuni pubbliche, troppo impegnate in un certo senso a pensare quel che non hanno mai potuto fare, fino a ciò che gli è stato tolto per non intendere un bene o un male contemporaneo. Racconti anche autobiografici come esperienze personali con gli altri o gli averi, la pace e i dolori, i miracoli, gli amori e le amicizie.
Dichiarare sé stessi e il mondo come hobby, sport o? Serve auto dichiarare sé stessi e il mondo secondo le proprie esperienze in rapporti umani e materiali, concreti. È un diario scritto in modo semplice, un fenotipo di sentimenti cristiani e presenti, vuole rappresentare una porta verso il futuro, un partito nuovo. Il periodo delle lettere raggiunge d’agosto 2010 a maggio 2013,
Gerardo D’Orrico

1. Soldi, pace o dolori
Lettera estiva, 31.08.2010
La ragione è la nostra religione, chi ha fatto tutti i nostri guai invece l’estate che percorre il suo corso, sembriamo impreparati in ogni cosa, un digiuno della mente. Dolce è il cammino che ci porta verso una grande rinfrescata settembrile, diverse osservazioni mi occupano e non ero io la querela, che vive la nostra Calabria o grandi parole pronunciate per aria, chissà cosa si voleva… di sicuro dove va a finire. Chi governa qui? Dillo, ripetilo vedrai funziona, passa l’aereo spaziale che ti porta via o il tuo bruto che voleva ma non fa già niente… si dorme mentre si cammina per le strade e in casa, con la buona nottata che si prospetta, piena di profumi e odori tipici di questa estate. Vedrai troverai un argomento, che giustifica la tua normale linea di prodotti estetici, che ti porti per uscire. La tua intesa per la mia pace… e meglio il male ehm, il mare o la montagna? Era molto peggio in maggio, non sapere da che parte cominciare, forse il competente dubbio moderno oppure della grande vincita mattutina o pomeridiana, non lo vedi più il nostro o l’amico tradito, perso, terso. La verità nel cemento è una sola, parla in casa tua. 09.08.10 Degli spropositi ci girano per la testa o sono al nostro fianco, oggi sarà sempre la soluzione di tutto, del passato di tutti i tempi, oggi sa il dolore e le altre cose. Guarda il tuo orologio, quei globi o anche qualcun altro ancora si pensano, che un bene si occupa d’altro o in un altro. Quanto insensato era il nostro governo: non ti muovere dunque non ti abbassare ma vai, vai. Sembra l’anno scorso rinsaldato o pagato, appagato per questo e il nostro onore ancora. Ecco come ora in questo momento avviene un’altra cosa, tipo all’ora di pranzo per davvero non ti muovere, resta pur a guardare il pavido colore del giorno o del pavimento ma, ovviamente non commette reati è così (( )).
“Amandoti e la vita delle cose che non si sono mai espresse, del nostro enigma quotidiano, delle parole che sono poche per il tempo perso, da tutto ‘l tempo che non ci vediamo a occupare quel posto dove non arriva mai nessuno, che dice non è tuo o che ti vogliono rubare.”
Dunque il giorno è arrivato, finalmente il Sole brucia le nostre persone, appunto: ora cosa ti amplificherà il tuo vicino, perché si pensa ancora che non parli. La ragione diventa come la matematica, prende di preciso una linea che si vede, un discorso non dà spazio a dubbi o imperfezioni… meglio andare alla prossima fermata, un arco di trionfo verso la fine della strada con il resto di una bugia: or dunque sarà superato l’oblio, ora il primo piatto preferito resta il diavolo derubato, la prigione, la donna o il ramo dell’albero. Siccome invece si devono superare i nostri fascismi, tu non sei qui, non mentire non ci sei.
Fai pace dai, vai oltre un errore di persona, commettere un errore da vicino davvero, sarà solo la richiesta del riscatto di un rapimento, cosa si voleva dal diavolo. Saranno facili queste cose, sono nostre, sono fucili e il nostro timore, le restrizioni fasciste di falsi fascisti. Direi le restrizioni di un infermo, dir di no resta un abuso di potere, in un altro aspetto sarebbe “strapotere” di umani qui in Calabria come a Roma, il perché non parli delle tue ragioni o, dell’esistenza del male. Una persona, un mondo, una palla che ruota su sé stessa, quindi ripetiamo oggi di nuovo come ieri, come nel ricordo. Piano per piano si ripete la noia o una macchia nera sul petto, si dice che la pace resta un posto per chi non ha occhi per vedere che la verità, nelle persone e nelle cose. La guerra un posto dove la pace non c’è ma noi siamo lì, noi ci siamo non esiste solo l’auto spegnimento… gli altri sono persone facili non fucili, forse i fucili non erano facili. Chi vive in carcere è facile ma, vuol dire anche qualcos’altro poi ci sono delle necessità, com’è strano parlare di persone a volte sembra non si vede nemmeno chi frequenti, secondo te con un incidente alla testa un bene sarà sempre lo stesso, le persone si distanziano non va bene.
Cinque minuti ancora per la mia esistenza periferica, non siamo ancora in ufficio. Spira il vento nelle trame colorate del suo avvenire, vogliono cambiare la pratica del lavoro saranno affari di tutti loro, mentre noi in quante volte te l’ho detto: presente resta il bene che governa la vita, non si fugge dalla realtà oggi, solo la sabbia che può sfuggire tra le mani. La vita diventa la persistente esistenza impregnata dal tampone cuore, di forma non esiste una migliore di quella reale, vera. Illuminati da quale edicola vieni fuori, quanti vermi un esistenza assieme non sarà un uomo che brucia, si dice siamo tutti vivi, occupanti perché pensare che non ci siano tutte le persone nel mondo, inutile credere nelle fantasie o nel vuoto delle cose che ci sono o non ci sono… si dicono delle cose che non sarebbe obbligato ci fossero, altre invece si dovrebbero di più trovare attorno a noi o fuori casa nostra. Due righe per i nostri trapassati nei regni dov’è l’aria più fina, ci feriscono mentre ci colpiscono… una tua persona vicina, un bacio.
Era difficile il bene lascia stare, anche se dietro la porta di casa o nelle librerie, persone quasi estinte e noi saremo il prodotto di tutte le generazioni della Terra. Il mondo diventa pieno ciò carica anche di responsabilità tutti, come ognuno ha la sua poi non è vero che uno se ne va, si trasferisce in tutto o deve morire ok, sono le altre persone che creano per ridirtelo la ripetizione della nostra libertà, come sono solo dei falsi o, uniti a dei falsi però quelli lì così // // insomma hai ben inteso in modo concreto, storico, epico di chi sarà la società oggi, percepiscono uno stipendio con il veleno che gira, costruiscono le gambe fino alla spalla, mentre saranno altre persone che creano il giorno e il lavoro oppure la bolletta seguente, bisogna guardare in faccia la realtà non i mali almeno per ora e così per sempre, dimmi hai dei dubbi sulla tua produzione? La verità non fa male, la verità libera da tutti mali, come una grande stupenda via dove immettere la propria auto… fine, se preferisci da lì in poi sembra tutto come prima, com’è sempre stato, come sarà. Era difficile il Bene è vero ma insomma, era il nostro fine e qualcuno non c’è arrivato ancora adesso 7:16 12.08.2010. Vive un’altra città, un’altra casa, un edificio vincente ma forse s’era staccata la cornetta dal telefono e il perché non funzionava la festa o le feste, oppure sarà colpa dei tedeschi ancora vivi oggi.
La musica americana, i film americani, le persone americane, i rapporti tra le unità non robotizzate, la possibilità di correggere i propri errori, le copie della nostra vita, tra l’altro come si cambia un bene, le nostre culture per quel poco di forza che ci rimane, oggi isolati dal resto del mondo, le nostre auto distruzioni, odi al vero latte, dal vero a chi ci procura il male, chi produce vive troppo nel profondo. Altre persone dentro di noi, dov’è il nostro impavido sogno che ci libera, serve parlare per scarcerarsi, liberarsi da uno Stato che non c’è. Ogni persona sarà viva, non credi? Chi ha perso è stato ucciso, esiste una strada per arrivare dove vuoi andare, errando tra le solite cose e un morto vivente da evitare, come le stesse cose pagate di un altro anno tutto pagato, invece per l’anno prossimo tutte le bollette e le assicurazioni, com’è domani la nostra cecità mi vien da ridere, il tempo non cambia per sé stesso.
Il Sole del nostro piano rialzato, ricordi balbetti ancora mentre parli… la tua cecità sarà la mia morte, sembra un onesto ma disinteressato mondo, chi vuole non far vedere oggi mentre arriva, non si credeva essere un ignorante o la meta del male. Peccatori nell’ombra vivono nella notte il giorno, un fondo esiste come in un bicchiere per forza, quelle saranno idee o realtà oggettive non composte, non fabbricate come se mi chiami mi parli, se non mi hai chiamato no. Esiste una macchina in ultimo per funzionare, serve solo saperla usare non steccare, non deve arrivare esiste, è accesa siamo noi distratti, ignoranti.
Ciao tutto ‘l Sole che i bambini piangono, tutto quello che si vuole in casa nostra sarà già da un’altra parte ma anche qui, alcune cose non si possono tenere a casa, non sono nostre, da solo lo vedrai che bel male hai intorno casa. Avevi, poi avere il nostro futuro sembra troppo adesso o… non sarà mai più, un treno passa o non ci sono più le stazioni, ci saranno troppi pochi giovani vivi da sempre ormai, un ricordo il tuo taglio preferito. Vedrai ch’è un nerd in più, un uguale male ciò di cui nessuno si occupa per mancanza d’efficienza statale o per il malfunzionamento. Appariamo troppo grandi o siamo tutto per noi e per gli altri, un tempo bastava presentarsi e vedere cos’era la realtà, non si dovrebbe vivere nel male, nel male si resta immobili. Oggi sei vivo esiste sempre un giusto peso agli oggetti o alle persone, non si può andare dal panettiere per comprare un caffè, mi sembra molto in più cosa si pensa, le persone non si toccano, non si offendono, non si parlano anche se qualcuna la vedi tra le parole del discorso che ti taglia… resta già fatto come se uno sarà o non sarà qualcosa, qualcuno.
La verità del dolore non resta il nulla, il dolore per trovare le persone, le medicine o le filosofie a cui rivolgersi, già… qui nessuno rimane solo noi o qualche sgobbone e male, magari falso fascista invertito e infame, una piccola inzuppata di muco non vede cosa diventa la vera assenza di Stato, la fiamma che incendia oggi libera le arti anche per i prossimi due anni o per andare a mangiare, in montagna assieme alla natura… cosa dire veramente, solo chi s’interessa alla tua linea di prodotti, poverino si era fatto male davvero, dove finisce quella linea scura per entrare nei codici, una verità per tutti al centro del colore, della vita. Liberati siamo in un carcere immaginario, originalmente falso e mediocre, diventa tortuosa la vita per andare oltre dove dobbiamo superare, qui non si esce ora ci arrangiamo senza qualcuno, che parla da un tumolo d’idee morte o umani vivi in altro posto impossibile… non toccarli sono zombi, falsa spazzatura imbellettati per assomigliare al male che lì governa. Uno Stato d’aria lambisce le sue realtà come se non esistessero, la matematica verità estranea a chi l’ha creata, nella speranza a dopo, all’altezza di un massimo umano e uno specchio davanti a tutto ‘l corpo, dall’altra il paradiso o l’amante, le corna o uno stato di sopruso, questa è solo una sopraffazione, un’ingiustizia se non un reato non rendersi conto, di quanto si vive in basso. Stop, topo.
Sarà una guerra fredda vinta, la libertà che ci libera, siamo persone differenti, dei motivi, le intenzioni e delle decisioni di gusti, e anche nella carne un umano da seguire non solo come una macchina, non solo mal denunciare cosa le sfere, i quadrati ehm, la pelle sarà a partire dalla mattina… responsabilità allo Stato, le nostre o quelle degli altri chissà dove sono, beati saranno quelli che con i propri occhi hanno o vedono la verità. Sembra il mese cui correva l’anno e il giorno di oggi, in cui ci svegliavamo come si poteva rubare un nostro computer, un hardware, un software che si svegliava, ma così diventa ancora più difficile parlare dei giorni nostri, troppe intromissioni o superstizioni, valchirie anarchiche false e rubate, ladri di prepotenti, forsennati… in ogni modo cari anche se siete nuovi le regole sono ben installate per sempre, la legge applicata sarà associata alle arti mediche e legali ancora da sempre.
Cosa senti sarà quel che si deve essere, dovreste essere allenati in questa palestra a quella forma di caso che tira blasfemie beh, non ci pensare succede e quello piangerà come un folle l’arrostito, dunque ne so di più io… essendo lì dove succedono delle idee di altri problemi in passato, di cosa si deve e cosa non si può ora. Il giorno da solo si presenta per andare al lavoro o, per esempio per dire chi sei e cosa ne vorresti da chi, dove si paga pensa a come si potrebbe rallentare la vita, ok… ritornando ai nostri corpi ben decisi, guardalo che ha il ferro nelle mani e comunque continua a girare, fermalo non serve ridere di chi non deve ascoltare o non sembra nemmeno un diavolo… da allora non sarà possibile tutta la quantità a casa o agglomerare diventa tutto ‘l potere che si dice un’amplificazione, un giornale o altro. Ah, resta una guerra fredda ehm, calda tutta da vincere qui invece, ci sono tutte persone che hanno perso, non s’immagina quanto e precisamente quanto eri in basso o gli altri e anche io. Il resto lo vedi… è il comune invecchiato, o altre cose che si discutono davanti alle persone con riforme, o in carcere agli addetti responsabili.
Sarà quel che ricordi… la tua potenza, la resistenza, l’ignoranza delle persone o la tua epoca, chissà cosa si cancellerà ancora per non esistere più, serve stare attenti lo stesso molte false persone volevano loro fare noi, e noi stessi altri noi ma forse saremo già presenti e modificati per gli usi di un potere malsano, come di sicuro nessuno ci crea umani già conformati, lascialo andar via dalla tua vita quel maledetto pepe e sale, saranno sbagliate le sue idee già nel proseguire, molti problemi sono risolti mentre si parla… ti uccidi da sola mentre ti voleva far diventare lui stesso, così già si ricorda un male dunque, sembra già quel che ci hanno rubato ieri per poi portarlo loro a noi, per finire solo da te può essere vero te stesso, nessuno ti crea. Alcune specie d’umani in Calabria, anche la sera preferiscono arrivare verso di loro da soli, alcune cose si pensavano, nessuno parla con te, lascia stare pure i tuoi errori mi viene da ridere, era un gioco per persone coscienti di guerra non credere, nella principale interruzione in vita o parlare dei problemi di queste persone. In questa fine estate non si sa mai cosa succede, forse i fascisti moriranno per sempre o non se ne vedrà mai la fine, dei nostri cari e vostri globi. Una precisazione per fascisti, penso a persone che hanno bisogno d’aiuto.
Buona fortuna popolazione terrestre dimenticata, abbandona la tua memoria e i tuoi compiti come i nostri ricordi, non le responsabilità di un mondo che da un sogno sarà realtà, o come invece è diventato una costruzione. Quanta differenza, tra ieri sera e il giorno che incomincia adesso. No, noi non ci faremo male, ora prosegue un altro.

… ed è già finito qui il meglio del dolore, i soldi e la pace. Ciao, G.

2. Guarda come muoiono i mali
Prima è dopo, 29.09.2010
È settembre zero dieci solo il rumore del telefono rotto, solo cose dell’impossibile… non credi un male sarà uguale dappertutto, inutile cominciare una parentesi che si può cadere, chi dice in questa casa di bene come mai parlavi del male, tu non volevi farlo e diventa sempre lo stesso imbarazzo, sono le stesse persone. Io di qua, tu di là non si sapeva ch’era solo un’appartenenza nella vita, non si era imparato che la parola vita si riferisce, alla questione principale dell’aria compresa nel corpo.
Quel che censurato oggi? il ritorno ad esempio mi dici tu a me, e si occupando sempre lo stesso posto sulla terra dei mali arrivano, pensano che sono io te stesso più quante cose non si dicono di oggi o qualcosa di simile. Ora o dopo sentirai il futuro ch’è adesso, in altre parole cosa sarà adiacente a un discorso reale, moderno, elettronico, informatico, software… guarda un orologio e mi capirai, la tua famosa interruzione sociale facile adesso qui diventa dove sei ok, non t’interrompere… in effetti saranno dubbi reali anche i soldi, la macchina, l’esistenza di un male, domani il mare e chi siamo ma davvero. Ti ricordi cosa volevi dire… sembra già tutto risolto, non ci sarà bisogno di fare o dire niente a volte, esistere, esisti! E quante innumerevoli cose non sono state fatte, vuoi vivere in America, prego torna a casa.
Temi quotidiani, persone ancora molto disturbate, molto sarà un aggettivo, quei virus umani invece saranno affari tuoi. Sara o sarà, cari… disfunzioni o corna in siciliano non si riconoscono nei viventi, certo meglio attacchi ai superstiti del pianeta, hai visto lo Stato oggi mangiatore di brio, chi sembra uno svitato, la forza bruta di chi non sapeva diventa un vivo omicidio d’avvocato, anche un po’ distratto e freddo, un quotidiano chi o cosa continua, continua.
Era la fine ma sarà passata, ora si ricomincia ma non sembra risolto quasi nulla, si crede fermamente cos’è il potere o cos’è il dolore, era il passato invece il futuro. Uno Stato presente spento resta una tragedia, un dramma, un istituto dove andare il giorno non dovrebbe essere, i nostri silenzi o anche i mali di oggi, scoprivamo i nostri peccati un giorno, ora cos’è diventato il cielo. I fiori seccheranno anche quest’anno, perché non ero io, non eri tu ma la nostra epoca che disegna una freccia, continua vedrai un grande muro d’avanti, ecco ora ritorna dove eri prima, dove scapperanno i regnanti di oggi, se non in un cucchiaino… quel muro non era immaginario per tutti, ma leggere i giornali e sfogliare del nulla organizzato, servirà assomigliare al vuoto o imparare a digerire il fascismo. Riposi dove la neve non c’è, che graziosa domenica.
Vado a capo per rendere il senso di quale, tra i molti sia questo anno o week-end, questa bella e graziosa domenica anti il falso fascista, annienta il dire che i ladri non lì nominare, vai comincia come da bene anche contro chi sarà anche un po’ assassino. Cari si viveva un tempo… per andare del futuro o precedere chissà cosa si voleva, la nebbia non era considerata ma tutte le persone erano e sono qui, o non ci sono da un’altra parte a casa loro, presenti in economia, in una esistenza interiore tu ti senti classe gentile o pianta verde… mi sembra un processo d’auto eliminazione tale anche dei giorni, o una delle più grandi rivoluzioni sociali dissimulata, sembra l’aria dopo un baco, la poesia ingannatrice invece solo un silenzio. Il denaro come ‘l sangue ci deve arrivare, e orrendo che le persone pian piano scivolano verso il basso, ci sorridono altre espressioni che vanno giù in fondo al resto di noi o i loro silenzi, guarda come muoiono i mali chi non voleva parlare poi, il vuoto o il nulla nei loro occhi, dove sono gli altri, la civiltà, le loro parsimoniose occupazioni, ora sono soli e piangono mah, dico che luce forte ha la verità nel giorno, la settimana scorsa al lavoro, il sangue dov’è assieme i denari, la benzina. Tema cos’era successo veramente, il vuoto! Il semaforo è rosso… ah, il mio ma guarda forse diceva il tuo rosso o si era rotto telefono con chi e dove ancora ci sarà il problema dell’altro anno… hai fame il capo non parla gli stati d’animo, sai vedo tanti dubbi già risolti davanti a me, e la tua anima bionica che nessuno parla.
Note: 1. Pian piano il tempo passa sarà sempre meglio, non ti far imbrogliare poi si semplifica. 2. Queste sono tutte cose e ci sono. 3. La realtà vuole adesso restituita la sua verità. 4. Ci sono tutte le velocità che vuoi, funziona a tutte le velocità.

Odi, ode fine. Prego, verso la prossima ora. Un bacio macchiato, G.

3. Te lo colorerei
Gli aristocratici per terra, 02.11.2010
Caro diario di vita diletta, pianta amica Giacomo Leopardi verso ottavo vago, e quelli ingiuriano mah, supera, sorpassali saranno i vermi sociali di essi, i discorsi, le abitudini e tanto per cambiare quel problema ancora non risolto oggi, cosa già sai non dovresti toccare con le mani… il falso del nostro secolo, il mostro o l’indecente gobbi in casa, non lo sapevi meglio che non parli poi anche dei disturbi, dei problemi d’identità… la scuola diventa tutto e le manie i nostri amici stomachevoli, a volte non si sa dove portare il pensiero, arrivederci.
Chi sono i nostri mali, che differenza ci sarà tra male e diavolo, chi era quello che sparava dal lato sinistro della testa, mi sembrava un diavoletto uguale a quello nei disegni… perché siamo in un passato la legge in tutto, risolve dei dubbi costruttivi o le creazioni, più tardi questo mio software o la musica, torna indietro è veri affari tuoi questa società ibernata, mi sembra un replay: tu non dovevi parlare, non ci troveranno mai, ma saranno solo miserie moderne, fantasie, allucinazioni il ghetto o il governo essere un male o un diavolo e senti chiedere per piacere, chi pensa di non aver già risolto, quanti diverbi a cui dare un punto, la morte come si dice in gergo o vedrai ragazzi che non parlano e si obbiettano il bene, a casa persi più loro di noi, più di quanto pensavi… ma tu conosci il potere della parola o di cosa volevano dire le parole di prima, grazie una pausa.
Erano dietro la porta i diavoli e i mali, bisogna lasciarli lì saranno così agli occhi ogni quisquilia, più tardi dalle querele alle indagini non fatte dichiarate non coerenti, invertendo il bello con il buono e il cattivo, cosa si può fare oggi anche tra due anni sarà lo stesso, mentre non si compila un programma resta uguale, in più però serve vedere cosa ti stai dicendo alle spalle o all’evenienza fare delle differenze tra i sensi e che guaio senza soluzioni. Buona giornata italiani liberi o passivi, incarcerati statalmente di casa, il tuo pioppeto caro, insaccato principale.
Saranno errori tutti i malintesi, ancora falsi e società dei falsi… un peccato grave poi s’era un male lo Stato, tra l’altro cosa ti alzi a fare, prenditi un caffè sei tu il passato… l’unico trucco qui e che l’altro ha ragione, come il tuo o mio genitore ci vieta ancora, magari che i globi annebbiano la vista. Quanta libertà ehm, deturpata esiste nel fondo, si vive uno stato illegale io mi sento sempre verde, la persona più perspicace ha già capito la modalità d’uso, dato che qui non c’era tutta la libertà e anche senza un’abitudine radicata si risponde alla nostra scorsa unta settimana, senza presentazioni, punto.
Mi sorge un dubbio che ancora pareva un niente, invece era oscuro il nostro ingegno come ordine o qualcosa di pubblico, forse più tardi all’ora di pranzo quel che sembrava sarà già passato, mentre un prodotto resta tuo o no, già muoviti datti una scossa. Il protestantesimo diventa un movimento speriamo, vedrai quanto era presente la nostra casa nel nostro Stato, solo delle questioni agivano nella settimana, chi vede provvede e non si poteva far nulla. Un grande evento succede di pomeriggio, la comunità ora usurata, onesta e miseria, non cadi vieni andiamo l’autunno comincia, con una nuova epoca per questi giorni, come s’era niente giacere per le miserie del nostro passato, cosa vuoi non ti dica sembra veramente grave mente in questa quiete, la nostra gioia è di tutti ma non per tutti. Sarà una cadenza dell’armonia sonora, ripete la vita per renderla più vera, il volgare non è una ripetizione educativa, non si deve seguire quella strada indicata se sembra scorretta, non si dovrebbe nemmeno dire ma già è successo il passato illegale e fascista. La vita ci regala l’oggi, siamo noi quell’astro cadente o chi vedi cadere verso te stesso, non è vero che ti è già successo tu se non lo sai, non è vero che ti prenderanno, in più cosa succederà domani non lo puoi decidere oggi, chissà cosa ci faranno dire anche domani! Sarà nelle nostre mani domani, prenditi tutto ‘l tempo che vuoi vivo, tu e tutte le cose che non sono mai state fatte. Attento a non farti male, per ch’è finito di già il periodo del vuoto, del non essere mai nato, non del nostro strano modo di guardare le cose.
Cosa voleva quel ladro, la nostra bontà senza un credito per il suo reato, e qui un omaggio all’odore del corrompersi addosso sembra troppo, chi ci ascolterà domani se piangiamo ancora! Non sarà finito quel pensiero di tre righe. Un consiglio i soldi che puoi spendere oggi spendili ora poi non c’è più qualcuno, ridi forse siamo noi che c’imbrogliamo in gergo non ci piace… l’ultima persona siamo noi, la più responsabile di questo povero bruciato e ossidato book di persone, e la nostra vera natura nessuno ci dirà mai chi siamo? Perché ci dicono: soccombi di giorno o sei un ladro, cadi o continui a essere inferiore, tutto vero come la bolletta della luce o del gas, poi si può solo come cosa hai già pagato. Rex, lux, vige la legge diventa la matematica, non l’hai capito il perché non te lo può dire… è lui il tuo assassino, il tuo male, il tuo migliore amico o un falso mascherato da lui. Spinti verso il basso, la perdita ci libera si soffoca spenti, chi muore è la disgrazia della casa. Credo nel soffocamento del dolore non nella crescita di un male, come ‘l film la sera ci colorava di valchiria. Era un vuoto ecco perché non si capisce che un quadrato su un quadro non è sul niente, così arriverà il futuro comunque in ogni tempo, come in questo moderno elettronico nulla sfugge al vero o alla legge vera, senti se ti batte il cuore o se squilla il telefono invece di sentire la noia, la valchiria o l’anarchia se per sempre saranno una cosa sola.
Sacro, profano o zombi non si arriva di sopra, salvo che salire quelle solite chiare scale, serve costruirlo con il cemento un muro più che dipingerlo di noia, ma la nostra denuncia sarà un reato di diffamazione, peccato sarà un errore giudicare, così qui nessuno ti fa il bene perché anche domani lo stesso, secondo me resta difficile reggere un mondo diverso che molti non sanno, anche tagliato che confusione dove la denuncia finisce entra l’abitudine, sembrano solo i particolari di una vita destinata a essere cestinata, invece piena di cose buone nelle case e nessuno lo sa, nessuno sarà noi stessi. Dormi di noia o, ancora non hai sonno, nemmeno t’immagini quanti problemi ha chi, insomma dove ti troverò al giorno d’oggi, sai cos’è eretico? Dove sei andata non parlare, che se no si rompe! Chi ha rovinato la poesia ancora da dieci anni e dieci anni ancora è quel virus umano, non si svuotano come delle cartelle il passato o il presente, vaglielo a dire e mandalo a quel paese. Oggi è ancora oggi, guarda il calendario o l’orologio, le altre persone o altro… avanti Cristo saranno delle tabelle appartenenti alla scuola, quelle che ti mancano come mai? Matematica, geografia, lettere o altro.
Quale gran gelato e poi… ci sei tu che non funzioni non io, poi il contrario tu si io no! Calerà il sipario con cinque minuti di anticipo per non far capire, alle persone il tempo che c’era fuori e che ore sono.

Il tuo infetto, ciao Perego.

4. Tronchi vicini
La libertà è tu, 01.12.2010
Era così che preferivamo passare il tempo tra: le cose che già sapevamo, dove ci porta il cuore, la realtà, le bambole, la porcellana, la nostra miscredenza ci eccede… ci piaceva forse dormire o la pace, vuoi una sigaretta tra le molte cose da fare ancora oggi.
A tema la vicinanza del retro progresso, terso o perso non me lo nominare nemmeno, si vuol sapere di un tagliere dei banchetti o del profondo. Al lavoro si continua per quale motivo pensi ancora che la soluzione sarà già in mano a tutti, quante incespica - azioni anche oggi diceva un vico, espellilo non si cucina per domani, ma fai presto che si fredda. Dillo tu l’amore è depresso o parla per te, finisce la serata cala la notte, anche il sipario di nuovo cara diletta e cupa Italia.
Ricordi ancora quel di malsano pensiero, quel dolore in questo mese di dicembre, era così ignorante. Alla fine di un anno o al termine d’un secolo si resta in una metamorfosi nel corpo per tutta la giornata, la pace rubata e sembra sempre la stessa storia, dimmi quante persone senti in coro poiché ci sei, quale fastidio non sei in fin di vita alla fine dell’anno zero dieci ma ancora non si può parlare di male, cosa saranno state le ultime parole non si sa, prego chi vuol saltare. Dolcetto o scherzetto sei vivo in un errore innominabile: non hai nemmeno cominciato. Troppo in basso un corno, ancora quel falso fascismo, raccogli tutto e andiamo via basta restare per avere, continuare per vedere ma esiste da sempre un universale grande delitto, il silenzio della conoscenza.
Lasciati da solo da una parte per parlare o respirare come ho fatto io in passato, quanto sarai rimasto indietro, quante occupazioni da fare, non serve un esercito d’insuccessi da attraversare per vedere il primo mattone di casa tua. Raccontati fai quel che già sai, essere resta un privilegio oggi da un’altra parte non starai meglio, vogliono soprattutto te per tutto, chi sono loro tu lo sai, non era un eco in senso lato un male, crea camere a gas o che cosa nessuno ha mai intrapreso, in modo concreto: come te, tutti. Si prova a dirle delle cose poi ci pensi, ovviamente falle tue delle immagini non ti preoccupare, tuttavia ti ripeto il male mi sembra un ladro ma goffo, semplicemente voleva il tuo male mentre gli altri se ne andavano da incompetenti… in Calabria fanno fatture, saranno magari ma hanno fatto il male anche a loro stessi, quanto mondo era lo stesso… non confondere un drappo bruciato in alto non è lo stesso, tutti parlano mentre tutto sarà nel niente, sembriamo bambini defraudati: se non lo sai ora, non lo saprai mai, poi non c’erano altre persone da quella parte, solo l’illegale e il falso più dichiarazioni in falso, calunnie e detrazioni.
Vuoi entrare, entra prego pare quando non lo sai ehm, penso sia falso anche chi ci ha programmato, senza una carta di riuscita o un biglietto d’ingresso già pagato, comunque vedrai altro più poveri o illusi da un’altra parte, alla luce del giorno di chi non riconosce la vera e originale sorgente della verità, come la maggior parte del lavoro non sarà stato fatto mentre tutti vanno alla gioia, guardali che avanzano.
Chi vuol finire di leggere un libro che a lui non piace, un popolo cosa può intende per offesa, non di sicuro un atto fatto assieme, mentre una voce più in fondo dice: cosa può succedere se lo facciamo tutti assieme per davvero, ma scusa non era poi un problema di quei due o tre. L’ignorante governa come ‘l male il desiderio del futuro, sono anni che piangono o si piange qualcuno parla di cipolle libere, ci vorrebbe il pepe nelle culture per quante realtà abbiamo, saremo ancora solo noi quest’altro oppure una macchina che prosegue, una questione d’istanze personali, si deve per finire quel che poi sarà lo stesso, noi non ci fermiamo fisicamente mentre gli altri proseguono.
Quanti crimini nella settimana scorsa poi, in fascicoli trovi il perché ti ha lasciato ehm, quanto era basso il mare nei giorni passati. Vi consiglio di abbandonare le persone che sbagliano, ecco clicca per quanti problemi avremo si dovrà pur scegliere il pugno o la forza… carta o pietra senza imbrogliarsi, sarà meglio dirle tutte le cose che non abbiamo, più quelle non riuscite o se il resto è noia, storia o fantasia premettendo che per niente non si resta, quanti errori abbiamo già fatto per vivere niente. Guarda questo Sole che ci riscalda comunque sembra tutto passato, ma qui chiedere resta l’impossibile si, mi dissero viviamo un comunismo un po’ troppo grande, qui era così privo di parole senza istituzioni accese mentre un tempo diventa di rinnovi, non avevi mai visto persone false poi cadono o esplodono, invece altre persone che sono il bene, che forse non si erano spiegate degli orari o altri pedaggi, saldi pagamenti in genere, non ci sarà uno strumento attivo nella nazione forse era troppo, solo i commenti di oggi pomeriggio dopo pranzo, dei soldi o del Sole. La morte alla fine quindi sarà il futuro per questi, o il come si ritorna umani. Un software più ampio o profondo, una dichiarazione qualsiasi non possono fare il male, ma fanno vivere un bene più sopra, cosa sarà già successo in passato, la vita è già passata alle quattordici, non ci credi? Il dolore è diverso ehm, la nostra conformità, le questioni un po’ più care quando c’inghiottisce la domenica dopo pranzo, sono già di chi ha meritato l’aveva già vinto, e guarda questo grandioso giornale vedrai una festa come un palazzo… tu ti devi occupare di vivere bene per essere in salute, ma come farai nel tuo capitolo successivo, quando ti diranno come si chiama Dio poi tu, e il tuo rétro.
Io da diversi anni vado avanti, un bene non sorprendere solo in due. Sarà solo un ladro quel epocale moderno, faceva o meglio fa ancora tutto quel rumore per ch’è lui il fastidio, e comunque penso siano in molti umani comuni dalla qualità della confusione, ne avevo notato un’altra dimensione alle figure umane nella storia, si deve il carcere e se vuoi non ti sorprendere in gran misura, era solo un processo legale fino a un punto strano, fino alla vita ma dovremmo essere ricoverati per governati, cioè lo paghiamo quindi peniamo e impegniamo il nostro bene, poi alla fine misero di persone insidiate che non parlano, non utili l’uno all’altro si dichiara alla ceca un bene unico, alla storia di uno invece che di molti altri o il contrario, servirà spostarsi per non essere uccisi o stoccati, saranno molte posizioni che non conosciamo ma che abbiamo imparato a scuola, l’incaricato del bene odierno deve esser proprio una persona per bene, ma sicuramente un delinquente o un incosciente ehm, purtroppo sono io ma non mi hanno mai chiamato per andare al lavoro… quelle invece saranno malattie del bene, unità parassite nella società non si è mai un lavoro di bene, hai delle risposte… ancora fame cosa ti avrà mai detto quel, sai addirittura sarà male un bene in questi umani, o sarà quel che si dice il bene al nostro posto e al popolo. Digli: perché non è solo mio? Vedrai che cade sicuramente.
Quindi un ricco falso costituisce in un mondo tradito ma lo sanno già tutti, in questo silenzio chi dice altro, di sicuro il loro resta un altro falso piacere poi illegale, deve andare in carcere la piazza è la prigione per quella persona, non si scherza con certe questioni che fanno male alla carne, disperato amico animale. Dai procediamo, da dove? Non lo sai esiste una sola verità verso dove vuoi andare o verso casa, forse era cosa si voleva sapere in piazza, ma purtroppo non si dice solo una parola. Fare, fatto fate le vostre espressioni io le mie, del vino ancora che sarà mai vivere davvero, non ti sembra tutto sporco, o si ha una religione antecedente a Gesù Cristo… arrivato a un certo punto finisce cosa ci voleva dire un altro, cioè che faceva un bene, da allora noi siamo un bene credo sia anche quello che voleva dire chi si dichiarava d’essere, ma tutti questi posti unici non esistono, tu sei sempre tu per certi aspetti, cioè sei tu questo domani, la settimana prossima il futuro forse no ma, non si può impazzire per niente e quasi mai, saremo statali ingannati e arretrati amico, come i mali sono tutti uguali. Cosa sarà successo nel mondo? Soffri di mal di pancia, no è sbagliato il mondo, sai cosa prosegue dopo quella la freccia, è presente tutto della vita in un attimo, quel che vedi ora sarà tutto per adesso, per sempre tutte le cose succedendo devono passare, adesso lì dove ti trovi nel mondo, davanti a te per essere capite da te e per esistere realmente. In quest’attimo, il prossimo o l’anno prossimo, un’incognita non diventa molto sfuggente o oscura, infine non credo siamo situati nel bene oggi, per dirla in breve un giorno è come un altro, non si sa lo stesso oggi più che velocità prenderà, chi ti dice d’essere o questo ciao alla fine di questo zero dieci.
Dove ti trovi noia, più quanti divieti falsi e fascisti, tenebrosi alla fine, in un anno che come sempre da solo poverino si presenta a somma, d’altro canto cosa potresti aspettarti il giorno si alza, le realtà si adeguano alla loro forza efficacia, sarà adatto così forse la nostra città voleva nascondere le mobilie con la sua insegna neon luminosa, lampeggiante, o altre cose che nessuno ha mai voluto sentire, come un eco alle dieci di mattina dire: cosa voleva, cosa diceva, ora se n’è andato? Da ora come sempre una profonda e imbellettata destra nascosta nelle case di chi non voleva, un atto illegale all’infuori del corpo, problemi di altri che ‘l pubblico non lavora.
Chiudigli una telefonata, eravamo già noi stessi prima ancora di svegliarci stamattina, tutto dove siamo come sempre resta in un corpo di reato, le pietre che ti trovi in bocca come le persone disperse in centro, sembra già finita non credo che questo resti per gli anni che verranno. Quanto costa un oggi, cosa si vede per l’anno prossimo, cosa sarà finito in fondo e solo un po’ defraudato, l’arte di un inganno diventa allora il nostro Stato saranno metamorfosi che si assumono, oppure le duplicazioni personali. Quanti falsi ma viene l’anno prossimo, non c’era davvero tutto in questo istante, il tempo per tutti o gli uffici aperti… occorre sempre realizzare esattamente come d’esempio: per il Bene non operare quegli atti che non sono bene. Guarda l’orologio, scruta il resto della stanza o dell’orizzonte, lo scenario è libero del posto dove ti trovi.
Il sapore del piombo e l’anno sembra che vanno lo stesso assieme alle persone anche più aggiornate di te, hanno già fatto un bene diverso, ma alle persone una miseria, un’oltranza tipica: io per loro non ero un bene invece lo ero, quindi non ti lamentare come vedi saremo tutti qui ah, ah, ok ma alla fine di questa eredità economica puoi chiamarmi, sarò a casa mia ma ora vado buon anno, buone feste.

Ciao Gesù, chiama ciao.

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