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Il Gioco Di Casper
Charley Brindley
Bell Casper sta partecipando a un gioco furtivo presso il Blue Parrot, un bar chic di Manhattan che serve i ricchi in cerca di piacere. Il gioco sembra oscuro, e forse lo è. Leticia pretende di essere la sua assistente. Lei ha ventiquattro anni e lui ventisette. Il loro rapporto non è chiaro. Gigi è una bella ragazza bionda di venticinque anni. Anche lei lavora fuori dal bar, gestendo il proprio racket. E’ attratta Bell, ma non capisce perché lui e Leticia stiano assieme, o quale gioco l’uomo stia giocando. E’ determinata a risolvere entrambi i misteri.

Charley Brindley
Il Gioco di Casper

Il Gioco di Casper

di

Charley Brindley

charleybrindley@yahoo.com

www.charleybrindley.com

Edito da
Karen Boston
Sito webhttps://bit.ly/2rJDq3f

Copertina di

Charley Brindley
© 2020

Tutti i diritti riservati

Tradotto
Da
Rita Carli

© 2020 Charley Brindley, tutti i diritti riservati

Stampato negli Stati Uniti d’America

Prima Edizione Luglio2020

Questo libro è dedicato alla
memoria di

James Brindley
1716 -1772

Alcuni dei libri di Charley Brindley
sono stati tradotti in:

Italiano
Spagnolo
Francese
Portoghese
e
Russo

Altri libri di Charley Brindley
1. La Fossa di Oxana
2. L’ultima Missione del Settimo Cavalleria
3. Raji Libro Uno: Octavia Pompeii
4. Raji Libro Due: L’Accademia
5. Raji Libro Tre: Dire Kawa
6. Raji Libro Quattro: La Casa dei venti dell’Ovest
7. La ragazza-Elefante di Annibale
8. Cian
9. Ariion XXIII
10. L’ultima Sede sull’ Hindenburg
11. Libellula vs Monarca: Libro Uno
12. Libellula vs Monarca: Libro Due
13. Il Mare della Tranquillità 2.0 Libro Uno
14. Il Mare della Tranquillità 2.0 Libro Due
15. Il Mare della Tranquillità 2.0 Libro Tre
16. Il Mare della Tranquillità 2.0 Libro Quattro
17. Il Mare dei Dolori Libro Due de Il Bastone di Dio
18. Non Rianimare
19. La Ragazza-Elefante di Annibale, Libro Due
20. Il Bastone di Dio, Libro Uno
21. Enrico IX
22. L’Incubatore di Qubit
Prossime Uscite
23. Libellula vs Monarca: Libro Tre
24. Il Viaggio versoValdacia
25. Acque Ancora profonde
26. La Signorina Machiavelli
27. Ariion XXIX
28. L’ultima Missione del Settimo Cavalleria Libro 2
Vedere la fine di questo libro per i dettagli sugli altri.

Capitolo Uno
New York City, tempo presente

Bell Casper era seduto al centro del divano a mezzaluna imbottito in pelle rossa al Blue Parrot Cabaret, sulla 52° Strada a Manhattan. Fingeva di lavorare al computer mentre in verità continuava a osservare la porta d’ingresso.


Bell Casper

Erano le 8:30, e il posto si stava riempiendo rapidamente. Il nightclub chic dedicato alla più alta élite finanziaria di New York. I cocktail da venticinque dollari e le cene a base di carne che venivano sui cinquanta dollari a pasto tenevano lontani mendicanti.
Due uomini della sicurezza sostavano sui gradini fuori dalla porta. Ai clienti abituali veniva fatto cenno di entrare, mentre ai nuovi avventori veniva controllato il documento di identità dall’ iPad delle guardie. Ogni notte, cacciavano molti aspiranti clienti. Ai ragazzi minorenni, e alle ragazze soprattutto, era assolutamente proibito entrare. Quelli di ventun anni e oltre che mostravano tracce di affari loschi venivano perquisiti in cerca di armi e droga. Bastava un accenno di qualcosa fuori posto perché alla persona fosse educatamente chiesto di lasciare il locale.La gestione era particolarmente attenta a rimanere nella legalità, tranne che per una cosa: le belle ragazze non accompagnate sembravano ottenere l’ingresso più facilmente.
Il bar dentro al locale malva e cremisi fiocamente illuminato era lungo circa venticinque metri e gestito da una dozzina di uomini e donne esperti nel preparare drink e nell’arte di ascoltare storie tristi con cenni d’incoraggiamento e parole sceltissime di commiserazione.


Blinker Whitaker

Blinker era il capo dei baristi e dei ventidue assistenti. Era dolce come un cioccolatino, timido e riservato, a meno che un subordinato non fosse beccato a mettere le mani nella cassa o ad annacquare le bevande. Allora lui o lei avrebbe visto il suo lato testardo. A differenza del gioco del baseball, al Blue Parrot due strike e sei fuori. Il primo passo falso poteva essere considerato come uno sbaglio o un errore di giudizio, ma due infrazioni costituivano un’abitudine, e ciò avrebbe significato la fine della carriera nel servire alcol in quel particolare locale.
“Inizia lo spettacolo,” sussurrò Bell tra séquando entrò un nuovo avventore.
Lanciò un’occhiata a Blinker, che annuì; anche lui l’aveva vista. Il capo barman sistemò sul ripiano superiore del bar un vaso di vetro con dentro cinque biglietti da cento dollari.
Bell iniziò a toccare i tasti del computer mentre guardava la donna con la coda dell’occhio.
La sua giacca Gucci sopra a una maglietta leggera Pierre Cardin, insieme a un anello d’oro di Cartier, suggerivano un’immagine che puzzava di ricchezza. Anelava la sua vecchia maglietta blu e i jeans logori. Avrebbero dovuto finire nella spazzatura molto tempo prima, ma come amici fedeli, erano molto comodi e non si lamentavano mai. Si sentiva finto in quei vestiti eleganti, e non appena fosse arrivato a casa, sarebbero stati appesi nell’armadio da dove li aveva presi, mentre lui si rilassava nei suoi vecchi maglietta e jeans.
Teneva sempre il suo tavolo libero, anche quando amici o conoscenti si fermavano a salutarlo; la sua impresa non si poteva condividere, se non con le due persone che aveva scelto.
Bell vide il viso della donna illuminarsi quando vide che era seduto da solo. Quando lei si avvicinò al tavolo, si tolse il suo Patek Philippe d’oro e lo mise vicino al computer, come se stesse cronometrando il tempo.
“Salve, ragazzone.” Si sedette e si girò verso di lui.
Guardò la bionda, fingendo sorpresa. “Oh, uhm, salve.” Tornando a guardare lo schermo del computer, continuò a digitare sulla tastiera. “Ci conosciamo?”
La donna emanava un leggero profumo di gardenia, come il sottile accenno di primavera.
“No,” rispose, “ma possiamo fare conoscenza se vuole far festa con me.”
Anche senza il mascara, il lucidalabbra e le ciglia extra lunghe, era una bella donna di circa ventiquattro anni. Era ben vestita con un body leopardato con il corpetto dall’ampia scollatura.
“Sarebbe bello, ma aspetto una persona.”
“Chi?” Appoggiò la clutch nera sul tavolo e fece un cenno a una cameriera. Ordinò una Tequila Sunrise.
Nadia, la cameriera, guardò Bell, che annuì per farle capire di portare un drink anche per lui. I camerieri avevano ordini di portargli sempre e solo ginger ale, on the rocks, non importava ciò che avesse ordinato.
La donna accanto a lui tirò su il suo orologio, guardò la marca, poi osservò attentamente il retro.
Sa esattamente quanto vale. E ha già valutato la giacca, la maglietta e l’anello.
“Sto aspettando Leticia,” rispose.
“Cos’ha lei che io non ho?”
Rimise a posto l’orologio e gli rivolse un sorriso elettrizzante mentre si chinava su di lui, permettendo alla sua scollatura di aprirsi di più, esponendo il seno alto e perfettamente sagomato.
“Le buste.”
“Quella donna ha delle buste?” La donna si sedette.
Lui annuì mentre toccava una riga di testo sullo schermo.
“Buste piene di soldi?”
“No.”
“Quante buste?”
“Uhm, nove, stasera.”
“Per chi sono?”
“Lei fa troppe domande.”
“Sono solo curiosa del perché Leticia con nove buste è più interessante di me.”
“Leticia è bella quasi quanto lei, ma è il contenuto delle buste a essere importante.”
Vide un sorrisetto incurvare le sue labbra lucide di gloss color caramello.
“Per chi sono?”
“È un poliziotto?” chiese.
“No.”
“Allora perché mi sta facendo il terzo grado?”
“Cocaina,” disse la donna.
“Cosa?” chiese lui. “Sta vendendo droga qui dentro?”
“No, deve essere il contenuto delle buste.”
“Oh, santo cielo.” Bell batté un pugno sulla cover del computer. “No, non è cocaina, né qualcos’altro di illegale. È solo un foglio di carta nelle buste senza nulla scritto sopra. Ora, potrebbe andarsene prima che arrivi Leticia?”
“Mi faccia capire bene. Leticiacon nove buste, ciascuna delle quali contenente un singolo foglio di carta senza la minima traccia di soldi o droga, e senza nomi scritti sopra, per lei è più interessante che lasciare che io la intrattenga per un’ora o due?”
“Santo cielo, credo che finalmente abbia capito.”
Gli mise una mano calda sulla coscia. “È gay?”
Bell deglutì mentre la sua mano risaliva la sua gamba. Si schiarì la gola.
“Hmm… direi proprio di no,” disse lei. “Cosa diavolo c’è scritto su quel pezzo di carta? Ed è la stessa cosa su tutti?”
Lui le tolse la mano dalla coscia e la strinse. “Guardi, è fuori dalla sua portata, sia finanziariamente sia, e me ne dispiace, intellettualmente.”
“Sta dicendo che sono povera e stupida.” Lei strappò via la mano dalle sue. “Perché non aggiunge anche brutta?”
“Certamente lei è l’opposto di brutta, ma questi nove giocatori sono tutti certificati Mensa, e hanno soldi da buttar via.”
“Ha,” disse lei. “Mensa è un’organizzazione il cui unico requisito per l’ammissione è avere il QI della fascia superiore. E quanti soldi pensa che abbia?”
Si concesse di osservare i suoi occhi blu, di superare il sorriso e il seno coppa C e di scendere verso la vita stretta e l’orlo della gonna che aveva una lunghezza quasi indecente.
“Quattro o cinquecento all’ora.”
“Le piacerebbe. Per cinquecento neppure mi sbottono la camicetta.”
Ci siamo. Se non abbocca, dovrò aspettare che un altro pesce nuoti nel mio laghetto torbido.
Prese un profondorespiro ed espirò. “Bene. Abbiamo nove giocatori stasera. Ciascuno ha comprato il posto con mille dollari. Se dà un’occhiata al nostro amichevole barman laggiù…”
Indicò Blinker al bar. Quando lei guardò da quella parte, Blinker le sorrise e annuì.
“Vede quel vaso di fiori laggiù?” chiese Bell. “Sul ripiano in alto, sopra Blinker?”
“Sì. È la sua ciotola per le mance?”
Bell rise. “Contiene i novemila dollari che hanno pagato i giocatori.”
“Davvero?” Si voltò verso Bell.
“Sì. Dentro ciascuna delle buste di Leticia c’è un unico foglio di carta con un puzzle, un enigma, o qualche altro rompicapo.”
“Un puzzle diverso o sempre lo stesso?”
“No, sempre lo stesso.”
“Quindi, questi ricconi pagano mille dollari per un indovinello, e chi lo risolve si becca un sacco di soldi?”
“Wow, forse fa parte della fascia superiore.”
“Assolutamente no. Ma sembra troppo facile. È certo che siano intelligenti?”
“Sì. Ma le manca un piccolo dettaglio del gioco. I soldi vanno a chi lo risolve per primo, e ognuno ha un solo tentativo. Se la risposta è sbagliata, non c’è un secondo tentativo, e il giocatore è eliminato fino al prossimo gioco. O se indovina, ma un altro lo risolve prima, perde i propri mille dollari.”
“Bè, diavolo, potrebbero semplicemente cercare la soluzione su Google.”
“Possono provarci. Non c’è una regola contro l’uso di Google o dei libri, e del resto, possono anche chiedere aiuto a qualcuno, ma non servirebbe a niente.”
“Perché?” chiese la donna.
“I puzzle sono elaborati dal Ringmaster, la persona che guida il gioco. E non sono mai stati pubblicati da nessuna parte.”
“Che cosa ci guadagna?”
“Se nessuno risolve il rompicapo prima dell’inizio del gioco successivo, il Ringmaster si becca tutto il vaso.”


La donna fischiò. “Quanto spesso il Ringmaster si becca i soldi?”
“Non molto. L’ho visto due volte negli ultimi trenta giochi.”
“E c’è un nuovo gioco ogni notte?”
Bell annuì.
“Che lavoro fa il Ringmaster?” chiese.
“Il professore di matematica e probabilità all’università di new York.”
“E quante sono le probabilità che mi dica il suo nome?”
“Quasi nulle.”
“Allora mi dica quali puzzle sono apparsi in questi giochi.”
“Un attimo.” Bell tirò fuori il cellulare e cliccò su un messaggio. “Questo è stato veloce. Il Ringmaster ha detto di no, ma posso farle un esempio.”
“Bene.”
Bell prese un tovagliolo dal portatovaglioli in mezzo al tavolo. Con la penna disegnò un grande triangolo con due verticali dentro e due linee che lo attraversavano orizzontalmente.
“Quanti triangoli vede?”


Quanti triangoli?

La donna voltò il tovagliolo verso di lei per studiare la figura. “Dodici.”
“Ne è sicura?” chiese. “Si ricordi, ha un solo tentativo. Sbagli, e perde mille dollari.”
Mentre la donna si concentrava sui triangoli, Bell salutò con un cenno della mano una signora che era appena entrata. Indossava un vestito borgogna con scollo a V, che era passato di moda da almeno dieci anni. Era un po’ consumato ma pulito e ben tenuto. Aveva circa quarantacinque anni, vecchia per la professione, tuttavia con le rughe e le ciocche di capelli grigi ben dissimulate, faceva ancora una buona impressione. Si faceva chiamare “Coco Phoenix.”
Coco ricambiò il saluto di Bell, evidentemente felice di vederlo. Con qualche cenno della mano gli comunicò che sarebbe tornata a trovarlo dopo aver parlato con un ragazzo al bar.
“Quattordici,” disse la donna accanto a lui.
“È sicura?”
“Sì. Quanto ci ho messo?”
“Circa cinque minuti, ma la sua risposta è sbagliata.”
Contò di nuovo i triangoli. “C’è questo grande esterno, poi i tre grandi, altri tre in cima…più questi…quattordici. Non possono essere più di quattordici.”
“Diciotto.”
“Impossibile.”
Lui le indicò tutti i triangoli.
“Porca miseria! Non avevo visto quei quattro sovrapposti.”
“E questo è un enigma semplice. Ecco perché le sto dicendo che non dovrebbe rischiare i propri soldi.”
“Lei gioca?” chiese la ragazza.
“No. Il Ringmaster pensa che non sarebbe etico poiché conduco io il gioco. E in ogni caso, se vincessi io, gli altri giocatori sarebbero davvero molto arrabbiati.”
“Immagini di sì. Cosa ci guadagna?”
“Blinker, Leticia e io prendiamo cento dollari ogni sera.”
“Qual è il piatto più grosso che abbia mai visto?”
“Sedicimila.”
“Accidenti! Okay…” Aprì la clutch e tirò fuori un mazzetto di banconote. “Ci sto.”
“Le sto dicendo di starne fuori. Finirà per perdere i soldi.”
“E allora? Se perdo, dovrò solo fare un’ora di straordinario.”
“Bene, solo non si dimentichi che l’ha chiesto lei.”
Mise dieci banconote da cento dollari sul tavolo.
Lui tolse i soldi dal tavolo e glieli restituì. “Li tenga fuori vista, e non li dia a me. Li passi a Blinker, al bar. Ma aspetti un attimo.” Aprì un messaggio e lesse velocemente la risposta. “No, troppo tardi. Le nove buste sono già per strada. Il gioco per stasera è fatto.”
“Bè, peccato,” disse lei. “Non posso neppure spendere i miei soldi.”
“Mi spiace. Ma può restare a vedere se qualcuno vince.”
“Posso vedere l’enigma di stasera dopo che è finito il gioco?”
Lui scosse la testa. “Soltanto chi paga può vederlo.”
“Okay. Vado a dare i mille a Blinker per domani sera.” Lo guardò con gli occhi a fessura. “Se le va bene.”
Bell si strinse nelle spalle. “Certo. Solo, si assicuri di dirgli che sono per il prossimo gioco.”
“Il mio nome è ‘Gigi,’ tra l’altro.” Gli porse una mano.
“Bell[1 - Bell significa campana in inglese.] Casper.”
“Okay, Bill. Ora, devo andare a lavoro. Vedo circa seimila dollari seduti al bar.”
“Sì.” Guardò gli uomini al bar, molti dei quali la stavano fissando. “Ma è ‘Bell,’ non ‘Bill.’”
“Oh, mi scusi. Come ha fatto sua madre a inventarsi questo nome?”
“Era incinta seduta su una panca della St. Joseph’s Catholic Church. Proprio nel momento in cui mio padre urlò ‘Gesù Cristo!’, le campane iniziarono a suonare il primo rintocco della mezzanotte.”
Gigi rise. “Okay, Bell. Complimenti a sua madre. Ci vediamo domani sera per i miei soldi.”
Bell sorrise mentre Gigi si allontanava. Fece a Blinker un pollice in su.

Capitolo Due
Altre due signore molto truccate vennero al tavolo di Casper quella sera, ma nessuna delle due andò a segno.
Coco Phoenix sedeva a chiacchierare con Bell mentre guardava gli uomini entrare e uscire.
“Chi è la ragazza nuova?” chiese Coco mentre aspettava.
“Gigi.”
“È un’imbrogliona.”
“Sì.” Bell guardò Gigi andarsene con un altro ragazzo. “Lo so. Che cosa stai facendo?”
Coco alzò il vestito colorato perché vedesse. “E’ un prendisole.”


Coco Phoenix

Il vestito aveva dei bei dettagli ed era disegnato per essere indossato sopra un bikini, o short e reggiseno.
“Adoro quei colori. Stai seguendo uno schema?”
“No, ho solo iniziato a cucire, e la fantasia è venuta fuori da sola.”
Un gentiluomo ben vestito si avvicinò e li guardò furtivamente, poi il suo sguardo cadde su Coco e arrossì mentre si avvicinava al tavolo.
“Dove sei stato, Lester?” Coco lasciò correre l’ago e il filo rosso senza alcun bisogno di prestare attenzione alle dita.
“Sono sgattaiolato fuori dalla casa dei vecchi per venirti a cercare.”
“Ecco dove andrò presto.” Lei si alzò per lasciargli il posto.
“Bene. Dì loro di portarti a Glen Acres.” Le fece l’occhiolino. “Così non dovrò più evadere.”
“Conoscendoti, probabilmente ci butteranno fuori per il troppo fracasso notturno.”
“Ne varrebbe la pena.” Lanciò un’occhiata a Bell. “Com’è andata stanotte, ragazzo?”
“Bene, signor Cravens. Come la tratta Wall Street?”
“I maledetti mercati sono sull’ottovolante questa settimana.”
“È il periodo giustoper comprare oro?”
“Non c’è guadagno con l’oro. I gioielli sono inutili, a meno che non le piaccia portarli attorno al collo. Se ne compra qualche oncia, cosa se ne fa? Deve tenerle al sicuro, oppure metterle in una cassetta di sicurezza in banca. No, le materie prime su cui investire sono altre. Soia e maiale. Questa estate, i cinesi compreranno navi intere di entrambi. Avranno un miliardo di persone da sfamare.”
“Hmm… materie prime.”
“Già.” Il signor Cravens sorrise a Coco. “Andiamo a divertirci un po’ o no?”
“Non so, Lester, sono piuttosto impegnata.” Alzò il prendisole perché lui lo vedesse.
“Wow. Sembrerai dolce con quello addosso.”
“Sai che andrai nel medesimo posto per aver mentito e per aver rubato.” Arrotolò il suo lavoro all’uncinetto e lo mise in borsa.
“In prigione?” L’uomo si alzò e le porse la mano. “All’inferno?”
“Glen Acres.”
Lui rise.
* * * * *
Gigi trovò tre clienti prima dell’una di notte.
Dopo che tornò da un altro incontro, Bell la guardò sedersi su uno sgabello accanto a un ragazzo che indossava una giacca grigio tortora.
Una ragazza nuova si avvicinò al suo tavolo e le chiese se fosse su Tinder, e lui rispose di no.
“Le piacerebbe un appuntamento veloce?”
Era una ragazza sulla ventina, capelli rossi, bel corpo, bel sorriso.
“Al momento sto lavorando.” Indicò il mucchio di buste aperte e fogli sparsi.
“Questo è uno strano posto per lavorare.”
“È un gioco strano.”
“Un gioco?”
Ecco l’esca, ora lancia l’amo, Bell, e tirala su.
“È un po’ complicato.”
La donna raccolse una delle buste, ci guardò dentro, poi ne aprì un’altra. Entrambe erano vuote. “Questo gioco complicate ha qualcosa a che fare con nove buste vuote?”
Mentre parlava con Bell, teneva lo sguardo fisso sugli uomini al bar. Era apparentemente interessata a ciò che Bell stava dicendo, ma ancora di più a carpire un trucco.
“Sì.” Girò la pila di buste a faccia in giù. “Prima, mi sono state consegnate queste buste. Io le ho distribuite a nove giocatori, e prima delle dieci uno di loro se n’è andato con novemila dollari.”
Lei lo guardò per un momento. “Quindi, le sono state consegnate nove buste, suppongo sigillate. Poi questi nove ragazzi hanno comprato le buste e il contenuto per mille dollari a testa?”
“Quasi. Sette uomini e due donne, stasera. E devono investire i soldi in anticipo. Quando tutti sono pronti, faccio una telefonata, poi Leticia mi porta il numero di buste che chiedo.”
“Ogni sera giocano le stesse persone?”
“No. Alcune giocano tutte le volte, alter vanno e vengono.”
“Limiti?”
“Nessuno. Ho avuto sedici giocatori.”
“Sa cosa c’è nelle buste?”
“No.”
Nadia si avvicinò al tavolo. Guardò Bell, sorrise, poi guardò la donna. La sua espressione non era proprio di disgusto, ma quasi.
Bell catturò lo sguardo di Nadia, fece un cenno col capo verso la donna, e mimò le parole, ‘Sii gentile.’
Il sorriso di Nadia divenne esagerato. “Cosa posso fare per lei, signora?”
“Può togliersi quel sorrisetto dalla faccia e portarmi un Dead Peacock. Poi, mostri un minimo di rispetto. Tutti dobbiamo lavorare sui talenti con I quali siamo nati. Lei è diventata una cameriera, mentre io mi sono trovata un posto nell’industria del comfort, mi sono fatta strada all’università, e questo tipo viscido…” indicò Bell, “sta gestendo un qualche tipo di racket, probabilmente illegale, ma apparentemente con un’alta posta. Gli offrirò un drink e arriverò a fondo della faccenda.” Alzò lo sguardo su Nadia e inarcò un sopracciglio.
Nadia guardò Bell.
Lui le fece l’occhiolino.
“Cos’è un Dead Peacock?” chiese Nadia.
“Un decilitro l’uno di assenzio, aperol, cointreau, e whiskey. Poi aggiungere un’aibika.”
“Aibika?”
“Un fiore commestibile. Immagino che un fiore di ibisco o lavanda vada bene.”
“Accidenti, penso di sapere cosa ha ucciso il pavone.” Nadia se ne andò per preparare i drink.
“Questo gioco non è illegale,” disse Bell. “E io non sono viscido. Nessuno è costretto a giocare. Infatti, convinco molte persone a non farlo, soprattutto se penso che non possano permettersi di perdere mille dollari. O se penso che il loro intelletto non sia all’altezza del compito.”
“Le buste sigillate arrivano…” Si chino verso di lui. “Sto cercando di capire, quindi stia zitto per un attimo. Lei distribuisce le buste, e il gioco inizia. Questi uomini e donne aprono le buste, ne tirano fuori qualcosa, e iniziano a lavorarci su. Probabilmente lo fanno ciascuno per conto suo perché ognuno vuol vincere l’intero piatto.”
Arrivarono i drink, e la donna pagò a Nadia cinquanta dollari, poi rifiutò il resto.
La cameriera felice andò al bar e tornò con una ciotola di noccioline e un cestino di tortilla, più un piattino con sopra quattro fragole coperte di cioccolato. Corse verso un altro tavolo.
“Dentro ogni busta c’è un enigma da risolvere.” La donna mangiò una delle fragole. “Un rompicapo avvolto in un mistero, dentro un enigma, come disse il nostro caro Churchill. E immagino che ci sia un tempo stabilito. Mi chiedo se tutti i giocatori ricevono lo stesso puzzle. No…” Alzò un indice. “Non me lo dica. Lo scoprirò da sola.” Finì la fragola, si leccò le dita, poi bevve il drink.
Bell mangiò una patatina mentre guardava Gigi entrare.
Lanciò un’occhiata a Bell, sorrise, guardò il rosso, poi porse la mano in un gesto interrogativo.
Lui si strinse nelle spalle.
Gigi andò verso il bar, facendo l’inventario delle marche.
“Il puzzle è sempre lo stesso, altrimenti sarebbe ingiusto,” disse il rosso. “Possono cercare su Google la risposta, ma immagino che non servirebbe a nulla. Lei, o chiunque abbia inventato questo gioco, non può controllare in che modo i giocatori risolvono l’enigma, quindi non è qualcosa che si può controllare. Il master…e non è lei, no?”
Bell scosse la testa.
“Il master crea questi enigmi ogni giorno. Ha detto che il gioco si fa ogni giorno, vero?”
“No, ha detto lei che c’è ogni sera, ma sì, io conduco il gioco ogni notte. Chiude alle nove, e i giocatori possono dare la propria quota per il gioco successivo quando scoprono se hanno vinto o perso.”
“Quest’uomo, immagino sia un uomo, ma potrebbe essere una donna, crea un nuovo enigma ogni giorno, quindi non è rilassato. Deve essere intelligente e rapido pensatore. È un qualche tipo di scienziato o insegnante. Un cervellone. Un professore. Già, è un professore universitario così annoiato di una manica di studenti illetterati da dover occupare il suo tempo a creare rompicapo, come quell’uomo che crea le parole crociate del New York Times. Le più difficili da risolvere del paese, forse del mondo, e ne crea uno ogni settimana. Ma il vostro uomo è migliore, ne crea uno nuovo ogni giorno.” Ruotò il suo Dead Peacock sul tavolo. “Mi chiedo chi sia.” Guardando Bell, inarcò un sopracciglio.
“Chi lo sa? Non l’ho mai incontrato.”
“Allora è un uomo. Ha mai parlato con lui?”
“No, non a voce, solo per messaggi. Immagino che potrebbe essere una donna.”
“Curiosone.” Porse il suo drink a Nadia perché lo vedesse. “Come vengono gestiti i soldi?”
“Okay, ora mi sta spaventando. Troppe domande.”
“Non parteciperò al gioco finché non saprò esattamente come funziona.”
“Chi ha detto che parteciperà al gioco? È solo su invito. E lei assomiglia troppo a un poliziotto.”
“Ha detto che non è illegale.”
“Infatti, ma non voglio essere arrestato sulla base di semplici sospetti, poi dovrei provare la mia innocenza.”
“Bene.”
Nadia portò un drink alla rossa.
Dette a Nadia una banconota da cento dollari. “Mi restituisca i miei cinquanta.”
Nadia le porse i soldi e attese.
“Sì,” disse la rossa. “Tenga il resto.”
“Oh, grazie. Ora lei è la mia cliente preferita.”
“Scommetto che lo dice a chiunque lasci una buona mancia.”
“Probabilmente,” disse Bell.
“Bene,” disse lei. “Ora avremo un servizio decente.”
Bell vide la rossa fare l’occhiolino alla cameriera.
Nadia arrossì. “Dove va a scuola?”
“Alla New York University.”
“Oh, merda,” disse Bell.
“Cosa?” chiese Nadia.
“Cosa?” chiese la rossa.
“Niente.”
Nadia corse via per prendersi cura di un cliente rumoroso a un tavolo vicino.
“Lei è un maledetto professore alla New York university,” disse. “Dico bene?”
Bell fissò lo schermo del suo computer. “Deve avere due palle molto grosse se pensa di poter—”
Lei gli prese la mano e la appoggiò sul suo inguine. “Sente qualche parte dell’anatomia maschile qua sotto? Sono stufa di sentire come avere un paio di palle di inutile pelle che mi pendono tra le gambe darebbe a me e alle altre donne l’abilità di ragionare ed elaborare un pensiero personale.” Scacciò la sua mano e la sbatté sul ventre di lui.
“Ahi!”
“Già, non solo sono inutile, ma sono anche la parte più vulnerabile del suo corpo. Se volessi fare del male a un uomo, gli darei un calcio in mezzo alle gambe prima di prenderlo a pugni negli occhi. Forse se avessi un paio di tette d’acciaio con capezzoli in ottone,si sentirebbe inferiore.”
“Molto divertente, ma io non sto cercando di sminuirla; volevo solo spiegarle il gioco.”
“Ha appena avuto un centinaio di dollari in toccatine gratis.”
“Sì, ma non ero eccitato come speravo.” Bell sentiva solo il suo viso andare in fiamme mentre scorreva la schermata del computer verso il basso.
Lei rise. “Adoro mettere in difficoltà gli uomini. Voi pensate di essere così superiori, e poi quando vi si avvicina una ragazza intelligente, non sapete approcciarvi con lei.” Lo fissò finché lui non la guardò. “Come gestisce i soldi?”
“Quest’informazione, donna intelligente, le costerà mille dollari.”
* * * * *
Erano quasi le 2 di note quando Gigi venne a sedersi accanto a Bell.
“Hai iscritto Wendy?”
“Wendy?”
“La rossa.”
“L’hai mandata tu da me?”
“Sì. Mi spetta una commissione?”
“Verrai cacciata dal gioco, ecco cosa ti spetta.”
“Perché? Più giocatori rendono più grande il piatto che vincerò.”
“No. Non voglio altri giocatori, non se si conoscono tra loro. Questa non è la partita amichevole di poker del sabato sera. Questa è una competizione spietata con un solo vincitore e molti perdenti arrabbiati.”
“Bè, lei è un’amica, ma siamo in competizione ogni sera per I ricchi bastardi che vengono qui per un appuntamento veloce.”
“Non mi piace questa situazione.”
“Oh, povero piccolo Bell. Hai intenzione di lamentarti tutta la notte o mi porti a fare colazione?”


Gigi Draper

Lui studiò il suo bel viso per un momento. “Ho solo una domanda.”
Lei sorrise. “Cioè?”
“Pancakes o uova alla Benedict?”
Lei si alzò dal tavolo e si sistemò la gonna. “Entrambi. Ho avuto una notte difficile.”
Bell chiuse il computer e si alzò. “Devo solo scambiare due parole con Blinker prima di andare.”
“Okay. Io andrò in bagno.”
Al bar, Bell porse il computer a Blinker. “Io e Gigi andiamo a far colazione. Mandami un messaggio se succede qualcosa.”
“Gigi, eh?”
“Quel sorriso da lupo è assolutamente fuori luogo.”
“Bene, capo.” Trattenne il sorriso e sistemò il computer sotto il bar.

Capitolo Tre
La mattina dopo alle 9, una giovane donna entrò al Blue Parrot. Andò al tavolo di Bell e gli diede un fascio di buste bianche.
“Dio, quanto odio questo posto.” I suoi capelli color champagnele fluttuavano sulle spalle.
“L’hai già detto ieri notte, Leticia, e anche quella prima ancora.”


Leticia

“Perché non possiamo lavorare fuori da un parrucchiere o una sala da bowling?” Indossava dei jeans e una maglietta Bianca con scritto ‘Sì, corro come una ragazza. Prova a starmi dietro’ sulla schiena.
“No—”
Lei lo interruppe. “Lo so. Niente soldi in quei posti.”
“Giusto. Come va il progetto Kessler?”
“Con dieci giorni di ritardo sulla tabella di marcia,” disse.
“Qual è il problema?”
“Una cattiva pianificazione da parte tua.”
“Sei stata tu a stabilire il diagramma di flusso e la tabella di marcia,” disse lui.
“Certo, ma chi ha deciso il budget?”
“Uhm, il manager?”
“Giusto di nuovo. Ecco arrivare uno dei tuoi asinelli.”
Bell alzò la mano per farle cenno di tacere.
Gigi non tacque. “È chi penso che sia? Chi è?”
Leticia la fissò.
“Sii gentile, Gigi,” disse Bell. “Lei è il mio assistente esecutivo. Torna al tuo sgabello e aspetta come gli altri.”
“Manca solo un minuto alle nove,” disse Gigi. “Se mi dai la mia busta, risolverò il tuo sciocco enigma e andrò a prendere la vincita da Blinker.”
“Quando mi vedrai dirigermi all’uscita sul retro, potrai unirti ad altri undici giocatori.”
“Undici. Bene. Bel piatto stasera.”
“Vai.”
“Non essere sgarbato,” disse Gigi. “Lei deve essere Leticia.” Le porse una mano.
Si strinsero la mano. “Come conosce il mio nome?” chiese Leticia.
“Quando ho chiesto a Bell che aspetto aveva, lui mi ha detto che era una donna più bella di me.”
Leticia rise. “Bene.” Lasciò andare la mano di Gigi e guardò Bell. “Sono sicura che l’abbia detto.”
“È vero.” Si voltò verso Bell. “Ok, Bell, io vado. Cerca di sbrigarti.” Tornò al bar.
“Devo sistemare il progetto Kessler per te?” chiese Bell.
“No,” disse Leticia. “Ma avremo bisogno di altri ventimila dollari entro la fine del mese.”
“Dannazione. Ok. Ti ho appena mandato per mail le specifiche del prossimo.”
“Meraviglioso. Stai iniziando un nuovo progetto senza aver finite il Kessler.”
“Sì. Ora, sbrigati prima che quei tizi al bar ti facciano proposte indecenti.”
“Sciocchezze. Sono fuori da questo schifo.”
Bell prese le buste e andò verso il retro del locale.
Mentre camminava undici giocatori, compresa Gigi, lo seguirono.
“Bene, gente.” Bell tirò fuori le buste. “Leggetele e piangete.”
Tutti aprirono la propria busta.
“Che diavolo?” sussurro Gigi.
“Già,” disse uno degli uomini. “Idem.”
“Sarò al mio tavolo se qualcuno indovina.”
Bell li lasciò per consegnare un altro set di buste a un secondo tavolo, poi a un terzo.
* * * * *
Una ragazza magra dai capelli castani era seduta vicino a Bell quando uno dei giocatori si avvicinò al tavolo.
L’uomo era vicino ai cinquanta, calvo, e aveva una notevole pancia da birra.
“L’ho risolto, Bell. Sono il primo?” Sorrise alla bella ragazza castana.
Lei ghignò. “Sembra assetato.”
“E lei?”
“Diavolo, certo.”
“Sei il primo, Frankie,” disse Bell. “Cosa sei riuscito a fare?”
Frankie gli porse il suo foglio.
“Ehi,” disse la ragazza, “è uno degli enigmi di cui mi parlavi?” Si chinò mentre Bell apriva il foglio.
“Sì.” Si voltò in modo che lei non potesse vedere, poi lesse silenziosamenteprima l’enigma, poi la risposta di Frankie. ‘Il padre di Will ha cinque figli; Mercutio, Tybalt, Capulet, Montague… chi è il quinto figlio?’
‘Romeo,’ era la risposta che Frankie aveva scritto sul foglio.
“Mi spiace, Frankie,” disse Bell. “Sbagliato.”
“Cosa? Questi quattro tizi vengono da—”
“Non dire altro,” lo interruppe Bell. “Questa ragazza potrebbe decider di unirsi al prossimo gioco. Non vogliamo darle degli indizi prima che si iscriva, no?”
“Immagino di sì.”
“Quando vedrai il vaso di Blinker vuoto, potrai tornare a vedere la risposta.”
“Va bene.” Frankie sorrise alla ragazza. “Non aveva detto qualcosa riguardo a un drink?”
“Sì, l’ho detto. Vada al bar, ordini un pink daiquiri per me e il drink per lei. Sarò lì tra un minuto.”
“Ce l’hai, dolcezza.”
“Sì, ce l’ho, Frankie. Ed è ‘Candi’ con la ‘i.’ Sono dolce e gustosa, proprio come un dolce vero.”
Frankie sorrise e s e ne andò.
“Quindi ha perso mille dollari?” chiese Candi.
“Sì. Ora ha visto come funziona?” chiese Bell.
“Certo. Mi faccia vedere il foglio di Frankie, e potrei partecipare al prossimo gioco.”
“Mi spiace.” Bell piegò il foglio e lo mise sotto il computer. “Regole del Ringmaster.”
“Bè, peccato.”
“Vuole un enigma di esempio?” chiese lui.
“Okay.”
Disegnò il triangolo con le due line che lo attraversavano e le due verticali su un tovagliolo. “Quanti triangoli vede?”
Prima che potesse rispondere, Gigi si avvicinò al tavolo. “Vedo che il vaso è ancora pieno di soldi.”
Bell annuì mentre prendeva il foglio che lei gli porgeva. Lesse la risposta e scosse la testa. “Mi spiace.”
“Cosa? È ovvio. I quattro uomini vengono da”
“No,” disse Bell. “Non di fronte a una nuova giocatrice.”
“Oh. Ma penso comunque di aver ragione.”
“Quando il vaso sarà vuoto lo scoprirai, e ti prenderai a schiaffi da sola.”
“Dodici triangoli,” disse Candi.
“Ha,” Gigi rise, “diciotto.”
“Non può essere.” Cominciò a contare di nuovo i triangoli.
“Si tenga i soldi, ragazza,” disse Gigi. “Questo gioco non è per i deboli di cervello.” Li lasciò per aspettare il risultato al bar.
Altri due uomini si avvicinarono al tavolo e diedero entrambi la stessa risposta sbagliata.
“Non possono essere diciotto,” disse Candi.
Bell le indicò tutti i triangoli.
“Dannazione, è difficile.” Fissò il disegno sul tovagliolo.
“Enigma piuttosto difficile, stasera,” disse qualcuno.
Bell alzò lo sguardo per vedere un uomo piccolo e magro che doveva avere più di settant’anni.
Porse il foglio a Bell.
“Congratulazioni, Wally. Vai a prendere la vincita da Blinker.”
“Sì! Lo sapevo.”
Tutti i giocatori guardarono Wally contare la vincita, poi il vaso vuoto tornò sulla sua mensola.
“Qual è la risposta?” chiese Gigi quando si avvicinò al tavolo di Bell.
Bell le porse il foglio di Wally.
“certo, diavolo.” Gigi rise. “Era proprio sotto i miei occhi per tutto il tempo. Le prime parole dell’enigma, ‘il padre di Will.’ Ovviamente Will è il quinto figlio. Buon per il Ringmaster.”
“Forse dovresti scoprire nuove forme di intrattenimento,” disse Bell.
“Sì, lo farò, dopo che vincerò domani sera.” Aprì la borsetta mentre andava da Blinker al bar.
Candi contò mille dollari in banconote da venti. “Sono per il gioco di domani.”
“Okay, ma tolga quel mucchio di soldi dal tavolo. Vada a darli a Blinker. Poi si occupi di Frankie prima che si sbavi addosso.”
Candi rise. “Già, non lo sa ancora ma sta per spendere mille dollari in divertimento e giochi.”
* * * * *
La sera seguente, Leticia sedeva con Bell al tavolo.
Gigi si avvicinò a loro un minuto prima delle nove. “Quante buste, Leticia?”
Leticia la fissò mentre beveva la sua birra.
“Sedici,” disse Bell. “E ciao anche a te.”
“Ciao, e salve alla tua cosiddetta assistente.”
“Posso picchiarla, Bell?” chiese Leticia.
“Sì, ma non stasera.”
Gigi sorrise a Leticia. “Sta facendo diventare qualcuno un bel cobra.”
“Forse un serpente a sonagli con i denti a forma di dollari.”
“Piantatela,” disse Bell. “Pronta a giocare?” Si alzò dal tavolo.
“Diavolo, certo.” Gigi lo seguì mentre si dirigeva al tavolo sul retro. Altri quindici clienti li seguirono.
“Mi state prendendo in giro?” disse Gigi dopo aver aperto la sua busta.
“Non è così facile come pensi.”
Bell corse da altri due gruppi di persone. Non appena si sedette vicino a Leticia, Wally si avvicinò al tavolo.
Porse il foglio a Bell. “È un cinquanta e cinquanta, quindi ne ho semplicemente scelta una. Sono primo, vero?”
“Sì, sei primo, ma la risposta è sbagliata.”
“Maledizione. Sapevo che avrei dovuto scegliere la gallina.”
Altri due uomini si avvicinarono al tavolo.
“Mi spiace, ragazzi. Sbagliato per entrambi.”
Wendy portò la risposta a Bell.
“No. Sarai più fortunate la prossima volta, Wendy.”
“Andrò a uccidere un pavone.” Se ne andò al bar.
“Forse lo abbiamo fatto troppo difficile,” disse Leticia. “Uh-oh, eccone altri tre.”
Tutti avevano sbagliato.
“Oh, ottimo,” disse. “Ecco arrivare la tua puttana preferita.”
“Il vaso è ancora pieno,” disse Gigi. “Quante risposte sbagliate finora?”
“Sette,” disse Bell.
“Anche questo era ridicolmente semplice o incredibilmente intelligente,” disse Gigi.
“Qual è la sua ridicola risposta?” chiese Leticia.
Gigi sorrise e lesse dal suo foglio. “Quale è venuto prima, l’uovo o la gallina? E scommetto che quei sei perdenti hanno lanciato in aria una monetina e hanno scelto l’uno o l’altra. Giusto?”
Bell annuì.
“La mia risposta è che nessuno dei due è venuto prima.”
“Ti spiacerebbe spiegare come sei arrivata a questa conclusione?” chiese Bell.
“Sia l’uovo che la gallina si sono sviluppati insieme, e discendono da un piccolo dinosauro oviparo.”
“Oh cielo!” disse Leticia.
“Giusto,” disse Bell. “Il nome del piumato amico della gallina è Archaopteryx. Vai a prendere i tuoi sedicimila sacchi.”
“Speravo davvero che scegliesse l’uovo.” Leticia guardò Gigiandare a cercare Blinker.
“Va tutto bene, pasticcino, sappiamo chi sono i veri vincitori.”

Capitolo Quattro
Il giorno seguente, Bell sedeva al suo tavolo all’una di pomeriggio, fissando una giovanissima ragazza bionda.
Sedeva di fronte a lui, con le braccia incrociate, accigliata.
Lui cercò di uguagliare il suo cipiglio.
Lei fisso il proprio telefono, sorrise, e premette un bottone.
‘KA-POW!’ si sentì dal cellulare di lui. “Accidenti!” Bell lo prese e osservò lo schermo.
“Bell, Bell, Mister Liberty Bell,” la ragazza canticchiò un motivetto. “Viso così duro e aspro che rompe lo specchio. Io penso che sarà la tua Destroyer a cadere.”
Lui guardò la sua Destroyer Avenger inclinarsi e piegarsi in basso verso poppa. Premette un bottone del cellulare, poi cantò, “Millie, Millie, Miss Sciocca, assomiglia così tanto a un pirata, i bambini la chiamano Billy.” Premette un altro pulsante.
‘BOOM!’ La ragazzina fissò il suo cellulare, a bocca aperta.
“Boom, Boom,” disse Bell. “Sembra che la tua Carrier Eisenhower abbia appena incontrato la sua fine, la sua fine.”
“Porca miseria!” disse Millie.
“Bada a come parli, ragazzina,” disse qualcuno.
Alzarono lo sguardo dai cellulari per vedere Jennifer avvicinarsi al tavolo.
“Oh, bene,” disse Bell a Millie. “Ora finalmente mi libererò di te.”
“Mamma, mi ha affondato le mie migliori astronavi.”
“Oh, poverina.” Bell le sventolò i pugni davanti agli occhi. “L’ammiraglio Millie Bligh sta per mettersi a piangere.”
La dodicenne premette un bottone sul cellulare. Io posso anche mettermi a piangere, ma una delle tue navi sta andando a fondo. Dì al tuo Submarine Styx di guardarsi le spalle.”
‘BLAST, BANG, CRASH,’ si sentì dagli altoparlanti del telefono di lui. “Maledizione. Questa ragazzina non dovrebbe essere a scuola?” Bell alzò lo sguardo dal telefono per sorridere a Millie.
“Sto facendo scuola di guerra navale a te,” disse lei.
“Questa sembrava più una lotta tra due ombelichi,” disse Bell.
“Grazie per aver badato alla mia bambina, Bell,” disse Jennifer. “La signora Stratford è dovuta andare a una visita di controllo stamattina. È tornata ora.”
“Ha.” Millie rise. “Ci si potrebbe chiedere chi abbia badato a chi.”


Millie Fischer

“Bene, è finita,” disse Bell. “La tua nave dei rifornimenti Marilyn Gotham sta andando a fondo.”
Jennifer si sedette accanto a Bell. “Ti ho mai ringraziato per il mio posto di lavoro in cucina?”
Bell guardò i suoi occhi castani contornati da piccolo rughe, poi le sue labbra piegate in un sorriso. “Non penso,” sussurrò.
“Bè, dovrò trovare un modo per dimostrarti il mio apprezzamento.”
“Non vedo l’ora.”
“Penso che mi metterò a vomitare,” disse Millie.
“Per favore,” disse Bell senza guardarla, “non sul tavolo o sulla borsa.”
“La porto a casa,” disse Jennifer, “poi tornerò per l’evento di stasera.”
“Ti piace essere un’assistente pasticcere?” chiese Bell.
“Lo adoro, e Maxine, il sous chef, dice che potrò lavorare come pasticcere tra pochi mesi.”
“Dopo,” disse Millie, “avrà il tuo lavoro. Ding, dong, Bell, whose odor we hate to smell (il cui odore odiamo annusare).”
“Oh, quanto adoriamo Millie, che vorrei fosse morsa da un collie.”
“Un collie?”
Bell si strinse nelle spalle. “Fa rima.”
“A malapena.”
Jennifer diede un colpetto sulla spalla di Bell e si alzò dal tavolo. “Pronta per andare a casa, piccola?”
Millie prese il telefono, si alzò dal tavolo, poi si avvicinò per baciare Bell sulla guancia.
“Tieni le tue zampacce lontano dalle mie navi,” disse lui.
“E tu tieni lontano gli occhi da mia madre.” Ghignò. “Ciao ciao, Mister Bell, and watch out for an incoming shell (e guardati le spalle da un incombente conchiglia).”
Dopo che le due se ne furono andate, aprì il suo iPad per lavorare sul progetto Ashton.
Cinque minuti dopo, il suo telefono tornò a farsi sentire. ‘BOOM! BOOM! BOOM!’
“Porca merda. Tutte e tre le mie navi?”
* * * * *
“Sei arrivata presto oggi,” disse Bell.
“Semplicemente non riuscivo a stare lontano da te,” la bella biondina si sedette accanto a lui. “Wow, che bella casa.”
“Sì, Gigi, ma non è ancora una casa. Solo schizzi a matita e cianografie.” Si allungò per toccarle i capelli. “Bel cambiamento. Mi piacciono le ciocche più scure sotto.”
“Grazie.” Si sistemò i lunghi ricci dietro le spalle. “Le porte del garage che si aprono di lato rendono più grande il retro della casa. Quanti metri quadri di spazio calpestabile sono?”
“Circa settantacinque.”
“Cucina a isola. Carina.”
“Certo, ma il cablaggio è un po’ complicato.”
“Fallo passare dalla lastra. Si può far correre una conduttura in PVC quando sistemerete l’impianto idraulico e i tubi di scarico nel calcestruzzo.”
“Buona idea,” disse Bell. “Come fai a sapere delle condutture in PVC?”
“Ho fatto un semestre di idraulica.”
Nadia si avvicinò al tavolo. “Che cosa posso portarle, Gigi?”
“Solo succo d’arancia, Nadia. Troppo presto per la roba forte.”
“Okay. Posso sostituire la tua soda con una fresca, Bell?”
“Certo, grazie.”
Nadia se ne andò per preparare i drink.
“Per chi stai progettando questa casa?” chiese Gigi.
“Uhm, un cliente.”
“Davvero? Allora sei architetto nel tempo libero?”
“Libero da cosa?”
“Essere il conduttore del gioco per il Ringmaster, immagino. Cos’altro sei?”
Nadia portò loro i drink, e Gigi le diede venti dollari.
“Li tenga,” disse Gigi. “Sta risparmiando per la retta, vero?”
“Al momento in realtà sto risparmiando per laConEd prima che mi stacchino la luce.”
“Buona idea,” disse Gigi. “Se le dessero una paga decente, potrebbe risparmiare per l’università.”
Nadia guardò Bell. “Sono felice che mi paghino diciotto dollari l’ora, più le mance.”
“Hmm, non male. Chi è il manager? Forse potrei trovare un lavoro part time.”
“Il dovere mi chiama.” Nadia corse verso un tavolo vicino.
“Pensi che potrei trovare lavoro part time, Bell?” chiese Gigi.
“No. Troppo qualificata.”
“Lo prendo come un complimento.”
“E infatti lo era.”
“Vedo che il vaso di Blinker è già pieno.”
“Settemila, finora. Giochi stasera?”
“Diavolo, certo. Ho già guadagnato quindicimila dollari con il tuo gioco. Potrei anche vincerne altri. Mi piacerebbe ritirarmi dagli affari.”
* * * * *
Leticia portò le buste alle nove.
“Ehi, vecchio,” disse. “Come va?”
“Bene,” disse, “finché non mi hai chiamato vecchio.’”
Leticia lo abbracciò e appoggiò la testa sulla sua spalla. “‘Vecchio’ non sempre significa ‘vecchio.’”
“Questo mi fa stare meglio, o quasi.”
“Quante stasera?” chiese Gigi quando si avvicinò al tavolo di Bell.
Leticia si stucco da Bell. “Pensavo che avesse lasciato la città.”
“L’ho fatto, ma Bell mi ha pregato di tornare.” Gigi sorrise. “Sa, la gelosia è un brutto sentimento.”
“Già,” disse Leticia. “Ma la porta bene.”
“Ha. Come disse il mio amico Shakespeare, ‘La grazia e la bellezza non hanno bisogno dell’avarizia.’”
“No, in realtà disse, ‘Il ripugnante maiale può anche mettersi il rossetto e il mascara sulle labbra per assomigliare a una farfalla, ma noi non vedremo altro che un maiale carino’.”
“Pensa che Giulietta fosse un maiale?”
“Penso che Giulietta fosse una stupida. Si è uccisa per un uomo,” disse Leticia. “Nessun uomo vale la propria vita.”
Gigi guardò Bell. “E lui?”
“Oh, questa è una questione diversa.” Leticia abbracciò Bell. “Se morisse, berrei l’infido veleno, e anche volentieri. Poi giacerei felicemente al suo fianco finché l’eternità non abbia compiuto il suo flusso malvagio.”
Bell le mise un braccio attorno alle spalle. “Ohh.”
“Oh, santo cielo,” disse Gigi. “Quanto sarà grande la mia vincita stasera?”
“Tredicimila.” Bell tirò su il fascio di buste. “Pronta a giocare?”
“Diavolo, sì.”
Al tavolo sul retro, distribuì tredici buste, poi corse ad altri due gruppi in attesa.
Presto, cinque giocatori si avvicinarono al suo tavolo. Tutti avevano dato la risposta sbagliata.
Il sesto fu William Loman, un operatore di borsa per la Whiskin-Cowen Securities.
“Congratulazioni, signor Loman,” disse Bell. “Ha dato la risposta esatta.”
Gigi e Wendy si avvicinarono al tavolo.
“Non dirmelo,” disse Wendy. “Quel piccolo gigolo ha vinto?” Appoggiò una spalla contro William Loman.
“Sì,” disse Bell. “Fammi vedere la tua risposta, Wendy.” Aprì il foglio. “No, mi spiace. E tu, Gigi?”
Gli diede il suo foglio. “Ha davvero importanza, ora?”
“Certo che importa, e avevi dato la risposta esatta.”
“Fammi vedere.” Wendy allungò la mano per prendere il foglio di Gigi e lo lesse ad alta voce. “Due professori universitarisi trovano su un marciapiede, in attesa di attraversare la strada. Un cartello sull’altro lato della strada riportava una freccia che indicava la loro destra e la scritta ‘senso unico.’ Uno dei due aveva un dottorato in matematica, esperto nell’insegnamento della trigonometria e di calcolo. L’altro era esperto in filosofia e dotato nel ragionamento e nella formulazione d’ipotesi astratte. Scesero dal marciapiede per attraversare la strada. Un’auto in velocità colpì e uccise uno dei professori. Quale?’” Lesse la risposta di Gigi. “È morto il professore di matematica perché, essendo abituato alla precisione della matematica, ha guardato alla sua sinistra prima di entrare nella strada a senso unico. Mentre il professore di filosofia, abituato a risolvere problemi complessi e postulati illogici, ha guardato da entrambi i lati e ha visto l’auto che procedeva sul lato sbagliato della strada sconosciuta.” Sorrise e prese sottobraccio l’operatore di borsa. “Ha impegni per stasera, Willy?”

Capitolo Cinque
Gigi arrivò al bar intorno alle otto e mezza di sera. Un’alta donna castana entrò insieme a lei.
“Eccoci, Bell. Facciamo iniziare la festa.” Gigi si sedette accanto a lui e fece cenno alla donna di sedersi dall’altro lato del tavolo.
“State facendo una festa insieme?” Salutò la ragazza castana con un cenno del capo.
Lei sorrise. I suoi capelli castani erano lunghi ricci fluenti del color della cannella, con qualche accenno di viola.
“Già. Stiamo facendo gli sconti prendi due, paghi uno.”
“Penso che avrete una nottata ricca di impegni,” disse Bell.
“Savannah vuole giocare al tuo giochino.”
“Solo su invito,” disse lui.
“L’ho invitata io.”
“Come sai che non è un poliziotto sotto copertura?”
“Ha ha. Ecco dove l’ho incontrata, sotto le coperte. Mostrale il tuo triangolo.”
Bell disegnò velocemente il triangolo. “Quanti triangoli vede?”
Savannah avvicinò a sé il tovagliolo e iniziò a contare.
“Abbiamo bisogno di altri giocatori, Bell, così che io possa vincere altri soldi e ritirami.”
“Spero che ti stia tenendo da parte un piccolo gruzzolo,” disse. “Sono solo impaziente di portare nuove persone.”
“La New York Lottery ripaga tre milioni di dollari al giorno. Pensi che si preoccupino del tuo giochetto?”
“Probabilmente no, ma il fisco vorrebbe esserne informato.”
“Sedici,” disse Savannah.
“Quasi,” disse Gigi. “Ma non abbastanza.”
“Cosa?” Cominciò a contarli daccapo.
“Quanti soldi ci sono nel vaso?” chiese Gigi.
“Quattordicimila.”
“Oh, merda,” disse Savannah. “Ce ne sono altri due. Diciotto.”
“Esatto,” disse Gigi. “Vedi, Bell, è abbastanza intelligente per il tuo gioco.”
“Va bene,” disse lui. “Date i soldi a Blinker, e manderò un messaggio al Ringmaster per le buste.”
“Andiamo a trovare Blinker, Savannah,” disse Gigi. “Poi faremo un triangolo o due.”
“Potrebbe essere un rapporto a cinque o sei?”
* * * * *
Leticia arrivò appena prima delle nove con le buste. Dette a Bell un foglio di carta con l’enigma perché potesse controllarlo.
1. Penny
2. Nichelino
3. Centesimo
4. Quarto di dollaro
5. Mezzo dollaro
6. Dollaro d’argento
7. Banconota da due dollari

‘Quale occupa la decima posizione?’
‘Ci sono due possibili risposte, ma solo una è accettabile.’

“Bene,” disse Bell. “Siamo pronti.”
Dopo che gli enigmi furono distribuiti, sei persone si avvicinarono al tavolo. Tutte con la risposta sbagliata.
Gigi e Savannah portarono i propri fogli al tavolo di Bell.
“No, mi spiace,” disse Bell. “Sbagliate entrambe.”
“Ma questa è logicamente la decima posizione,” disse Savannah.
“Logicamente, sì. Ed è una delle due risposte estate, ma non quella che volevo.”
“E qual è?” chiese la ragazza.
“Devi aspettare che qualcuno indovini prima di sapere la risposta esatta,” disse Gigi.
“Bè, peccato. Okay, mentre aspettiamo andrò a parlare con quel grasso ragazzo ricco. Ci fissa da quando siamo entrate.”
* * * * *
Bell guardò i clienti osservare il nuovo progetto della casa.
Entrò una donna dai capelli rossi con indosso un vestito nero, girò per il locale, poi vide il tavolo di Bell.
Lui finse di non vederla.
“Mi stava guardando,” disse lei.
“Ogni uomo qua dentro la stava guardando.”
“Lo so. È una maledizione. Ma lei è l’unico a essere solo.”
“Questa linea di condotta funziona davvero?”
“Sempre.”
Si tolse una ciocca di capelli dalla guancia. Il suo orecchino sinistro era un grande cerchio d’oro, largo dieci centimetri, mentre all’orecchio destro aveva una semplice ametista incastonata d’oro.
“Si sieda.” Si spostò un po’.
“Santo cielo, Bell,” disse Gigi quando si avvicinò al tavolo. “Ti lascio solo per cinque minuti, e ti sei già trovato una nuova donna.” Si sedette di fronte a loro e mise il drink sul tavolo.
“Mi spiace,” disse la rossa. “Voi siete…?”
Mosse il dito avanti e indietro tra loro.
“Sì, lo siamo.” Gigi sorrise.
“No,” disse Bell, “assolutamente no.”
“Ce l’ho fatta!” Una bella ragazza di circa trentacinque anni porse il proprio foglio a Bell.
“Scommetto che hai sbagliato, Savannah,” disse Gigi.
“Solo perché tu non ce l’hai fatta, non significa che siamo tutti stupidi.”
Bell lesse la risposta, “Diciotto dollari e novantuno centesimi. Hai indovinato, Savannah.”
“Cosa!?” Gigi afferrò il foglio di carta. “Come può essere?”
“Facile,” disse Savannah. “Somma i soldi delle prime sette posizioni, più il valore di quelli nella posizione otto e nove, e si ottiene diciotto e novantuno.”
“Bè, andrò all’inferno,” disse Gigi. “Il Ringmaster sta diventando sempre più complicato.”
“Quanto ho vinto?” chiese Savannah.
“Sedicimila,” disse Bell.
“Sì!” Corse a cercare Blinker.
“Sedicimila?” disse la rossa.
Gigi annuì.
“Dollari?”
“Sì.”
“Per cosa?” Prese il foglio e dette un’occhiata. “Bè, era facile.”
“Certo,” disse Gigi, “una voltache conosci la risposta.”
“Qual era la tua risposta?”
“Una banconota da venti dollari.”
“È una risposta stupida,” disse la rossa.
“E tu sei una brutta puttana dipinta che non sa neppure appaiare gli orecchini.”
La rossa si tolse i capelli dalla guancia e fissò Gigi.
Bell spostò lo sguardo dall’una all’altra.
“E tu chi sei?” chiese la rossa. “Madre Teresa vestita da adolescente e con gioielli falsi?” Fissò Gigi. “Con un’acconciatura degli anni ottanta.”
Gigi girò l’anello attorno al dito. “In realtà, sono io quella che ha vinto undicimila dollari, due giorni fa.”
“Buon per te. Ti ci vorrebbe un anno per guadagnare altrettanto in questo posto.” Indicò con una mano gli uomini al bar.
“Pagherò un mese di affitto stasera.”
“Io pago l’affitto per un anno stasera,” disse la rossa.
“Facile quando vivi in un parcheggio per roulotte.”
“Ah, davvero?”
“Uhm,” disse Bell, “Odio dover interrompere questa affascinante conversazione, ma—”
“Oh, sta zitto, Bell.” Gigi guardò la rossa.
“Mi parli del gioco, Bill.” La rossa si girò verso di lui.
“Non è ‘Bill,’” disse lui, “è ‘Bell.’”
“È stato dato alla luce in una chiesa quando le campane hanno iniziato a suonare,” disse Gigi.
“Avete visto chi ha vinto?” chiese Wendy quando si avvicinò al tavolo.
“Sì, Savannah,” disse Gigi. “Sedicimila.”
“Chi è lei?” Wendy sedette accanto a Gigi e indicò la rossa.
“Una nostra concorrente.”
Wendy rise. “Con quel vestito addosso?”
Il vestito nero della rossa era esaltato da una collana di smeraldo incastonata d’oro. Il rossetto era color talpa, e le ciglia, abbondantemente truccate, sembravano lunghe un paio di centimetri.
“Perché i proprietari permettono alla gentaglia di entrare, Bell?” chiese la rossa. “Sminuisce molto il locale.”
“Sono felice che tu non le abbia permesso di giocare, Bell,” disse Gigi. “Non c’è spettacolo più triste di una prostituta che piange quando perde. Quel mascara spesso le arriverà alle ginocchia, come il suo seno.”
La rossa le sventolò il foglio davanti agli occhi. “Dovrebbe essere qualcosa di più difficile per suscitare il mio interesse.”
“Oh, davvero?” Gigi prese un tovagliolo, poi afferrò la penna di Bell per disegnare qualcosa. “Quanti triangoli vedi?”
La donna prese il tovagliolo per osservare il disegno da vicino.
“Portiamo con noi Lester e il ragazzo grasso e andiamocene da qui,” disse Savannah. “L’aria a questo tavolo è diventata sporca e opprimente.”
La rossa le lanciò un’occhiata, poi tornò a contare i triangoli.
“Sì, hai ragione,” disse Gigi. “Ci vediamo tra un’ora, Bell.”
“Diciotto,” disse la rossa.
“Eh?” Gigi si sedette di nuovo al suo posto.
“Diciotto triangoli. Giusto, Bell?” chiese la rossa.
Bell sorrise e annuì.
“Okay, ci sto. Quant’è la posta?”
“Non sei ancora stata invitata,” disse Wendy.
“E inoltre,” disse Gigi, “giocare ti costerà mille dollari.”
“Mil—” Deglutì. “Va bene.” Aprì la sua borsetta gioiello nera.
“Un attimo,” disse Bell. “Come si chiama?” Iniziò a digitare qualcosa sul telefonino.
“Amber Cherry.”
Entrambe le altre donne risero.
Amber si strofinò il naso col dito medio.
Bell mandò un messaggio. “È per il Ringmaster. Gestisce lui il gioco.”
“Il Ringmaster?” chiese Amber.
“È professore alla New York University,” disse Gigi. “Dove, tra l’altro, sto studiando.”
“Per cosa? Per fare l’estetista?”
“Non sei capace neppure di dire trucco, figuriamoci una parola di otto lettere.”
“Nove lettere. Fai sembrare tutte le stupide bionde un Einstein drogato.”
“Bene,” disse Bell dopo aver guardato il cellulare. “Può partecipare.”
“Oh, santo cielo,” disse Gigi.
“Sì!” disse Amber. “Ecco la mia quota per domain sera.”
“Penso che sia una buona circostanza, Gigi,” disse Wendy. “Altri mille dollari da vincere per una di noi due.”
“Non dia i soldi a me.” Bell spinse via la mano di Amber. “Li dia a Blinkeral bar.”
Dopo che Amber se ne fu andata per andare a cercare Blinker, Wendy disse, “Ha risolto l’enigma dei triangoli molto in fretta.”
“Lo so.”Gigi sospirò. “Vieni, mettiamoci al lavoro.”
* * * * *
Erano quasi le 2di notte, orario di chiusura.
“Com’è andata stasera?” chiese aBlinker.
“Una delle nostre serate migliori. Abbiamo fatto ventottomila dollari.”
“Wow.” Bell aiutò il suo barista a lavare l’ultimo bicchiere da cocktail. “Figo. E il cinque per cento è…?”
“Millequattrocento bigliettoni per Leticia.”
“E altrettanti per te.” Porse a Blinker una flûte da champagne da asciugare.
Blinker ghignò. “Già.”
Dopo che ebbero finito con i bicchieri, Blinker chiuse il registratore di cassa e stampò il totale.
“Abbiamo avuto una buona serata anche al bar,” disse Blinker. “Ottomila cinquecento dollari in bevande, e la cucina ha fatto tredicimila dollari.”
“È stata una buona serata in generale. Domani, voglio che tu dia cento dollari a tutto il personale. Fagli sapere quanto apprezziamo il loro lavoro.”
“Sarò davvero felice di farlo.”
“Quindi, tieni abbastanza denaro per il personale, millequattrocento dollari per te, e altri millequattrocento per me da dare a Leticia, poi metti via quello che avanza.”
Blinker digitò alcuni numeri sulla calcolatrice. “La maggior parte delle entrate della cucina e del bar vengono da carte di credito, ma abbiamo comunque sessantasei mila dollari in contanti.”
Erano le 2 e 10 quando finirono di contare i soldi.
Il telefono di Bell squillò.
“Sì?”
“Siamo fuori, signor Bell.”
“Bene. Arrivo subito. Com’è la strada?”
“Carina e silenziosa. Quanto stasera?”
“Sessantasei mila.”
“Okay. Io compilerò il modulo.”
Bell chiuse la telefonata. “I Brink sono alla porta. Chiudiamo e andiamocene.”
“Ti seguo,” disse Blinker.
Fuori, Bell guardò da un lato all’altro della strada. Molte persone sapevano che chiudeva il bar alle due e se n’erano andate con una borsa piena di soldi. Una situazione che lo rendeva sempre nervoso.
“Salve, signor Casper,” disse uno dei ragazzi Brink. “E Blinker.” Il suo amico era sulla porta posteriore del loro furgone blindato.
“Ehi, Tommy.” Bell gli porse un sacchetto di soldi e ricevette in cambio una ricevuta.
Bell attese finché la porta del furgone fu chiusa e bloccata. “Ci vediamo domain notte.”
“Certo, signor Casper.”

Capitolo Sei
La mattina successiva, Bell e Leticia erano seduti al tavolo della cucina della casa. Lei stava contando i propri soldi.
“Penso che sia il meglio che abbiamo fatto finora.”
“Spero che terrai i soldi in un posto sicuro.”
“Ho una cassetta di sicurezza in banca.” Leticia impilò il denaro, mettendo tutti i presidenti con la faccia rivolta dallo stesso lato.
“Brava ragazza. Nessuno deve sapere…” La guardò mentre beveva il caffè.
“Quanto o dove è nascosto,” finì la frase al suo posto.
Lui sorrise.
“Ho trovato un bel terreno libero a Massapequa,” disse, “giù a Long Island. In vendita dal proprietario. Chiedono duecentomila dollari.”
“Okay. Quanto è grande?”
“Circa ottocentoquaranta metri quadri. Chiedono un terreno di almeno settecentoquaranta metri quadri.”
“Bene. Destinazione?”
“Solo residenziale.”
“Ci manca circa un mese per finire il progetto Kessler,” disse Bell, “quindi è ora di iniziare il prossimo.”
“Andrò a parlare con il proprietario,” disse Leticia, “e vedrò se, ricevendo un po’ di soldi di nascosto, abbassi il pezzo.”
Bell mise giù la tazzina e prese la forchetta per tagliare la sua omelette. “Penso che tu stia imparando questo mestiere.”
“Ho avuto un bravo insegnante.”
La cuoca portò via la tazzina di Bell per riempirla di caffè appena fatto. Quando tornò, Bell disse, “Grazie, Betty.”
“È un piacere. È pronta per la colazione, signorina Leticia?”
“Ci sono dei pancake?”
“Saranno pronti tra cinque minuti.” Betty portò via la tazzina mezza vuota di Leticia e tornò in cucina per riempirla.
“Hai qualcuno in mente per questo nuovo progetto?” chiese Leticia.
“No, non ancora. Parlerò con Parker domani.”
* * * * *
“Cosa stai facendo, Andy Panda?” chiese Bell mentre entrava nel cantiere.
“Costruisco una casa.” Il bambino si sedette nella sporcizia, infilando un chiodo su un rottame.
Bell si inginocchiò accanto al bimbo di cinque anni. “Sono certo che costruirai una casa bellissima.”
Andy annuì mentre batteva col suo Martello giocattolo sul chiodo. “Puoi passarmi l’altra tavola, signor Bell?”
“Quella grande laggiù?” Bell prese una tavola triangolare che era stata tagliata da una trave due per sei.
“Certo, è quella giusta.”
“Come sta, signora Daniels?” disse Bell all’anziana signora che sedeva su una poltrona lì vicino, che teneva d’occhio il bambino scalmanato.
“Sto bene, signor Casper. E lei come sta?”
“Bene, grazie.” Tornò a rivolgersi ad Andy. “Dov’è tua madre?” Bell gli tenne fermo il ciocco di legno perché lui potesse colpirlo con il martello.
“È dal signor Jim.”
Bell si schermò gli occhi contro il sole per vedere parecchi operai sul tetto, che poggiavano il rivestimento provvisorio. Uno di loro camminava lungo il ripido pendio del tetto con una pistola sparachiodi, colpendo il legno con i chiodi in rapida successione mentre gli altri mettevano in posa una lastra di compensato.
Quello con la pistola sparachiodi indossava una salopette larga e un casco giallo, ma la lunga coda riccia la identificava come donna.
“Bonnie!” urlò Bell.
La donna guardò verso il basso per vedere chi la chiamava.
“Bell Casper!” Lo salutò con la mano. “Sei tu?”
“Sì!” Ricambiò il saluto.
Bonnie porse la pistola sparachiodi a uno degli operai. “Vengo giù.”
Camminò sul tetto inclinato come un operaio esperto, poi scese dalla scala. Una volta a terra, si tolse i guanti in cuoio da lavoro e li porse a Bell.
“Dovrebbe essere asciutto entro mercoledì o giovedì, se il tempo regge.”
“Davvero?” chiese Bell.
“Sì, siamo in ritardo, ma stiamo recuperando.”
“E vedo che hai imparato qualche nozione di carpenteria.”
“Non puoi immaginare come ci si sente a dare una mano per costruire qualcosa di meraviglioso.”
“Sarà bellissima, Bonnie. Bella come un quadro.”
“Dopo aver controllato il tetto e installato porte e finestre, io e Andy Panda campeggeremo in salotto finché non sarà finita.”
“Davvero?” disse Bell. “Senza acqua né luce?”
“Ho trovato una vecchia stufa Coleman a una vendita in giardino, e possiamo procurarci l’acqua. Ho lavato barili del latte per un mese, per poter tenerli da parte per trasportare l’acqua.” Guardò suo figlio che giocava nella sporcizia. “Abbiamo due sacchi a pelo. Sarà divertente.”
“Ma non c’è il bagno.”
“Dovremo solo correre in un negozio Seven-Eleven quando ne abbiamo bisogno. Ce n’è uno a circa tre chilometri da qui.”
Bell guardò il suo volto sorridente per un momento. “Da quanto sei pulita, Bonnie?”
“Circa sei mesi.”
“È un gran bel risultato.”
“Ne sono piuttosto fiera.”
“Questa volta ce la farai.”
“Ehi, Bell Casper,” disse qualcuno.
Si voltarono per vedere il caposquadra che veniva loro incontro.
“William.” Bell gli porse la mano.
“Sta di nuovo portando scompiglio tra i miei operai?” Il suo gran sorriso mostrò una perfetta fila di denti bianchissimi.
“La sta facendo lavorare troppo, devo portarla a bere un po’ d’acqua.”
“Sì, ma il distributore si trova sul retro.” Fece l’occhiolino a Bonnie.
“Bene,” disse Bonnie. “Posso dare un abbraccio e un bacio al mio bimbo prima di tornare a fare la schiava lassù sotto il sole cocente? Saranno in centoventi su quel tetto.”
“Se ti permettessi di abbracciare e baciare il tuo bambino, allora anche quei sei operai penseranno di poter scendere ad abbracciare e baciare chiunque. Poi come riusciremmo a finire il lavoro?”
“Bè, se andassi lassù ad accarezzarli e dar loro una pacca sul culo come fai di solito, sarebbero felice per tutti il resto della giornata.” Gli sbattè i guanti su una spalla. “Dov’è il mio ometto?”
Bonnie risalì presto sulla scala e riprese possesso della pistola sparachiodi.
“Come se la cava la ragazza, Will?” chiese Bell.
“Se ne avessi altri sei come lei, non saremmo in ritardo di settimane sulla tabella di marcia.”
“Mantiene felici i lavoratori?”
Will rise. “Con quella paga extra all’ora nelle loro tasche ogni giorno, nessuno ha ancora perso una giornata di lavoro.”
“Nessuna lamentela riguardo a un crumiro sul posto di lavoro?”
“Diavolo, no. Anzi, ne chiedono altri.”
“Bene,” disse Bell. “Non ci serve che quel sindacalista ci spari addosso altra merda.”
“Non si preoccupi.”
“Leticia ha detto che dobbiamo tirar fuori altri ventimila dollari,” disse Bell.
“Esatto. Architettura del giardino.”
“Pensavo che fosse inclusa nel budget originale.”
“Infatti. E ho contrattato con la Bongiovanni Brothers Nursery per iniziare con il terriccio e gli arbusti non appena finiremo il resto.”
“Okay. E?”
“Bè, qualcuno ha deciso di aggiungere un lago koi nel giardino sul retro e quattro aceri alti sei metri nel giardino davanti.”
“Io e Leticia pensavamo che sarebbe stato carino.”
“Sa quanto costa trasportare e piantare un albero già cresciuto alzo sei metri?” chiese Will.
“Immagino circa duemila dollari.”
“Bene, aggiunga tutto questo, e ottiene altri ventimila dollari da aggiungere ai costi del progetto.”
“Okay. Veda se la Nursery ci fa un piccolo sconto accettando i ventimila in contanti.”
“Mi sta prendendo in giro? ‘Bongiovanni’ le sembra italiano? Il loro capo è di Palermo. Sono siciliani, santo cielo. Si venderebbero I denti d’oro delle loro none se fossero convinti di poter nascondere qualche reddito al fisco.”
“Va bene. Leticia le porterà i soldi in contanti, e lei li consegnerà a loro.”
“Sì, e quel ragazzino laggiù avrà dei bei pesci nel giardino sul retro e alberi su cui arrampicarsi nel giardino davanti.”
È tutto quello che chiedo.” Bell dette al suo amico una pacca sulla spalla.

Capitolo Sette
Quando Shay Pilgrim, uno degli uomini della sicurezza alla porta, vide le due auto della polizia fermarsi davanti al Blue Parrot all’una di notte, premette un pulsante di un piccolo telecomando che doveva portare sempre con sé.
Dentro il bar, “Happy Birthday” iniziò a diffondersi dall’impianto stereo.
Blinker prese il vaso del denaro, al cui interno c’erano già diverse migliaia di dollari per il gioco della sera seguente, e lo nascose sotto il bancone.
Tutte le donne presero i loro drink, lasciarono il bar e corsero verso il tavolo centrale area. Si armarono di cappellini a punta, trombette e regali di compleanno, che erano infilati sotto il tavolo nel centro della zona.
“Chi sarà la festeggiata stasera?” chiese Gigi mentre indossava un cappellino rosso e bianco con una nappina scintillante in cima.
“Io, io,” disse Amber mentre sistemava i regali sul tavolo. “Sembra che abbia ventun anni, vero?”
“Ha.” Gigi rise. “Certo, ventuno più un centinaio.”
Quando i quattro poliziotti entrarono, i camerieri stavano cantando “Tanti auguri, Amber” mentre circondavano il tavolo in cui le donne festeggiavano con canzoncine, tubetti di bolle di sapone e trombette.
Bell sorrise mentre guardava il gruppo approntare la recita alla perfezione.
Tutti gli uomini nel bar si unirono alla canzone e offrirono un giro di drink gratis per fare gli auguri alla festeggiata.
“Signor Casper,” disse la sergente Black quando arrivò al tavolo. “Abbiamo rapporti di istigazione a delinquere svoltasi in questo locale.”
“Davvero?”
“Perché,” la poliziotta incrociò le braccia, “ogni volta che veniamo in questo posto ci sono una dozzina di belle donne che festeggiano un compleanno?”
“Ci rivolgiamo agli impiegati che vogliono rilassarsi dopo una giornata di lavoro. Sono sorpreso che nessuna di loro sia svenuta. Bevono dalle sei del pomeriggio.”
“Mi sta dicendo che sono un gruppo di impiegate?”
“Sì, e presto dovremo chiamare dodici Uber per riportarle a casa. Non permetterei a nessuna di loro di guidare.”
“Quale tipo di compagni permette alle proprie impiegate di vestirsi come delle puttane?”
“Penso che lavorino per la Wayne-MacGruder Securities.” Bell represse una smorfia. “A Wall Street.”
“E tutte queste donne stanno festeggiando da tutta la notte? Nessuna di loro si è presentata qui con un uomo?”
“Non che io sappia. Sono stato qui a lavorare al pc per la maggior parte della notte.”
“Bene, per questa volta passi, ma una di queste notti la beccherò con le mani nel sacco, signor Bell Casper. E quando ci riuscirò, se la passerà piuttosto male.”
“Capisco, sergente Crammer.”
Si voltò e indicò la porta ai tre uomini. Uno dei suoi uomini diede l’ultimo morso a un dolcetto al cioccolato mentre si dirigeva verso la porta.
* * * * *
“Cosa ne pensi di questo?” Leticia lasciò cadere un foglio di carta sulla tavola della colazione.
Bell voltò il foglio verso di sé e lesse ad alta voce: “Senza tagliare i pezzi, assemblateli in una forma familiare.” Girò il foglio di lato. “Porca paletta,” sussurrò.
C’erano otto forme di varie grandezze, fatte come i pezzi di un puzzle.


Senza tagliare i pezzi, ricomponeteli in una forma familiare.
“Questo potrebbe essere un buon enigma per stasera?” chiese.
“Diavolo, certo.”
“Cosa desidera per colazione, signorina Leticia?” Betty le mise davanti un vassoio con sopra caffè e succo d’arancia.
“Può farmi uova e pancetta?”
“Certo. Vuole le uova semplici?”
“Sì, grazie.”
Mentre Betty si voltava e se ne andava, Leticia le mise davanti il computer di Bell. Lei studiò le nuove cianografie mentre lui lavorava sul puzzle.
Bell prese un boccone di uova strapazzato, poi bevve il caffè. “Questo puzzle è eccezionale. Senza line rette, potrebbe essere qualunque cosa.”
“Già. Quando costruiremo una casa per noi?”
“Cosa?”
“Costruiamo case per tutti tranne che per noi.”
“Cosa c’è che non va in questo appartamento? Abbiamo una bellissima vista su Central Park; siamo proprio al centro della città. Cos’altro potremmo desiderare?”
“Un piccolo prato da tagliare ogni fine settimana. Un giardino fiorito, forse una piscina.”
“Con l’orario di lavoro che ho, chi farà i lavori in giardino?” chiese.
“Io.”
Tornò a sedersi, a braccia incrociate.
“Se avessimo un giardino, potremmo avere un cane.”
“Possiamo avere un cane qui.”
“Alcune persone del palazzo hanno cani,” disse Leticia. “Devono portarli sull’ascensore e fargli fare il giro della strada due volte al giorno. Poi devono raccogliere la loro cacca.”
“Non avrei mai immaginato che tu volessi una casa con un giardino, delle aiuole, una piscina…”
“Adoro quei piccolo cagnetti.”
Lui finì il puzzle. “È un aereo?”
“Hai appena perso mille bigliettoni.”
* * * * *
Un uomo di mezza età con indosso un logoro abito blu si avvicinò al tavolo di Bell e sedette di fronte a lui.
Bell si allungò per stringerli la mano. “Come sta, Mr. Parker?”
“Bene.” Fece cadere una pila di cartelline sul tavolo. “E lei?”
“Molto bene. Che cos’ha per me?”
“Otto, tutti piuttosto brutti.”
“Mi dia il peggiore.”
Il signor Parker cercò tra i documenti.
Tre uomini ridevano nel bar semideserto.
Il signor Parkerlanciò loro un’occhiata, poi passò la cartellina a Bell. “Qualcuno ha iniziato presto.”
“Sono agenti di borsa. Probabilmente hanno avuto una buona giornata nei mercati.”
“Le borse non sono neppure chiuse ancora.”
“Operano sulla borsa di Hong Kong,” disse Bell. “È già chiusa, per oggi.” Aprì la cartellina.
“Ha ventisei anni e una bambina di due,” disse il signor Parker. “Dentro e fuori dal programma da otto mesi.”
“Di cosa si faceva?”
“Metanfetamina ed eroina.”
“Dannazione.”
“Sua figlia era in astinenza da eroina quand’è nata,” disse il signor Parker. “Sono stati due mesi difficili per la piccola.”
“Da quanto…” Bell lesse il nome sul documento, “Lolly Cross è pulita stavolta?”
“Soltanto sei settimane. Se ci ricade, perderà sua figlia.”
“Dove vive ora?
“McKenzie Home per donne maltrattate.”
“Il suo ex la picchiava?”
“No. Il padre del bambino sta scontando trent’anni a Sing-Sing. Stava lavorando per strada quando è stata circondata da dei teppisti. L’hanno mandata all’ospedale. Dopo, è venuta da noi a chiedere aiuto.”
“Se la assegno a un progetto,” disse Bell, “qual è la sua probabilità di successo?”
“Cinquanta e cinquanta. La sua bambina che inizia a capire le cose è una forte motivazione, ma sa come sono i drogati; qualcuno offre loro una dose gratis, e sono spacciati.”
Bell indicò gli altri documenti. “Ne hai altre, coetanee con un bambino?”
“Sì, sono la maggior parte.”
“E se mettessimo insieme due madri, fornissimo assistenza ai bambini, e le facessimo lavorare su un progetto condiviso?”
Il signor Parker cercò tra i documenti. “Non saprei. Non abbiamo mai fatto una cosa del genere.”
“Se fossero d’accordo, faro loro fare le unghie per mezza giornata, poi un turno da cameriere.”
“Qui?” Il signor Parker si guardò intorno, dove altri uomini erano entrati per iniziare a bere.
“No. Al bancone. Possono guadagnare diciotto l’ora, più le mance.”
Il signor Parkersi appoggiò allo schienale della sedia e incrociò le braccia. Dopo un momento, disse, “Se le tiene impregnate e sanno che i figli sono al sicuro, e avessero delle probabilità di successo nel progetto, potrebbe funzionare.”
“Presto finiremo il nostro quinto progetto,” disse Bell, “e i primi quattro hanno ancora ottimi risultati. Due di queste donne studiano per ottenere una laurea mentre lavorano part-time.”
“Lo so. Continuiamo a tenerle d’occhio con frequenti visite e supporto morale.”
“È un peccato che debbano toccare il fondo di esperienze traumatiche per chiedere aiuto, ma finché non ci sbattono la testa, non sono davvero pronte a cambiare le proprie abitudini.”
Il signor Parker scelse uno degli altri documenti. “Dia un’occhiata a questa da affiancare alla signorina Cross.”
Bell lesse il documento. “Santo cielo! Come ha superato tutto questo?”
“Sono entrambe fatta di una materia più forte di quella di cui sono fatto io. È fatale solo quella debolezza per la droga o l’alcool.”
“Si conoscono?”
“Non penso che si siano mai incontrate.”
“Okay, organizzi un incontro con me, Leticia, le due madri e i loro figli qui al bar per pranzo, domani.”
“Bene,” disse il signor Parker. “Vuole che sia presente anch’io?”
“Soltanto per fare le presentazioni,” disse Bell. “Penso di poterle valutare meglio se non si sentono sotto pressione.”
* * * * *
“Quanti giocatori stasera?” chiese Gigi quando si avvicinò al tavolo di Bell.
Bell guardò l’orologio. “Diciotto. Ci stai?”
“Sì.”
“Allora sono diciannovemila dollari.”
“Bene. Mi sento fortunata stasera,” disse Gigi.
Nadia portò un Tequila Sunrise per Gigi e una Dr. Pepper fresca per Bell.
Bell bevette la bibita, poi mandò a Leticia il messaggio di portare le buste.
“Quando conoscerò il Ringmaster?” chiese Gigi.
“Perché? Così puoi avere informazioni di prima mano?”
“Sono scioccata. Scioccata. Pensi che farei qualcosa di così subdolo?”
Bell sorrise.
“Voglio solo sapere che aspetto ha. È un vecchio burbero?”
“Non è vecchio, e non è burbero.”
“È più giovane di me?” chiese.
“Uhm, sì, penso di sì.”
“Dev’essere un cervellone. È bello?”
Bell annuì.
“Giovane e intelligente, proprio quello di cui ho bisogno. Ricco?”
Lui agitò una mano nell’aria.
“Ehi, ragazzi.” Wendy si sedette accanto a Bell. “Quanto vincerò stasera?”
“Diciannovemila,” disse Gigi.
“Bella cifra.”
“Il Ringmaster è giovane, intelligente, e forse ricco,” disse Gigi.
“Hm, proprio il mio tipo,” disse Wendy.
“Tutti sono il tuo tipo.”
“No, solo quelli ricchi.”
Nadia portò un drink a Wendy. “Ho ucciso questo pavone solo per lei.”
Wendy assaggiò il drink. “Perfetto.” Dette a Nadia venti dollari, più dieci di mancia.
“Oh, grazie, Wendy. Potrei andare all’università il prossimo autunno, dopotutto.” Sorrise e se ne andò per prendersi cura di un altro cliente assetato.
“Spero che vada all’università,” disse Wendy.
“Sì, e che se ne vada da questa topaia,” disse Gigi.
“A me piace questa topaia,” disse Bell.
“Ecco a te, capo.” Leticia porse a Bell un fascio di buste. “Devo andare.”
“Rimanga almeno per un drink,” disse Gigi. “Può vedermi vincere.”
“Senza offesa, ma piuttosto preferirei mangiare un rasoio arrugginito.”
“Ha, se questo è il meglio che riesce a farei, allora non mi offendo assolutamente.”
“Quando mi sono svegliata questa mattina,” disse Leticia, “non avevo intenzione di diventare fantastica, ma è successo.” Si chinò per baciare Bell su una guancia. “Ci vediamo a colazione?”
“Certo, piccola. Ti amo.”
“Questa è bella,” disse Wendy dopo che Leticia se ne fu andata. “Me la ricorderò.”
“Ehi, sono le nove,” disse Gigi.
“Bene, ragazze,” disse Bell. “Giochiamo.”
Wendy e Gigi lo seguirono al tavolo sul retro, dove distribuì le buste, poi corse dagli altri giocatori.
Dopo venti minuti, Blinker venne a sedersi vicino a Bell. “Deve essere difficile stasera.”
“Non penso che sia difficile, ma nessuno ha indovinato ancora.”
“Eccone uno,” disse Blinker.
“Uno scuolabus?”
“No, Willie,” disse Bell. “Mi spiace.”
“Maledizione. Gigi e Wendysi stanno ancora scervellando sul puzzle.”
“Spero che non si facciano male,” disse Bell. “Ecco che arriva Blake.”
“È un aeroplano.”
“No, mi spiace, Blake,” disse Bell.
“Questo è il più difficile che abbiamo avuto,”disse Blake.
“Forse il Ringmaster lo ha fatto troppo difficile,” disse Willie. “Che succede se nessuno indovina?”
“Il Ringmasterprende l’intero piatto,” disse Bell.
“Ecco che arriva Gigi,” disse Willie. “Forse ce l’ha fatta.”
“È un pompelmo affettato,” disse Gigi.
“No,” disse Bell. “Neppure lontanamente.”
Wendy corse al tavolo. “Un boomerang.”
“Sì!” disse Bell. “Congratulazioni.”
“Evvai! Diciannovemila dollari,” disse Wendy.
“Vado a prenderti i soldi,” disse Blinker.
“Come può essere un boomerang?” disse Gigi.
“Ecco,” disse Bell. “Te lo faccio vedere.” Prese quattro fogli di carta da sotto il computer.


“Inizia così. Ed ecco il successivo.”
Tutti si avvicinarono per vedere l’immagine.


“E così.”


“E infine così.”


“Certo,” disse Wendy, “ecco il mio boomerang.”
“Lo ha visto così nella sua testa?” disse Willie.
Wendy annuì.
“Stupefacente.”
“Neppure tra dieci milioni di anni,” disse Gigi, “sarei riuscita a capirlo.”
Blinker mise un sacchetto di soldi sul tavolo.
Wendy sfogliò le banconote. “Questo è il modo più semplice di guadagnare diciannove mila dollari che mi sia mai capitato.”
“Mettili fuori vista,” disse Bell. “Hai un posto sicuro dove metterli? Sono troppi soldi per essere portati in giro per strada.”
“In verità,” disse Wendy, “posso metterli nel tuo posto sicuro per stanotte?”
“Certo.”
“Poi domani me ne prenderò cura io, dopo essermi iscritta al prossimo gioco.”
“Bella pensata,” disse Gigi. “Ora possiamo metterci al lavoro?”

Capitolo Otto
IlMystic Café and Coffee House a Broadway, vicino a Wall Street, era pieno all’ora di pranzo. I tre piani con balconi e atrio al centro con ascensore perclienti, turisti e impiegati, così come per i dirigenti che intrattenevano la propria clientela.


Mystic Café and Coffee House

Ottantacinque dipendenti correvano tra la cucina nel seminterrato e i 150 tavoli dei tre piani ristorante usando un ascensore di servizio sul retro.
Il maîtreaveva prenotato un grande tavolo per Bell al terzo piano, vicino al balcone che si affacciava sull’atrio, con le sue palme alte sette metri e torreggianti bambù che circondavano una fontana di marmo. L’acqua proveniva da un’apertura nel soffitto, faceva tre salti tra gli alberi, e colpiva una struttura in acciaio a forma di piramide con i lati curvi, che impediva all’acqua di fuoriuscire dalla fontana. Una parete di vetro sotto le ringhiere la rendeva sicura per i bambini mentre forniva loro un a bellissima visuale.
“Quanti anni hanno i tuoi figli?” chiese Leticia mentre tagliava il suo pollo fritto.
“Mia figlia ha due annie mezzo,” rispose Lolly Cross. “Questo barbecuedi mano è buonissimo.” Porse una forchettata di patate schiacciate e salsa gravy a sua figlia.
“Joey ha compiuto due anni il mese scorso,” disse l’altra donna.
Leticia guardò il suo blocco degli appunti vicino al suo piatto. “Bell, dammi la tua penna.”
Lui gliela porse.
“Devo scrivere o non mi ricorderò niente,” disse Leticia.
“Io sono tremenda con i nomi,” disse Lolly.
“Il tuo nome è ‘Lolly Cross,’” disse Leticia, “giusto?”
“Sì. E lei è ‘Lyrica.’”
La bimba guardò sua madre quando sentì il proprio nome.
“È un bel nome,” disse l’altra donna. “Io mi chiamo ‘Anastasia Polanski,’ o semplicemente ‘Ana.’” Guardò Bell. “E lei si chiama‘Bell,’ lei ‘Leticia,’ e lei ‘Lolly.’ Di cosa si tratta?”
“Bè…” Bell bevve il suo tè freddo, poi tagliò un pezzetto della sua cotoletta di maiale ripiena. “Vorremmo intervistarvi per un progetto.”
“Che tipo di progetto?” chiese Lolly.
“Oh, bene,” disse Bell quando vide qualcuno entrare dalla porta principale tre piani più in basso. “Ecco Bonnie e Andy.” Li salute con la mano, e Bonnie la salutò di rimando. “Emily,” chiamò la cameriera. “Abbiamo altri due ospiti in arrivo.”
“Ho capito, signor Casper. Sarò subito di ritorno.”
“Scusate se abbiamo cominciato senza di voi,” disse Leticia mentre Bonnie e suo figlio si sedevano ai loro posti.
“Oh, non vi preoccupate per questo. Ho dovuto inchiodare l’ultima tavola prima che ce ne andassimo.”
“L’ultimo chiodo?” chiese. “Davvero?”
“Sì, abbiamo finito il tetto circa quarantacinque minuti fa. Porte e finestre domani.”
“È una bellissima notizia,” disse Leticia.
“Lo so.” Bonnie fece un cenno di salute a una delle donne, poi parlò all’altra, “Penso di conoscerla.”
“Posso portare qualcosa da bere a lei e al bambino?” Emily porse un menu a Bonnie.
“Una Coca Cola per me. Cosa vuoi da bere, Andy Panda?”
“Un succo d’arancia, per favore.” Andy dovette inginocchiarsi sulla sedia per vedere il piano del tavolo.
Bonnie guardò i piatti sul menù. “Non penso di potermi permettere di mangiare in questo posto.”
“Non si preoccupi per questo,” disse Emily. “Siete ospiti del signor Casper. Il Mystic si occuperà del vostro conto.”
“Davvero?” Guardò Bell.
Lui sorrise e annuì.
“Bè, in questo caso penso che prenderò il polpettone. Andy, vuoi gli spaghetti o l’hamburger?”
“L’hamburger, per favore.”
“Okay.” Emily fece l’occhiolino a Andy. “E potrei avere del gelato alla fragola dopo l’hamburger.”
La bimba prese la palla al balzo. “Io geato?”
“Sì, tesoro. Ne avrai un po’ anche tu, e il bambino.”
Quando Emily portò loro le bevande, portò anche un rialzo Andy. Gli altri due bambini stavano sul seggiolone.
Dopo che la cameriera se ne fu andata, Lolly disse, “L’ho vista alla McKenzie Home, circa sei mesi fa. Io sono Lolly.”
“Oh, sì,” disse Bonnie. “Ora ricordo. Come va?”
“Uhm…” Guardò Bell. “Abbastanza bene, finora.”
“Io sono Anastasia Polanski,” disse l’altra donna. “E questo è mio figlio, Joey.”
“È bello conoscere entrambe,” disse Bonnie. “Come si chiama la sua bambina, Lolly?”
“Lyrica.”
“Che bel nome.” Sorrise alla bimba. “E mi piace anche Joey come nome.”
“Vorrei proprio sapere di cosa si tratta, signorCasper,” disse Lolly.
“È un programma per aiutare le persone nella vostra situazione.”
“Oh, no,” disse Ana. “Non un altro gruppo di benefattori della chiesa che ci dà il loro cosiddetto aiuto.Sono stufa che mi venga detto che io e mio figlio finiremo all’inferno se non ci convertiremo alle loro sciocche credenze.”
“No, Ana,” disse Leticia. “Non è nulla del genere—”
Ana la interruppe. “Ogni volta che accetto una borsa di vestiti o un po’ di pane e banane, vengo aggredita con la storia del fuoco…” guardò Andy, “…e dello zolfo.”
“È capitato anche a me,” disse Bonnie. “Penso di aver dovuto sopportare una dozzina di sermoni solo per ricevere cose vecchie che probabilmente erano comunque destinate alla beneficienza.” Si spostò per dare a Emily spazio per sistemare il loro cibo sul tavolo.
“Chi vuole bibite fresche?” chiese Emily.
Dopo che Emily se ne andò per prendere le loro bevande, Bonnie disse, “Ma loro due…” sorrise a Bell e a Leticia, “…sono davvero dei santi. Non ho mai sentito le parole ‘Dio’, ‘Gesù’, ‘chiesa’ o ‘salvezza’ uscire dalle loro bocche, ma sono degli angeli per me e Andy Panda.”
“Ancora non capisco,” disse Ana. “E cosa c’entrano porte e finestre?”
“Domani,” disse Bell, “il suo progetto sarà asciutto, e farà… diglielo tu, Bonnie, cosa farete tu Andy.”
“Cos’è che è ‘asciutto’?” chiese Lolly.
“Abbiamo finito oggi di sistemare il tetto.” Bonnie s’interruppe per inghiottire una forchettata del suo pasto. “Domani installeremo le porte e le finestre. ‘Asciutto’ significa lascia che piova, perché finalmente la casa sarà impermeabile. Allora, domani sera…” Guardò suo figlio. “Cosa faremo domani sera, Andy Panda?”
“Campeggio! In salotto!”
“Campeggio?” chiese Ana.
“Sì. Abbiamo una stufa Coleman, barili per l’acqua, due sacchi a pelo, carne in scatola Spam, uova, pane, e biscotti Oreo. Siamo pronti finché l’impianto idraulico, quello elettrico e le mura in cartongesso non saranno pronti.”
“Campeggiare nel salotto di cosa?” chiese Lolly.
“Della nostra casa!” disse Bonnie.
“La vostra casa?” chiese Ana.
“Bè, sarà la nostra casa,” disse Bonnie.
“Vi stanno dando una casa?”
“Non ce la stanno proprio dando. C’è un patto; ho accettato di aiutare a costruire la casa, e quando sarà pronta, ci trasferiremo lì. Allora dovrò lavorare qui al bar per quattro ore al giorno, mandare Andy all’asilo, e l’anno prossimo alla scuola materna. E stare lontano da alcool e droga.”
“Tutto qui?” chiese Lolly. “Dov’è la fregatura?”
“Devo pagare io le spese di casa,” disse Bonnie.
“Sapevo che c’era qualcosa che non andava in questa favola ‘per sempre felici e contenti,” disse Lolly.
“Chi viene pagato?” chiese Ana, “per la casa?”
“LaCasper Financial.”
“Che, ovviamente,” disse Ana, “appartiene al nostro cosiddetto amico qui presente, il signor Bell Casper.”
“Sì, è sua,” disse Bonnie. “Ma non inizierò a pagare fino a cinque anni dopo il trasferimento, e i pagamenti, che comprendono assicurazione e tasse, saranno minori del costo dell’affitto di un appartamento di due camere da letto a Brooklyn.”
“Com’è possibile?” chiese Ana.
“Perché,” disse Leticia, “è un mutuo trentennale.”
“Ma posso esaurirlo in anticipo se voglio,” disse Bonnie.
“Io non so niente di queste cose,” disse Lolly. “Sembra che queste persone ci stiano impegnando a lavorare nel loro bar per trent’anni.”
“Non dobbiamo lavorare qui per forza,” disse Bonnie. “Ma diciotto dollari l’ora più le mance è praticamente il meglio che qualcuno come me, senza esperienza e senza istruzione, possa avere.”
“Se scegliete di andare a scuola invece di lavorare,” disse Bell, “vi pagheremo diciotto dollari per ogni ora di lezione e studio.”
“Ma io non ho neppure finite il liceo,” disse Lolly.
“Allora può fare l’esame da privatista,” disse Bell, “e poi scegliere un corso professionale o andare all’università.”
“Quindi voi fate dei gran soldi con le rate del mutuo,” disse Ana, “giusto?”
“Se Leticia e io investissimo i trecentomila dollari che abbiamo usato per la casa di Bonnie in azioni e bond,” disse Bell, “faremmo molti più soldi dell’uno per cento di interessi sul suo mutuo. E questo dopo aver aspettato cinque anni per guadagnare un centesimo.”
“E gli appuntamenti?” chiese Ana. “Immagino di non poterli più avere.”
“La vostra vita privata è affar vostro,” disse Leticia. “Ma nessun altro nome può essere aggiunto al gruppo, anche se vi sposate.”
“E un’ultima cosa,” disse Bonnie. “Se ritorno all’alcool, perdo tutto.”

Capitolo Nove
“Conosci qualche barzelletta?” disse Gigi sedutasi di fronte a Bell.
“No. Perché?”
“Ho bisogno di qualcosa che mi tiri su il morale.”
“Cosa c’è che non va?” chiese Bell.
“Mi sento come se mi avessero sparato e mi avessero mancato, poi colpita.”
“Non voglio dire nulla, ma hai un bruttissimo aspetto.”
“Le solite vecchie stronzate. Sono nei miei tre giorni di vacanza mensile.”
“Oh. In realtà, conosco una barzelletta stupida.”
Lei lo guardò, inarcando un sopracciglio.
“Sai che ai texani piace vantarsi che tutto sia grande nel loro stato?”
Annuì.
“Bè, un texano e un uomo dell’Alaska si trovano sul Golden Gate Bridge, a fare pipì oltre il bordo. A un certo punto il texano dice, ‘Amico, quell’acqua è fredda.’ Poi l’uomo dell’Alaska dice, ‘Sì, e profonda, anche.’”
Gigi sorrise, poi rise. “Barzelletta stupida è la definizione giusta.”
* * * * *
Il venerdì sera seguente, Leticia portò l’enigma di quel giorno.

‘Cosa c’è una volta in Egitto e in Etiopia, ma non in Ruanda?’

Bell distribuì l’enigma alle 9.
Gigi diede la risposta subito dopo.
“Mi spiace, sbagliato,” disse Bell.
“Cosa? Come può essere sbagliato?”
“Aspetta e vedrai.”
Altre quattro persone dettero la stessa risposta di Gigi.
Alle 9:30, Amber Cherry consegnò la propria risposta.
“Hai indovinato, Amber,” disse Bell. “Vai a prendere i tuoi sedicimila.”
“Evvai!” Amber prese Bell e lo baciò sulle labbra, poi corse a cercare Blinker.
Gigi si sedette al tavolo di fronte a lui. “Scommetto che ti è piaciuto.”
“Sono già stato baciato prima.”
“A me sembrava più un metro di lingua in bocca.”
“Forse un po’.” Bell sorrise.
“Lasciami vedere quel foglio.” Prese il foglio di Amber. “Il fiume Nilo?”
“Sì.”
“Anche la lettera ‘Èè una risposta corretta,” disse.
“Lo so, ma io chiedevo il Nilo.”
“Ma non hai detto che c’erano due risposte corrette e solo una era accettabile. Ho vinto io, e lo sai.”
“Hai perso. Accettalo.”
“Questa è la seconda volta che me la fai.”
“Di cosa stai parlando?”
“Ti piace quella puttana rossa, non è vero?”
“Cosa? Amber? No. Perché mi dovrebbe piacere?”
“Quell’enigma con i soldi, dove le cifre sommate davano diciotto dollari e novantuno centesimi. Così mi hai preso in giro la prima volta.”
“Non ti ho mai preso in giro.”
“Anche una banconota da venti dollari era una risposta corretta. E io ti ho dato la risposta prima di chiunque altro.”
“Ma non era la risposta che volevo,” disse Bell.
“Lo so. E mi è costata sedicimila dollari. Ti piace anche Savannah? Ha vinto lei quell’enigma.”
“Di cosa stai parlando?”
“Di Amber e Savannah. Permetti a quelle due puttane di vincere tutti gli enigmi così da avere sesso gratis?”
“Questa è la cosa più stupida che tu abbia mai detto. Tu sei una puttana, e io non ti chiedo sesso con te.”
Lo fissò, ma non rispose.
“Che c’è, la verità brucia?”
Lei continuò a non dire nulla, si limitò a fissarlo per un momento. “Non mi hai mai chiamata così prima.” Si alzò dal tavolo.
Lui si strinse nelle spalle e si concentrò sul computer.
Prese la borsetta e lo lasciò solo.
Lui la guardò andare via.
Molto bene, Casper. Hai un piede nella fossa.
Cinque minuti dopo, il suo telefonino vibrò. Lo prese e lesse il messaggio:
Battaglia navale!
Sospirò e mise giù il telefono. Il messaggio era di Millie.
“Vedo che il vaso è vuoto,” disse Wendy. “Chi ha vinto?”
“Amber.”
“Quella stronza. Dov’è la sua risposta?”
Bell le porse il foglio.
“Il Nilo. Ci sono arrivata anch’io. Ma troppo tardi. Dov’è Gigi?”
“Se n’è andata.”
“A un appuntamento?”
“No.”
“Scommetto che è arrabbiata nera per aver perso,” disse Wendy. “Qual era la sua risposta?”
“La lettera ‘E’.”
Wendy lesse di nuovo l’enigma. “Ha, aveva ragione. Avrebbe dovuto vincere. Perché non hai detto che c’erano due possibili risposte?”
“Perché sono un idiota.”
“Sì, senza dubbio.”
“Bene, Wendy. Me l’hanno fatto notare abbastanza chiaramente. Ora, mi lasceresti solo?”
“Avete litigato per questo, vero?”
“Sei piuttosto brava a constatare l’ovvio.”
“Devi sistemare questo pasticcio, Bell.”
“Come posso sistemarlo? Ha perso, ha fatto una scenata e se n’è andata. Non ho intenzione di correrle dietro.”
“Pensavo che tu e Gigi foste amici.”
“Sì, era quello che pensavo anch’io.”
Wendy inviò un messaggio e ottenne subito una risposta. “È all’ Unicorn.” Si mise il telefonino in borsa e si voltò.
“Dove stai andando?”
“Dove pensi che stia andando?”
* * * * *
Bell passò una lunga note a passeggiare su e giù per il bar, aspettandoGigi, ma lei non tornò quella notte. E neppure Wendy.
Gigi non tornò neppure la notte successiva, né la quella dopo ancora.
Le mandò dozzine di messaggi, ma non ricevette alcuna risposta.
Si sta nascondendo da me.
* * * * *
Amber Cherry poggiò il suo drink sul tavolo e si sedette di fronte a Bell.
“Dov’è la tua fidanzata?”
“Quale fidanzata?”
“Gigi, l’albero di diamanti.”
Lui si strinse nelle spalle mentre guardava il movimento al bar.
“Pensavo che voi due aveste una storia.” Bevette la sua pina colada.
Bell sbuffò dal naso. “Non c’è nessuna storia.”

Capitolo Dieci
Bell si girò e prese il cellulare dal comodino.
“Sì?”
“Bell, sono Wendy.”
Guardò l’orologio. “Non è neppure mezzogiorno, Wendy. Perché mi hai svegliato?”
“Gigi è all’ospedale.”
“Cosa?” Si sedette, gettando da parte le coperte. “Dove?”
“Gracie Square Hospital, sulla settantaseiesima.”
Bell mise i piedi sul pavimento. “Sono per strada.”
“Stanza tre-venti-sette.”
Il taxi lo lasciò a destinazione quindici minuti dopo.
Bell rimase scioccato quando vide Gigi; sembrava un peso piuma che avesse disputato dieci round e avesse perso.


“C-come hai…” iniziò Bell.
“Le ragazze delle pulizie del The Tuscany hanno i nostri numeri,” disse Wendy, “e sanno che devono chiamarci in caso di…”
Bell prese la mano di Gigi, stando attento all’ago nella parte inferiore del suo polso. “Da quanto tempo è svenuta?”
Entrò una donna in camice bianco. “Lei deve essere la sorella della signorina Draper. Io sono la dottoressa Wilson. E lei chi è?” Porse la mano a Bell.
“Io sono—Io sono…”
“È mio marito, dottoressa Wilson. Bell Casper.”
Bell lanciò un’occhiata a Wendy, ma rimase zitto.
“Se non ne sapessi di più, signora Draper,” disse la dottoressa, “avrei pensato che sua sorella sia stata coinvolta in un incidente d’auto.”
“Forse lo è stata.”
“È stata coinvolta in uno scontro, una collisione con i pugni di qualcuno. L’hapicchiata a sangue, poi l’ha lasciata morente. Ha sei costole rotte, una frattura alla testa, una frattura composta all’omero destro, e una contusione sul lato sinistro della schiena bassache le ha causato un trauma al rene.”
“Santo cielo!” Bell strinse la mano di Wendy mentre fissava il viso pestato che era così bello.
“Signor Casper,” disse la dottoressa. “Lei e sua moglie fareste meglio a sedervi. Non ho finito.”
Bell si lasciò cadere su una sedia mentre Wendy si sedeva vicino a lui.
“Come potete vedere, ha un occhio nero, una guancia escoriata, labbra spaccate, il canino superiore sinistro mancante. Il crociato sinistro è strappato. Queste sono ferite che riportano i giocatori di football. Non le ho mai viste su una ragazza che non fosse un’atleta. Ha un ematoma subdurale vicino alla frattura al cranio. Ha un intervento programmato tra quindici minuti. Dov’è il suo parente più prossimo? Qualcuno deve firmare per l’intervento.”
“I nostri genitori sono morti. Io sono l’unica parente che ha,” disse Wendy. “Cos’è quella cosa subdurale?”
“Il sangue si sta raccogliendo tra la materia dura e la ghiandola aracnoidea delle meningi che circondano il cervello. È stato causato da un forte colpo alla testa.”
“Ha l’intervento ora?” chiese Bell.
“Soltanto se volete che viva.”
“Dove devo firmare?” chiese Wendy.
La dottoressa Wilson le porse un portablocco con un foglio attaccato.
“Ora la prepariamo per la sala operatoria. Dovete andare all’accettazione per dare i suoi dati assicurativi.”
“Non ha l’assicurazione,” disse Wendy.
“Cosa?” disse la dottoressa.
“Me ne occuperò io,” disse Bell. “Cos’altro le serve, dottoressa?”
“Dopo l’intervento alla testa, sistemeremo il braccio rotto. Non possiamo fare molto per le costole. Guariranno da sole in circa sei settimane. Deve stare a letto e muoversi il meno possibile. Solo il crociato dovrebbe metterla al tappeto per due settimane. L’area attorno alle costole deve essere trattata con ghiaccio tre volte al giorno. Non ci sono ancora certezze sul rene. Ce ne preoccuperemo domani se è…”
Bell deglutì. Se domani sarà ancora viva.
“Ora devo chiedervi di lasciare la stanza,” disse la dottoressa.
“Va bene.” Wendy prese Bell per mano per aiutarlo ad alzarsi. “Ci occuperemo dei documenti.”
“Verrò a cercarvi nella sala d’aspetto quando uscirà dalla sala operatoria.”
“Grazie, dottoressa Wilson,” disse Bell. “Per favore, la salvi per noi.”
“Faremo del nostro meglio.”
* * * * *
Bell e Wendy stavano aspettando da più di un’ora senza alcuna notizia dalla dottoressa.
“Chi può averle fatto questo?” chiese Bell dopo aver mandato un messaggio a Leticia.
“Può essere stato chiunque,” disse Wendy.
“L’ultimo uomo che ho visto con lei è stato Granger. È successo la notte prima che io e lei avessimo quello stupido litigio.”
“Granger non è uno che picchia. L’hai rivista quella notte?”
Bell scosse la testa.
Uno stagista che indossava una divisa blu entrò nella sala d’aspetto, guardandosi intorno.
Wendy e Bell si alzarono, ma lui si andò da una signora più anziana vicino a loro.
Si sedettero di nuovo sulle sedie di plastica grigie.
“Dove altro può essersi cacciata?” chiese Bell.
“Da Schrodinger’s Box a all’Unicorn.”
“Conosci gli uomini che li frequentano?”
“Alcuni.”
“Quando uscirà dalla sala operatoria, faremo una visitina a entrambi questi locali.”
Venti minuti dopo arrivò Leticia con tre caffè, panna e bustine di zucchero.
“Qualche novità?” Porse il bicchiere di Starbucks a Bell e Wendy.
“Caffè, mmm. Come lo sapeva?” chiese Wendy.
“Quando Bell mi ha mandato un messaggio, ha scritto che poteva aver bisogno di caffeina.”
“Non abbiamo ancora Saputo niente.” Bell bevette il caffè. “È in sala operatoria da circa un’ora e mezzo.”
Infine, alle 6:30 del pomeriggio, la dottoressa venne a parlare con loro.
“L’intervento alla testa è andato bene. Abbiamo allentato la pressione e riparato il buco in testa. Stanotte la lasceremo riposare, poi domani in mattinata valuteremo i danni al rene.”
“Come avete riparato il buco in testa?” chiese Leticia.
“Abbiamo tolto i primi tre strati di cuoio capelluto, poi abbiamo tagliato una sezione circolare della testa con gli ultimi due strati di cuoio capelluto attaccato. Abbiamo scoperto che questo aiuta a mantenere il flusso di sangue dopo l’intervento. Quando abbiamo finito di drenare l’ematoma, abbiamo rimesso la sezione circolare d’osso, assicurandola con piccole piastre e viti di titanio. Poi abbiamo ricucito il cuoio capelluto.”
“Lascerà una cicatrice?” chiese Bell.
“Sì, ma sarà coperta dai capelli quando le ricresceranno. Abbiamo dovuto rasare una grossa area.”
“Avete sistemato il braccio rotto?” chiese Wendy.
“Sì. Penso che guarirà. Probabilmente ci vorranno tre settimane.”
“E il ginocchio?” chiese Bell.
“Riparare queste lesioni troppo presto dopo un incidente a volte può causare danni permanenti ai muscoli del ginocchio. Aspetteremo che diminuisca il gonfiore, poi probabilmente faremo una ricostruzione artroscopica. La farà un chirurgo ortopedico. Si consulterà con voi domani dopo un accurato controllo del legamento.”
“Wow,” disse Leticia.
“So che ci sono molte cose di cui occuparsi contemporaneamente,” disse la dottoressa, “ma penso che sia già sulla strada della piena guarigione. Che lavoro fa?”
“Um…” iniziò Wendy.
“È una…” iniziò Leticia.
“Una consulente,” disse Bell. “È la mia consulente finanziaria.”
“Bene. Sarà a riposo per almeno due mesi. Quindi se può lavorare da casa mediante teleconferenze, email, e messaggi probabilmente sarà in grado di compiere i suoi doveri abituali dopo un paio di settimane di riposo a letto.”
“Bè, um, lei…” provò a dire Wendy.
“Ha un contratto di lavoro,” disse Bell. “Sarà rimborsata per la perdita di guadagni.”
Sia Wendy che Leticia lo fissarono.
“Bene. Avere un’entrata economica regolare le allontanerà lo stress e le permetterà di concentrarsi sul suo recupero fisico. Ora, se ho risposto a tutte le vostre domande, devo iniziare il giro.”
Bell si allungò per stringere la mano alla dottoressa. “Grazie, dottoressa Wilson. Penso che abbia gestito abbastanza bene la situazione.”
Dopo che la dottoressa ebbe lasciato la stanza, Wendy disse, “Contratto di lavoro?”
“Rimborsata per la perdita d guadagni?” chiese Leticia.
“Bè,” disse Bell, “è il minimo che possa fare. Se non avessi avuto quello stupido litigio con lei, non sarebbe andata in un altro bar. E non sarebbe stata picchiata a sangue.”
“Litigio?” chiese Leticia.
Wendy spostò lo sguardo da Bell a Leticia. “È stato solo un piccolo disaccordo,” disse.
“Riguardo a cosa?” chiese Leticia.
“Le risposte degli enigmi,” disse Bell.
“Quello sull’Egitto,” disse Wendy.
“Sì,” disse Leticia. “La risposta era il Nilo.”
“Anche la lettera ‘E’ era una risposta valida,” disse Bell.
Leticia ci rifletté per un momento. “Sì, è vero. Quindi, Gigi è stata la prima a dare la risposta ‘E,’ le hai detto che aveva sbagliato, e lei si è arrabbiata. Poi hai detto qualcosa di stupido come sei solito fare e lei se n’è andata.”
“Esattamente,” disse Wendy. “Penso ancora che avrebbe dovuto vincere.”
“Chi ha vinto i soldi?” chiese Leticia.
“Amber Puttana Cherry,” disse Wendy.
“Oh.” Leticia guardò Bell. “Ecco perché eri così irritabile la scorsa settimana.”
“Non ero irritabile.”
“Lunatico.”
“Neppure lunatico.”
Rimasero in silenzio per un po’ mentre sedevano in sala d’aspetto.
“E ora?” chiese Wendy.
“Rimarrò qui finché non si sveglia,” disse Bell.
“E il bar?” chiese Leticia. “E gli enigmi?”
“Blinker può occuparsi egregiamente del bar. Tu ti occuperai degli enigmi.”
“Intendi dire andare al bar, consegnare le buste e vedere chi vince?”
“Sì.”
“Sai quanto odio quel posto?”
“Pensavo che lo amassi. Dovrai anche tenere d’occhio i progetti edili in corso.”
“Lo avrei fatto comunque,” sbottò Leticia.
“Potrei occuparmi io delle buste,” disse Wendy, “ma in questo caso non posso partecipare.”
“E il caffè?” chiese Leticia.
“Wanda è una grande manager,” disse Bell. “Difficilmente ha bisogno di me. Se succede qualcosa, mi manderà un messaggio.”
“Quale caffè?” chiese Wendy.
* * * * *
Alle 3 del pomeriggio seguente, Bell era seduto a sonnecchiare sulla sedia per i visitatori di Gigi.
“Che…ca…cavolo?”
Bell saltò su dalla sedia e premette il pulsante per chiamare l’infermiera.
“Ehi, piccola.” Le tolse i capelli dalla fronte.
Gigi aprì gli occhi con fatica. “Dove…?”
“All’ospedale,” disse Bell. “Stai tranquilla.”
L’infermiera entrò di corsa, diede un’occhiata ai monitor, poi misurò la pressione a Gigi. “È bello che sia tornata tra noi, signorina Draper.”
“Non posso…” Si leccò le labbra.
“Hai sete?” Bell prese una tazza con una cannuccia dal comodino.
Succhiò dalla cannuccia che le aveva messo tra le labbra. “La testa…mi fa male.”
Bell guardò la benda su un lato della sua testa. “Può darle qualcosa…” he guardò la targhetta, “Infermiera Watkins?”
“Le sto iniettando del fentanyl proprio ora. Ci vorrà solo un minuto perché faccia effetto.”
Gigi strizzò gli occhi. “Un camion?”
“No,” disse Bell. “Sei caduta dallo sgabello.”
Rimase zitta per un momento. “Bugiardo.” Alzò una mano per fregarsi il naso.
Bell le prese la mano. “Lascialo stare. È un sondino per l’alimentazione.”
Gigi guardò l’ago nel suo braccio, poi guardò l’altro. “Rotto?”
“Sì.”
Corrugò la fronte, come se stesse cercando di concentrarsi su qualcosa. “Da quando?”
“Solo un giorno o poco più.”
“Sono ancora arrabbiata con te.”
Bell sorrise. “Va bene.” Prese il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni. “Mando un messaggio a Wendy. Ha detto di scriverle nel momento stesso in cui ti saresti svegliata.” Dopo aver mandato il messaggio a Wendy e uno a Leticia, mise appoggiò il telefono sul comodino.
“Sta meglio?” L’infermiera infilò l’estremità dello stetoscopio sotto il colletto dell’abito da ospedale di Gigi.
Gigi annuì. “Grazie.”
“Il cuore fa un bel suono. Vado a cercare la dottoressa.”
“Aspetti.”
L’infermiera tornò indietro.
“Devo fare pipì.”
“Okay.” L’infermiera prese una padella da un armadio. “Lei deve aspettare fuori, signor Casper.”
“Oh, okay.”

Capitolo Undici
Schrodinger’s Box a Little Italy, vicinissimo a Mulberry Street, era un locale buio e rumoroso, puzzolente si birra scadente e vomito.
Wendy catturò moltissima attenzione. Alcuni degli uomini la salutarono per nome mentre cercavano di toccarle il sedere.
“Separiamoci,” disse Bell oltre il frastuono. “Vediamo cosa riusciamo a scoprire.”
“Va bene. Ci vediamo in fondo al bar tra un’ora.”
Bell era alto un metro e novanta, con una corporatura atletica. Ricevette molti sorrisi e ammiccamenti dalle donne, ma lui osservava gli uomini, preferibilmente ubriachi e loquaci. Forse avrebbe potuto beccare qualcuno che si vantava di aver picchiato una donna.
Dopo un po’, Wendy trovòBell al bar. “Non ho trovato nulla. Tu hai sentito dire qualcosa?”
Bell scosse la testa.
Un ubriaco andò a sbattere contro Bell. Tenendosi un braccio, guardò he Wendy, cercando di vedere la sua espressione mentre l’uomo barcollava. “Aspettavi me?”
Il suo discorso era così fiacco che sembrava, “Mi sono già bagnato la gola, vedi?”

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notes

1
Bell significa campana in inglese.